Curarsi del proprio aspetto fisico non è superficiale, è segno di salute mentale

Curarsi del proprio aspetto fisico non è superficiale, è segno di salute mentale

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Non è raro considerare l’alto interesse per l’estetica e per la cura del proprio aspetto fisico come un atteggiamento freddo e superficiale, facendo una netta distinzione con aspetti della vita considerati invece “profondi” o interessanti da analizzare. Ciò denota una grande ignoranza, poiché prendersi cura del proprio corpo– quando non diventa un’ossessione – significa curarsi del proprio benessere in maniera olistica.

Per essere a nostro agio con noi stessi, è utile sentirsi bene anche fuori. La relazione con il nostro corpo può segnare un prima e un dopo nella nostra vita: sentirci belli/e così come siamo è segnale di un buono stato di salute mentale. Preoccuparci per la nostra igiene, per la fragranza che emaniamo o per l’armonia e la bellezza del nostro corpo non è sintomo di superficialità: indica che vogliamo bene a noi stessi.

L’estetica e la cura personale sono i nostri alleati

A chi non è mai capitato di sentire che “ad ogni grande cambiamento deve corrispondere un cambio di immagine”? Si tratta di un detto popolare e banale, eppure nasconde una parte di verità. Talvolta le persone sentono di aver bisogno di un cambiamento radicale, ma non sanno come ottenerlo. Mancano loro l’ispirazione e i mezzi o forse la volontà.

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È per questo motivo che un cambiamento a livello estetico può far nascere l’ispirazione e la spinta per cambiare rotta con le proprie decisioni o la propria routine. Si tratta di una teoria ben nota all’interno del reparto di oncologia di molti ospedali: la prassi comune prevede, infatti, di offrire ai pazienti servizi di estetica per supportarli e aiutarli a contrastare gli effetti della chemioterapia.

La cura del proprio aspetto fisico come trattamento per la cura del cancro

In questi casi si è soliti pensare che la salute sia la cosa più importante e che chi ha il cancro dovrebbe concentrarsi soprattutto su una cura standard della malattia. Verrebbe però da chiedersi se chi affronta questi argomenti abbia mai vissuto una simile esperienza, se conosca il vero significato di salute nella sua accezione più globale. Se sappia cosa significa per una donna affrontare una mastectomia o per qualsiasi persona perdere d’improvviso tutti i capelli, le ciglia o assistere all’ingiallimento della propria pelle.

Seppur è bene non accanirsi contro un approccio basato sulla cura dei sintomi fisici della malattia, è giusto sapere che ogni individuo convive in maniera diversa con i cambiamenti estetici che la malattia porta con sé. È per questo che alcuni mostrano con naturalezza gli effetti della malattia senza cercare di nasconderli, mentre altri ritengono normale frenare tali effetti facendo ricorso a svariate tecniche affinché il proprio aspetto fisico non riveli la faticosa battaglia nella quale sono coinvolti. Sono due modi diversi di affrontare la malattia.

Esiste una storia di grande ispirazione riguardo questo tema. Era il 1988 quando alla moglie del Dr. Michael Brinkenhoff, Gayle, fu diagnosticato un cancro al seno metastatico. Per tutta la durata di questo complesso processo fisico ed emotivo, l’unico desiderio di Michael era quello di aiutare Gayle a vedersi e sentirsi meglio.

Di conseguenza, nel 2006 creò un marchio di cosmetici innovativi pensati per le donne con il cancro, affinché queste donne riavessero indietro le loro le ciglia e le sopracciglia. Non si tratta altro che di un esempio di come l’estetica non sia solo una questione fredda e superficiale, ma che, al contrario, può diventare il riflesso della lotta e della voglia di andare avanti.

La perdita di interesse per il proprio aspetto fisico non è un buon segno

Esiste un forte legame tra il fatto di trascurare il proprio aspetto fisico e la gravità di alcuni disturbi psicopatologici. Basti pensare che uno degli indicatori del peggioramento dello stato psicologico di molte persone è l’abbandono della cura dell’aspetto fisico.

Durante la depressione è normale che si verifichi una generale perdita di interesse verso attività che prima erano ritenute piacevoli. Un’anedonia verso alcuni aspetti della vita, così come l’incapacità di godere di essa o di trovare degli stimoli. Non c’è da stupirsi se la capacità di guardarsi allo specchio e vedersi belli non rientri tra gli atteggiamenti delle persone depresse.

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Non si parla del tempo che un individuo può arrivare a spendere per curare la sua pelle o la sua immagine. Si tratta del piacere di vedersi e sentirsi bene, indipendentemente dal fatto che si utilizzi del make-up. Chi perde interesse per la vita lo perde anche nei confronti di se stesso/a.

La differenza tra considerare l’estetica un’imposizione o una fonte di beneficio

Il vostro corpo gioverà delle cure che gli darete e ve ne sarà grato, sempre che queste derivino da un vostro desiderio e non da un’imposizione. Come nella maggior parte dei casi, la linea tra patologia e normalità è sottilissima. La scelta di considerare la cura del proprio aspetto fisico una priorità è assolutamente rispettabile, persino sana. Al contrario, sentirsi in uno stato di ansia e pressione perché non si rientra in un determinato modello di perfezione, e cercare di fare tutto il possibile per raggiungerlo, può portare a conseguenze nefaste.

Alcune persone possono investire in modo compulsivo enormi quantità di denaro e sentire di non aver mai raggiunto il livello di perfezione richiesto dagli altri. C’è chi arriva a misurare il proprio valore come persona in funzione del suo peso e del suo aspetto, oltrepassando decisamente quella sottile linea.

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La dismorfobia è il disturbo psicologico per il quale un individuo è incapace di portare avanti una vita normale a causa di un difetto fisico reale o immaginario. La persona trascorre innumerevoli ore esaminando il suo aspetto fisico e può arrivare a sottoporsi ad un’infinita serie di trattamenti ed interventi chirurgici senza mai sentirsi del tutto soddisfatta. Si tratta di una patologia in continuo aumento e sempre più diffusa tra i minorenni per via della sempre più potente influenza di pubblicità ed internet.

La cosa più importante per riuscire a sentirsi bene nei propri panni è non prendere mai come riferimento un modello esteriore. Partire dalla propria immagine, visualizzare il proprio corpo senza pregiudizi ed andare alla scoperta delle parti di esso che si desidera migliorare in base a come ci si sente giorno per giorno.

A volte si tratterà di migliorare quello che vediamo, altre di agire sul rapporto fra noi e ciò che vediamo. Ricordate sempre, nulla è a sé stante e corpo e mente sono una cosa sola, anche nella loro versione allo specchio. Non soffrite perché vorreste vedere un riflesso migliore, e ricordate che il sorriso è un accessorio ed alleato perfetto per migliorare voi stessi.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.