Cara timidezza: lettera all'emozione

A te, timidezza, che sei sempre stata al mio fianco, dedico questi paragrafi affinché tu capisca perché sei così importante nella mia vita.
Cara timidezza: lettera all'emozione
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Cara timidezza, hai camminato al mio fianco affrontando insieme a me mille avventure. Dopo ogni percorso lungo il sentiero della colpevolezza, dell’angoscia, della vergogna, del dolore, dell’ansia e dello stress, voglio che sappia finalmente cosa sento e penso di te.

Sono ormai diversi anni che vivi con me, e anche se gli istanti passati insieme sono stati ineguagliabili e non ho intenzione di separarmi del tutto da te, è arrivato il momento di prendere le redini della faccenda.

Dopo aver riflettuto, mi sono resa conto che ogni volta che cammino accanto a te posso imparare qualcosa. Per questo ti scrivo questa lettera, cara timidezza, per dirti le conclusioni a cui sono arrivata.

Ragazza affronta la sua timidezza.

Timidezza, sei parte di me

Spesso ti ho visto come una forza aliena che si impossessava di me proprio nei momenti in cui avevo bisogno di un po’ di tranquillità. Ma poi, passo dopo passo, ho appreso che non sei poi così estranea.

Credevo apparissi per appropriarti della mia voce, della mia testa, di tutto il mio corpo. Ma oggi so che la tua presenza non è casuale. Ho finalmente capito che sei parte di me; che non sei onnipotente, ma che sono io a darti il potere.

Per questo, cara timidezza, oggi ho voluto dedicarti queste righe. Affinché tu sappia che finalmente ho compreso che siamo un tutt’uno, e che facendo pace con te il nostro rapporto può prendere direzioni nuove. C’è un mondo da scoprire e da sperimentare insieme che va al di là dell’ansia e della vergogna.

Visto che ora so che fai parte di me, ho un nuovo compito: conoscermi meglio per identificare cos’è che mi fa tanta paura; così potrò gestirti meglio. Riesci a immaginare come sarebbe prendere insieme decisioni assertive, essere creative, senza arenarci nelle sensazioni di vergogna e colpa?

Scelgo anche di essere più resiliente per poter far fronte alle avversità e uscirne vincitrice. Impareremo a convivere ancora più in armonia. Ma ti avverto, timidezza, non sarà semplice. Un poco per volta.

So che sei buona, timidezza

Non pensare che fra di noi le cose vadano male. Tutto il contrario! Finalmente mi sono resa conto di quanto ho avuto bisogno di te e ho saputo apprezzare il tuo enorme valore. Ero arrivata a odiarti perché ero troppo concentrata sul passato o sulle previsioni future, non mi godevo il presente. Ti assicuro, timidezza, che vivendo nel qui e ora, ci sentiremo più libere.

Non mi ha fatto bene neanche essere così pessimista. Pensare solo alle cose negative mi ha fatto sprofondare in uno stato negatività, impedendomi di vedere la luce in fondo al tunnel. Adesso ho capito che dai momenti bui si può imparare, adesso posso navigare nelle acque più buie senza paura.

Timidezza, so che sei buona. Grazie a te ho sviluppato tante abilità, ad esempio il mio spirito di osservazione e di analisi. Vedere tutto in silenzio mi ha aiutato a conoscere gli altri, a comprendere il loro linguaggio non verbale. Grazie alla tua prudenza, timidezza, mi hai aiutato a sopravvivere.

Posso anche dirti, timidezza, che grazie a te ho il tempo di riflettere sulle mie idee, esercitando la mia memoria e le mie capacità di riflessione. So che non è sempre positivo, soprattutto quando i pensieri sono ossessivi, ma la consapevolezza acquisita nel tempo mi ha aiutato a reagire. Oltre a stimolare le mie funzioni esecutive.

Vorrei farti una domanda, adesso. Sapevi che qualsiasi persona può pensare, sentire, comportarsi come noi due, in un momento della sua vita? Tendiamo purtroppo a etichettarci, a considerarci sbagliati.

Eppure i momenti di timidezza possono colpire chiunque. Per esempio quando diventiamo un fascio di nervi di fronte alla persona che ci piace, o quando dobbiamo parlare in pubblico. Smettiamola di vederci con occhi negativi; è un’abitudine nociva per il nostro benessere.

In molti ti confondono con la fobia sociale; è vero che le persone timide possono sperimentarla, ma non è una prerogativa della timidezza. Si tratta di due condizioni diverse e con differenze precise.

La fobia sociale è un disturbo mentale descritto all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali. È un disturbo dell’ansia dove persiste la paura nei confronti di una o più situazioni sociali. Si distingue dalla timidezza, soprattutto, in quanto diventa debilitante per il soggetto afflitto.

Ragazzo timido.

Cara timidezza, mi toglierò la corazza per renderti più debole

So che fai parte di me e non posso scappare del tutto. Ciò che posso fare è togliere al corazza che indosso per renderti più debole. Sarà un bene per entrambe: spariranno le sensazioni più sgradevoli. Ma per arrivare a questo punto devo prima esplorarmi e conoscermi, così da arrivare a prendere decisioni che non mi causino malessere. Così sarò più autentica. Inoltre, ti aiuterò in questo modo:

  • Eviterò i giudizi. Perché questi inducono il pessimismo e ti spingono a non voler affrontare le situazioni.
  • Pensare oltre me stessa. Si tratta di spostare il focus da me agli altri. Inconsapevolmente, vedo soltanto quello che credo che gli altri pensino, non quello che effettivamente stanno comunicando.
  • Prepararmi. Per sentirmi più sicura mi preparerò le cose da dire, il modo in cui dirle e le risorse a mia disposizione.
  • Mete reali. Prefissarsi mete irraggiungibili facilita la frustrazione.
  • Curerò il linguaggio non verbale. Così trasmetterò i messaggi adeguati.

Ricorda, cara timidezza, che anche se vuoi passare inosservata, gli altri ti conoscono e sanno interpretare il tuo linguaggio. Se resti assorta in te, isolata, in silenzio, sarai molto più visibile di quello che credi.

In questo modo sarà più facile sfruttare tutte le tue possibilità. Non si tratta di fingere di essere qualcos’altro. Semplicemente di identificare quali sono gli aspetti che ti valorizzano maggiormente nell’interagire con gli altri e di utilizzarli a tuo favore.

Concludo salutandoti con gratitudine, perché mi hai insegnato tanto. Senza di te non saprei chi sono, non avrei migliorato il mio spirito di osservazione e non avrei affrontato al meglio molte situazioni; forse non lo sai, ma a volte sei stata la mia miglior alleata. Rendiamoci la vita più semplice. Continuiamo a stare insieme, ma diventiamo più assertive e sensate quando si tratta di agire. Puoi restare con me, ma il controllo lo prendo io.


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    • Cano Vindel, A, Pellejero, M. Ferrer, M.A. Iruarrizaga, I., & Zuazo, A. (2006). Aspectos cognitivos, emocionales genéticos y diferenciales de la timidez. Revista Electrónica de Motivación y emoción, 12, 49-59.
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