Cosa si cela dietro il vizio del fumo?

Cosa si cela dietro il vizio del fumo?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Fumare non è esattamente un piacere per i sensi. La prima volta che una persona si espone alla sigaretta di solito non vive un’esperienza gradevole. Il tabacco ha un odore forte ed irritante. Quando lo si aspira, si prova bruciore e senso di soffocamento. Nonostante ciò, molti prendono il vizio del fumo e, poi, gli risulta quasi impossibile abbandonarlo.  

La nicotina è la sostanza responsabile della dipendenza dal fumo. Dopo essere stata inalata, impiega circa dieci secondi a raggiungere il cervello dove stimola la produzione di dopamina. Tuttavia, a lungo termine produce una quantità che sazia sempre meno, pertanto si ha bisogno di dosi maggiori affinché sortisca i medesimi effetti.

“Una sigaretta definisce il fumatore, come la poesia il poeta”

-Richard Klein-

A differenza di altre droghe, la nicotina non produce cambiamenti radicali nel comportamento. Diversi studi, inoltre, hanno permesso di stabilire che la dipendenza dal fumo influisce anche su potenti fattori psicologici. Questo vizio viene definito un “rinforzo comportamentale” più che una dipendenza strettamente fisica.

I motivi per cui si inizia a fumare

Di solito si inizia a fumare da adolescenti. Alcol e tabacco sono due psicoattivi legali, di facile acquisizione e relativamente economici. Si tratta di un’abitudine usualmente vietata da genitori e maestri. Proprio questo elemento attrae molti giovani.

Uno studio condotto da Scientific Psychic ha permesso di scoprire che i motivi principali per i quali la gente inizia a fumare sono:  

  • Sfidare il mondo adulto o gli ambienti restrittivi.
  • Integrarsi ad una cerchia sociale.
  • Dimostrare di essere cresciuti.
  • Riaffermare la propria indipendenza.
  • Imitare persone ammirate che fumano.
  • Perdere peso.

Come si può evincere, il vizio del fumo presenta una forte componente psicosociale. Di solito, infatti, gli adolescenti fumano in presenza di altre persone e non mantengono questo vizio quando sono soli. Molti di loro in seguito abbandonano le sigarette, ma vi è una grande percentuale che, invece, resta intrappolato nella rete della nicotina.

Il vizio del fumo: aspirare, ispirare ed espirare

Il fumo racchiude anche diversi aspetti inconsapevoli. In psicoanalisi si parla di dipendenza dal fumo come l’espressione di un sintomo orale. Rappresenta la regressione ad una fase infantile della vita.

Donna con la sigaretta in mano vizio del fumo

Studiosi del tema, come Coderch, indicano che si tratta di un’abitudine tipica di soggetti con madri iperprotettive che usavano la gratificazione orale per calmarli da bambini. In altre parole, placavano la loro ansia dando loro qualcosa da mangiare che gli risultasse gradevole.  

Molte persone dicono di avere voglia di fumare quando sono nervose. A detta loro, la sigaretta li tranquillizza. Alcuni autori dichiarano che aspirando il fumo, queste persone ingoiano, letteralmente, le loro aspirazioni. In questo senso, fumare sarebbe una risposta alla frustrazione. Simbolicamente contribuisce ad inibire i desideri.  

Sulla stessa lunghezza d’onda, si è affermato che fumando si cerca, simbolicamente, ispirazione. La mancanza di idee o risorse per risolvere una situazione induce, inconsciamente, a fumare. È un’azione che rappresenta il desiderio di lasciarsi ispirare, senza riuscirci.

Quello che brucia e poi diventa cenere

Per molte culture ancestrali, il tabacco è una pianta sacra. Intuitivamente sanno che si tratta di un elemento dagli effetti positivi per il cervello. È stato dimostrato, infatti, che stimola la memoria, incrementa la velocità del pensiero e stabilizza lo stato d’animo.

Uomo con viso colorato e con il vizio del fumo

La differenza di queste culture rispetto alle nostre è che in esse nessuna sostanza psicoattiva rientra nella logica consumista. Vi sono momenti e posti per il tabacco, come vi sono per la foglia di coca e altre piante simili. È comune che tali ingredienti facciano parte di rituali collettivi e ben definiti. Fanno uso di queste piante per divenire più saggi; gli occidentali, invece, divengono più stupidi quando le assumono.

Un’antica massima recita “dove c’è fumo, c’è fuoco”. Può essere applicata perfettamente a chi ha il vizio del fumo, poiché vive acquisendo e disfacendosi del fumo, mentre il tabacco arde e diventa cenere.

Chi dipende dalla nicotina ha qualcosa che arde dentro di sé. La sua risposta a ciò è rifletterlo all’esterno, nella snella figura di una sigaretta, lasciando che si consumi. Una cosa è certa: è stato dimostrato che quando spariscono le motivazioni psicologiche per fumare, si supera con relativa facilità la dipendenza alla nicotina. Bisogna pensare a ciò.

Immagini per gentile concessione di Eloïse Heritier


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