Come vivere la vita con la tua mancanza (l'impossibilità di essere madre)
Essere madre è un’opzione personale. C’è chi non ne sente mai la necessita e rompe, in maniera figurata, il ruolo tradizionale delle donne in generale. Tuttavia, esiste un aspetto più delicato, in cui influisce l’angoscia personale e un vuoto emotivo che, oggigiorno, si verifica abbastanza di frequente.
L’impossibilità di essere madre è senza dubbio un grande dolore, che può essere compreso solo da chi l’ha provato. Sappiamo che oggi le tecniche di inseminazione artificiale sono molto avanzate, anche se non sempre efficaci, e non tutti se le possono permettere (economicamente parlando).
Non bisogna inoltre dimenticare che il tema dell’infertilità riguarda anche gli uomini; che la sofferenza non ha sesso, né razza o religione e che a chiunque potrebbe capitare di vivere questa situazione. Perché essere padre o madre è il più grande regalo che possiamo fare a noi stessi, un tesoro che contiene tutto il nostro amore, qualcuno da educare e guidare passo dopo passo verso la felicità e la maturità personale.
Oggi tratteremo questo tema, incentrandoci sulla figura della donna, per l’implicazione emotiva che solitamente suppone in tutte le donne che vorrebbero essere madri, che vorrebbero dare alla luce un figlio, abbracciarlo, accudirlo e vederlo crescere, ma che purtroppo non possono farlo.
Implicazioni psicologiche per l’impossibilità di essere madre
Come vi abbiamo già detto, l’esperienza della sterilità non è facile né per un uomo né per una donna. È possibile che si tratti di una coppia che sta provando ad avere un figlio oppure potrebbe trattarsi di una donna che vorrebbe un figlio per conto suo.
In qualsiasi caso, il processo di assunzione e accettazione di non poter essere madre viene sperimentato come un processo doloroso in tutti i sensi. Difatti, gli esperti ci spiegano che la notizia dell’infertilità viene continuamente vissuta come un dramma, come quando si deve affrontare una perdita:
1. C’è un primo momento di sconcerto ed incomprensione, oltre alla possibilità di non accettare questa situazione. Abbiamo amiche che già hanno figli, nessun antecedente di infertilità in famiglia. Allora perché è successo proprio a noi?
2. A volte bisogna anche affrontare il “muro sociale”che non aiuta affatto in questa fase. Non si può certo parlare di rifiuto nei confronti delle donne sterili, ma di incomprensione, dal momento che ci sono volte in cui il partner non riesce a comprendere il dolore della propria compagna oppure che amici e familiari provino a consolare la persona in questione con frasi del tipo “non fa nulla, così sarete più liberi”. Espressioni che spesso demoralizzano.
3. L’incomprensione è seguita dalla rabbia, per cui si prova a trovare un colpevole, anche se stessi… Cosa c’è in noi che non va? È forse colpa di qualche medicinale? Ho fatto o non ho fatto qualcosa?
4. Più tardi arriverà la fase della sconsolatezza, del pianto e del dolore… Sono molte le donne che avevano già preparato qualcosa per quel bebè tanto desiderato, che avevano fatto piani che non potranno avverare…
Poco a poco, la situazione si accetterà, spesso con rassegnazione. Questo è il momento in cui si pensa ad altre opzioni, come le tecniche di inseminazione artificiale o anche all’adozione.
Tuttavia, in questo momento ci si concentra solo sul primo impatto, ovvero si prende coscienza che non si potrà mai concepire quel figlio tanto desiderato. Quella persona tanto sognata da amare e di cui prendersi cura.
Come affrontare l’infertilità
Bisogna avere ben chiaro il fatto che se il processo anteriore di sofferenza non viene superato in maniera adeguata e non si prende coscienza dell’idea che non si possono avere figli, è possibile che la situazione degeneri e sfoci in depressione.
La sensazione di fallimento, di quel qualcosa che ci sfugge dalle mani e che ci impedisce di essere madri, ci rende indifese, per questo la bassa autostima può condurci ad uno stato depressivo.
Come possiamo gestire questa situazione?
-In primo luogo, dovete sapere che non siete sole. Forse avrete accanto a voi il vostro partner con il quale parlare e nel quale trovare conforto. Se avevate intenzione di crescere vostro figlio da sole, cercate l’appoggio della vostra famiglia e dei vostri amici. Loro vi daranno amore e appoggio, e vi indicheranno altre possibili opzioni se lo volete.
-È possibile che non vivrete mai l’esperienza della gravidanza, è una delle probabilità. Però non per questo dovete amarvi di meno, né dovete rifiutarvi solo perché il vostro corpo non vi permette di avere dei figli. Non pensate mai niente di simile. Potrete godervi la maternità pienamente dopo l’adozione, ad esempio.
-Se ciò nonostante, non riuscite in nessun modo ad avere al vostro fianco quella creatura da accudire, proteggere ed educare, non buttate al vento la vostra necessità di amare, ci sono molte altre persone che hanno bisogno di voi. Amatevi completamente, l’impossibilità di essere madre non deve lasciare un vuoto nelle vostre vite, e potete riempirlo in tanti altri modi. Cercate la vostra strada e vivete con felicità.