COVID-19 e fumo: aumenta il rischio di complicazioni

Il tabagismo è uno dei principali fattori predisponenti in molte malattie respiratorie e, tra queste, le infezioni virali.
COVID-19 e fumo: aumenta il rischio di complicazioni
Fátima Servián Franco

Scritto e verificato la psicologa Fátima Servián Franco.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Secondo uno studio scientifico condotto in Cina e negli Usa, alti livelli di tabagismo spiegano perché i cinesi di sesso maschile abbiano sviluppato maggiori complicazioni da Covid-19. Vediamo in questo articolo la correlazione tra Covid-19 e fumo.

Le infezioni acute del tratto respiratorio possono colpire tutti, ma presentano una maggiore incidenza nelle due fasce estreme di età e nei pazienti immunodepressi, in cui possono presentarsi in forma più grave (Knipe, 2013).

È un dato di fatto che il nuovo Coronavirus può attaccare i polmoni e provocare la polmonite. Il fumo, quindi, aumenta il rischio di complicazioni per i malati di Covid-19.

Le infezioni respiratorie acute sono una casistica molto frequente nella popolazione in generale. La maggior parte di esse sono di origine virale. Non esiste un’ampia letteratura scientifica sul ruolo dei virus nelle infezioni respiratorie acute negli adulti; ancora più scarsi sono gli studi sul ruolo dei Coronavirus (Talbot e False, 2010).

Secondo la scienza, al momento non esiste una causa precisa che spieghi la maggiore sensibilità del sesso maschile al Covid-19. Alcuni ricercatori spiegano questo fenomeno con ciò che l’OMS ha definito “vantaggio biologico intrinseco” del sesso femminile. Il motivo, tuttavia, potrebbe risiedere anche in fattori collegati allo stile di vita, come il tabagismo.

Il fumo uccide circa 6 milioni di persone ogni anno. Tra questi, 5 milioni sono fumatori e più di 600 mila sono vittime del fumo passivo. Si tratta di una mortalità superiore a quella causata dall’uso di droghe e alcol messi insieme.

Mano e sigaretta

Covid-19 e fumo: il tabagismo aumenta il rischio di complicazioni nelle infezioni da COVID-19?

Uno studio realizzato nel 2014 a Palma di Maiorca aveva già delineato le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche nei pazienti adulti con infezioni respiratorie da Coronavirus OC43, NL63 e 229E.

Le infezioni respiratorie acute causate dai Coronavirus colpiscono soprattutto i fumatori di sesso maschile di mezza età, spesso reduci da malattie pregresse (Reina, López-Causapé, Rojo-Molinero y Rubio, 2014).

Il tabagismo è uno dei principali fattori predisponenti in molte malattie respiratorie e, tra queste, le infezioni virali. Ventitré pazienti dello studio sopracitato (47,9%) erano fumatori attivi. (Gli autori dello studio hanno dichiarato di non avere alcun conflitto di interessi).

Gisli Jenkins, professoressa di medicina sperimentale all’Università di Nottingham, conferma che i fumatori soffrono di un alto tasso di malattie polmonari ostruttive (COPD); i pazienti con COPD corrono a loro volta un rischio maggiore di contrarre infezioni respiratorie da Coronavirus.

Il fumo è il fattore responsabile del 33% dei casi di cancro negli uomini e del 10% nelle donne. Fino al 90% dei tumori ai polmoni è causato dal tabacco.

Fumatore e radiografia dei polmoni

Complicazioni nelle infezioni da Coronavirus

Le complicazioni cliniche più frequenti, in caso di infezione da Coronavirus, sono febbre aspecifica (43,7%), polmonite (29,2%), aggravamento della malattia polmonare ostruttiva cronica (8,3%). Il 52% dei pazienti ha richiesto il ricovero ospedaliero, in due casi in terapia intensiva (Reina et al, 2013).

Sebbene questi casi si verifichino durante tutto l’anno, l’incidenza delle infezioni da Cronavirus si adatta a uno schema stagionale, prevalente nei mesi invernali (Talbot e False, 2010).

In alcuni studi è stato osservato che l’OC43 presenta un modello di ondate semestrali, con prevalenza nei primi quattro mesi dell’anno. Nello studio di Reina et al (2013), l’incidenza delle infezioni respiratorie da Coronavirus è stata registrata durante tutto l’anno, sebbene la maggioranza (58,3%) si sia verificata tra i mesi di gennaio e marzo.

Infine, buone notizie arrivano in questi giorni dalla Spagna. I ricercatori del Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC) hanno dimostrato in vitro che il farmaco Aplidin (plitidepsina) è in grado di bloccare la moltiplicazione del Coronavirus di tipo HCo-V-229E, virus appartenente alla famiglia del nuovo Coronavirus responsabile dell’attuale pandemia.

È in fase di studio, inoltre, l’efficacia di questo farmaco contro il Coronavirus SARS, molto simile al SARS-CoV-2 del Covid-19. La virologa spagnola del CSIC Isabel Sola, che studia da oltre venti anni il comportamento dei Coronavirus, afferma che nel giro di due o tre mesi potremo già sapere se l’Aplidin rappresenti una cura efficace contro il nuovo Coronavirus. 

I fumatori presentano un tasso di mortalità superiore al 70% correlata a malattie cardiovascolari, bronchite cronica, tumore al polmone, enfisema polmonare.


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  • D.M. Knipe, P.M. Howley (Eds.), Fields virology (6th ed.), Wolters Kluwer, Philadelphia (2013), pp. 825-858

  • H.K. Talbot, A.R. Falsey The diagnosis of viral respiratory disease in older adults Clin Infect Dis, 50 (2010), pp. 747-751
  • Reina, J., López-Causapé, C., Rojo-Molinero, E., & Rubio, R. (2014). Características de las infecciones respiratorias agudas causadas por los coronavirus OC43, NL63 y 229E. Revista Clínica Española214(9), 499-504.


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