Disturbo passivo aggressivo: vivere nell'ambiguità

Disturbo passivo aggressivo: vivere nell'ambiguità
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Al vostro partner non va di andare a un evento a cui siete stati invitati, ma alla fine accetta di venire con voi. Tuttavia, continua a perdere tempo e alla fine, quando è finalmente pronto, la festa è quasi finita. Questo è uno dei comportamenti che adottare avere le persone con disturbo passivo aggressivo.

Conosciuto anche come aggressività silenziosa o disturbo di personalità negativistico, è molto più comune di quanto pensiamo. È però molto difficile da rilevare perché la persona tende a essere sfuggente e a passare inosservato.

Come si comportano le persone con disturbo passivo aggressivo?

La chiave del loro comportamento è la resistenza nei confronti delle sollecitazioni esterne. In altre parole, adottano un atteggiamento passivo nei confronti di obblighi essenziali e ragionevoli che chiunque dovrebbe assumersi nella vita di tutti i giorni.

È molto difficile andare d’accordo con loro, perché cercano in tutti i modi di evitare le responsabilità. Semplicemente se le “dimenticano” o le mettono all’ultimo posto nella loro lista di priorità. Ad esempio, se ci hanno assicurati che avrebbero portato il pane per il pranzo, escono di casa per comprarlo quando i commensali sono già seduti e pronti per mangiare. Si tratta di un disinteresse esacerbato.

Questi soggetti di solito sono esigenti, dipendenti, hanno paura di stare da soli e poca fiducia in sé stessi. Sono persone con una doppia faccia, che vivono tra due estremi, creando grande confusione intorno a loro. Sono manipolatori, pessimisti e si mostrano spesso risentiti. Non concepiscono l’autocritica e non si sentono in colpa. Cercano di giustificare tutte le loro azioni o qualsiasi scusa possibile per esimersi dalle responsabilità, per quanto ridicola che sia.

Uomo che manipola la sua ragazza

Circondati da ambiguità e rabbia

Le persone che soffrono di disturbo passivo aggressivo spesso mostrano una discordanza completa tra quello che dicono e quello che fanno. È quasi impossibile sapere come si sentono, perché di solito non agiscono in alcun modo o in due modi completamente opposti.

Per fare un esempio, è come se il vostro partner vi dicesse allo stesso tempo “Non ti voglio più. Non provo più amore per te”, e subito dopo esclamasse “Non lasciarmi mai! Non posso vivere senza di te!”. Hanno costantemente una comunicazione ambigua, più indiretta che diretta.

Con te, ma senza di te

È consuetudine che se ci dà fastidio il comportamento di un’altra persona, glielo diciamo e si cerchi di risolvere il problema. Loro non lo fanno. Non dicono nulla, se lo tengono per sé e agiscono come se non fosse successo nulla. Tuttavia, dentro di sé sono adirati.

Vivono in modo compiacente, ma pieni di rabbia. E non arrivano mai a esprimere questa rabbia perché pensano che sia una sensazione del tutto inaccettabile. Per questo la reprimono e sono incapaci di esprimerla in modo sano.

In realtà la camuffano così bene che, anche se sono avvolti dalla rabbia, di solito nessuno intorno a loro si rende conto che sono offesi o turbati. Appaiono caldi, vicini, docili e gentile, ma in fondo sono gelosi, vendicativi e arrabbiati.

Brontoloni e scorbutici

Il disturbo passivo aggressivo rende cupi, sospettosi e solitari. La persona diventa indomabile, lunatica, irritabile e irascibile.

Ci si sente continuamente trattati ingiustamente. A fronte di ciò, spesso l’individuo agisce in modo ostile o cinico, ostinato. La sua proiezione raggiunge l’estremo e per quante spiegazioni ragionevoli gli si diano, si crede sempre la vittima. È spesso irrispettoso e per difendere la sua indipendenza rifiuta i suggerimenti degli altri.

Capo che riprende due sue dipendenti

Ostruzionismo e controllo

Per una persona con disturbo passivo aggressivo è molto importante che gli altri non ottengono quello che vogliono. È pura apparenza. Anche se ci fa credere di avere il suo sostegno, che è al nostro fianco, in realtà le sue azioni dimostrano il contrario. Non ci daranno mai quello che gli chiediamo.

Non rispetta mai le scadenze. Se le si dà un termine in cui consegnare o fare qualcosa, in genere non lo rispetta. Preferisce fare le cose a modo sua senza sentirsi sotto pressione o compromessi.

Questo influisce notevolmente sulle sue prestazioni in ambito lavorativo. Se il sua capo le chiede un rapporto per l’indomani, non solo non glielo farà trovare pronto, ma non ne giustificherà nemmeno il ritardo, né cercherà di spiegare perché non lo ha fatto. Semplicemente lascerà passare il tempo, in attesa che abbia voglia di farlo. Addirittura, in alcuni casi, queste persone raccontano fatti inventati o manipolano alcune informazioni per uscire indenni dalla situazione.

Cause del disturbo passivo aggressivo

Anche se non si conoscono con certezza, diversi esperti ritengono che la sua origine sia una miscela di fattori biologici e ambientali. Influirebbero, di conseguenza, l’autostima, l’attaccamento infantile, le dinamiche familiari o i comportamenti appresi.

Possono promuoverne lo sviluppo anche gli abusi subiti durante l’infanzia, le punizioni sproporzionate o l’abuso di sostanze psicotrope. Altre condizioni che sembrano contribuire al disturbo del comportamento passivo aggressivo sono il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), stress, depressione, disturbo bipolare, vari disturbi della personalità o altre dipendenze.

Ragazza con disturbo passivo aggressivo che abbraccia il suo partner

Come comportarsi con le persone con disturbo passivo aggressivo

Come abbiamo potuto vedere, non è facile rispondere o confrontarsi con il loro comportamento, perché generano una sensazione di impotenza.

Se vi travate in stretto contatto con soggetti “passivo aggressivi”, è meglio non farsi prendere dal loro cattivo umore e rispondere con gentilezza. Siate positivi, ottimisti. Introdurre l’umorismo o parlare di questioni banali è il modo migliore per resistere all’influenza negativa del loro comportamento.

Se abbiamo abbastanza influenza per farlo, la cosa migliore è convincere la persona a chiedere un aiuto psicologico. Lo psicoterapeuta cercherà di ridurre la sua rabbia e frustrazione, insegnandogli efficaci strategie di coping. Lo specialista lavorerà sulla sua oggettività, assertività e sulla soluzione dei problemi in modo efficace e sano.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.