Esigenti o iperesigenti: valorizzarsi o no
I nostri giorni sono più o meno tutti segnati dalla motivazione e dall’impulso all’azione. Man mano che da una necessità nasce la motivazione, ci sentiamo incoraggiati e con voglia di “fare di più”. Il problema nasce quando dall’essere esigenti passiamo a essere iper-esigenti e vogliamo sempre più, nel tentativo di avvicinarci a una perfezione ossessiva.
Dunque, invece di dare valore a quanto fatto, ci fermiamo per comunicare agli altri cosa è andato storto, e questo a causa pretese eccessive. Si tratta di un modo per sminuire quanto abbiamo ottenuto.
Essere esigenti: trovare la motivazione o autocriticarsi troppo aspramente
Ovviamente ogni opportunità di portare avanti un progetto deve basarsi su una certa motivazione. Anche la più minima motivazione è una boccata d’aria che ci invita all’azione e a concretizzare un progetto.
Eppure, se vogliamo che questo processo abbia successo è importante essere esigenti in modo produttivo.
La pretesa è lo sforzo, la forza per portare avanti un progetto nel migliore dei modi.
Fino a un certo punto pretendere offre una boccata d’aria e dà valore agli sforzi, ma superato questo confine, ecco che si parla di pretese eccessive.
Bisogna chiedersi quale sia il limite, quale il punto oltre il quale l’essere umano oltrepassa i propri limiti personali?
Pretendere troppo o in modo eccessivo significa sforzarsi di andare oltre le propria potenzialità; è il bisogno imperante di vedere tutto scorrere alla perfezione.
Eppure, la vita è reale, con i suoi pregi e i suoi difetti, e sarà davvero difficile che chi pretende troppo riesca a tollerare un margine di errore. Un errore è inaccettabile, è il passaporto per il senso di colpa; è l’autoflagellazione.
- Essere esigenti significa contemplare le proprie possibilità e risorse personali, le valorizza, nel tentativo di applicarle a situazioni e a esperienze da risolvere.
- Al contrario, l’eccessiva pretesa non attinge solo alle risorse personali, prova anzi a crearle e a plasmare, molte spesso idealizzandole, opportunità che oltrepassano le abilità personali.
Essere esigenti o iperesigenti: il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto
Sulla base di quanto detto, chi è esigente è più umano, conosce i propri limiti, fa tesoro delle proprie risorse e le esalta, mentre chi è pretende troppo è una sorta di macchina della produttività: non capisce i limiti e va oltre le proprie abilità.
Di conseguenza, questi ultimi tendono a sminuirsi quando non arrivano all’obiettivo desiderato e quando pretendono così tanto da se stessi da arrivare a sminuirsi.
Insomma, chi è iper-esigente è il tipico esempio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mentre il vaso si riempie, è in equilibrio; ma se non raggiunge il livello massimo dell’obiettivo -senza alcuna via di mezzo- entra in una dimensione negativa, dequalificante.
Per fare un esempio visivo, se in un grafico il massimo punteggio è pari a 10, una persone esigente si concentra sul fatto di aver ottenuto un 7 o un 8, mentre chi pretende troppo si dedica a osservare con ossessione i punti mancanti.
Di fronte allo stesso punteggio, si concentrerà sui due o tre punti a causa dei quali non è arrivato a dieci. Inoltre, un punteggio pari a 9,50 dà alla persona iper-esigente un motivo per rimuginare sul perché non è arrivato a 10 punti o sul perché ha fallito.
L’errore inteso come fallimento
La persona esigente apprezzerà il proprio rendimento e proverà a imparare dall’esperienza passata per il futuro. L’iper-esigente non si gode nulla: pur avendo raggiunto i 10 punti, avrà sempre qualcosa da obiettare.
Insistendo sempre su ciò che manca si sentirà sempre in debito con se stesso. Questo meccanismo fa nascere in lui un senso di colpa e di angoscia che si esprime attraverso la lamentela. Dunque, oltre a essere iperesigente, tende anche a colpevolizzarsi e a lamentarsi.
A tal proposito, chi è esigente non si sente in colpa, solo quanto basta nei confronti degli errori commessi nel corso dell’esperienza fatta; accetta un margine di errore ed è consapevole che proprio questo margine è ciò che gli permette di imparare.
- Gli iper-esigenti non permettono a se stessi di sbagliare. Non ammettono possibilità di errore. Proprio per questo, la deviazione che implica non aver fatto uso delle giuste informazioni provoca in loro inevitabili sensi di colpa che si manifestano con autoflagellazione, aggressività e altre forme di autopunizione.
Pretendere troppo è un atteggiamento rigido, che non ammette sbavature su un foglio bianco; esprime sentenze ed è categorico.
- Essere esigenti, invece, implica un margine di flessibilità che rende possibile sradicare il dogmatismo e accettare diverse forme di permesso dinnanzi all’arbitrarietà dell’esperienza.
Chi è esigente dice: “Farò del mio meglio”. L’iper-esigente afferma: “Devo farlo alla perfezione”.
Iper-esigenti o sottovalutati famosi
Gli atteggiamenti che determinano marcate differenze tra le due posizioni non coinvolgono solo i protagonisti, ma anche il loro contesto di appartenenza.
Essere iper-esigenti sia verso se stessi che verso gli altri è all’ordine del giorno per chi si sottovaluta. Succede spesso che gli iper-esigenti diventino criticoni e quasi sminuiscano alcune persone intorno a loro. Non apprezzano quanto fatto, bensì rimuginano su quanto non si è riuscito a fare.
In questa tabella possiamo osservare una sintesi delle caratteristiche dell’iper-esigente e di chi è esigente, fino ad arrivare ai neurotrasmettitori che prevalgono nell’uno e nell’altro caso.
ATTITUDINE ESIGENTE | ATTITUDINE IPERESIGENTE |
Pensieri positivi | Pensieri automatici negativi |
Incoraggia e motiva | Spaventa e riempie di paure |
Incoraggia ad agire | Paralizza |
Rafforza | Mette il potere nelle mani degli altri |
Realizza progetti | Procrastina e non riesce a concluderli |
Dà connotazioni positive | Avanza verso se stesso critiche distruttive per ciò che non ha raggiunto |
Aumenta l’autostima | Sminuisce |
Dà potere | Sottrae forza |
Permette di condividere con gli altri | Favorisce il focus su se stessi |
Spinge a chiedere | Spinge a non chiedere, perché fa sentire inferiori |
Incoraggia il buon umore | Genera fastidio e angoscia |
Porta a riconoscere i propri limiti | Impedisce di conoscere i propri limiti |
Induce a stare bene a prescindere dai risultati | Induce un malessere in assenza dei risultati desiderati |
Porta ad apprezzare ciò che si ha | Dà più importanza a ciò che non si ha o che non siamo riusciti a ottenere |
Probabile successo | Probabile fallimento |
Comporta un’ansia produttiva | Comporta un’ansia paralizzante |
Serotonina, dopamina | Cortisolo, adrenalina |
La necessità di piacere a tutti i costi
Che fatica sentirsi accettati, vero? Ebbene sì, le persone che si sminuiscono si sforzano tanto per sentirsi apprezzati dagli altri.
Molti di loro diventano alunni modello; poi ci sono quelli che dinnanzi a una bassa autostima diventano iper-esigenti per contrastare la sensazione di svalutazione personale.
In questo modo provano a richiamare l’attenzione in contesti in cui interagiscono con le aspettative segrete di sentirsi svalutati per le proprie risorse.
Durante l’infanzia, molti di loro venivano appoggiati o trascurati (ad esempio, da genitori concentrati sul lavoro, sulla vita matrimoniale o sugli altri fratelli) e, dunque, avevano bisogno di essere iper-esigenti, di trasformarsi in bambini super-adattati, in modo da ottenere così l’approvazione dei loro genitori.
Tuttavia, bisogna dire che non sempre un alunno esemplare lo è perché si sente sminuito. L’iper-esigenza è una risorsa della quale si avvale una persona con bassa autostima, nel tentativo di accrescerla. Tuttavia, quasi sempre presto o tardi la profezia si compie inesorabilmente.
Conseguenze dell’iper-esigenza
Le persone iper-esigenti possono sentirsi logorate ma sono anche poco tolleranti alla frustrazione. E questo vale soprattutto quando non riescono a raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati: ecco che sentono una profonda sensazione di fallimento. Nessuno può fermarle.
Provano sempre a stare un gradino più in alto degli altri e faticano a lasciarsi accompagnare dall’angoscia. Si sentono sole, sebbene siano loro stesse a promuovere questa solitudine.
Dobbiamo aggiungere che essere iper-sigenti va di pari passo con l’onnipotenza: dinnanzi alla sensazione di impotenza determinata dalla svalutazione personale, le persone tendono ad essere estremamente esigenti nei confronti di se stesse e l’onnipotenza amplifica l’iper-esigenza.
Questo connubio è letale: gli iper-esigenti diventano perfezionisti e diventano più suscettibili a ciò che non hanno.
Riflessioni conclusive
Più è marcata la tendenza all’eccessiva esigenza, maggiore è la sua sistematizzazione nella vita della persona e del contesto di appartenenza. Chi è iperesigente diventa critico, autoritario e negativo verso sé e l’ambiente.
Non darà mai una connotazione positiva ai propri successi né a quelli degli altri, non si godrà neanche il raggiungimento di un obiettivo.
Nel tempo, convivere con loro diventa impossibile: diventano dipendenti dal contesto, ma cadono nella trappola della continua insoddisfazione e le persone, anziché sostenerli li ripagano con la stessa moneta: escludendoli.