Essere troppo modesti: umiltà o inibizione?

La modestia eccessiva non sempre è adeguata perché può finire per renderci invisibili e impedire la nostra auto-affermazione. L'amor proprio, l'orgoglio personale non è sinonimo di arroganza, ma del giusto riconoscimento che dobbiamo a noi stessi. 
Essere troppo modesti: umiltà o inibizione?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

Essere troppo modesti non sempre è positivo perché può finire per renderci invisibili e impedire la nostra auto-affermazione. L’amor proprio, l’orgoglio personale non è sinonimo di arroganza, ma del giusto riconoscimento che dobbiamo a noi stessi.

Essere troppo modesti è negativo, come qualunque cosa portata all’estremo. La chiave sta nel “troppo”. Con questa parola possiamo trasformare le più belle virtù in difetti, i più grandi piaceri in tortura. L’eccesso, quasi sempre, snatura le cose.

La modestia è una dote importante, è cugina di valori umani come la semplicità, l’umiltà, la moderazione. È l’opposto della vanità e della presunzione, due aspetti che stanno conquistando sempre più terreno. Chi è modesto non ha bisogno, non desidera vantarsi. Ma chi è troppo modesto finisce per sminuire i propri risultati e le proprie qualità.

È vero che l’arroganza genera antipatia ed erige barriere, ma l’eccessiva modestia non aiuta a creare relazioni sane, né con gli altri né con se stessi. Chi sottrae valore alla propria persona può ottenere anche un certo beneficio, ma perde la possibilità di affermarsi e ottenere il riconoscimento che merita.

“La modestia sta al merito come le ombre stanno alle figure in un quadro: gli dà forza e risalto”.

-Jean de la Bruyere-

Essere troppo modesti: una delle facce dell’inibizione

Certamente essere troppo modesti può facilitare alcuni aspetti nelle relazioni sociali. Chi si comporta in questo modo viene percepito come inoffensivo, evita la gelosia altrui, l’invidia, il confronto. Nella società attuale si tende a essere troppo competitivi. E, di fatto, i social stanno esaltando la nostra competitività. Chi si atteggia a molto modesto riesce a eludere queste tensioni.

Le persone sicure di sé non sentono la necessità di esibirsi, vantarsi e ottenere l’approvazione altrui. Questo può essere considerato un modo naturale e spontaneo di essere modesti. In chi cerca di esserlo troppo, tuttavia, scatta un meccanismo diverso. Non si tratta più di non voler auto-celebrarsi, ma piuttosto del bisogno di nascondersi, sminuirsi. Rendersi addirittura invisibili.

Potremmo quindi dire che la modestia esasperata non è un segno di umiltà, ma dell’inibizione. Si teme la reazione degli altri e il modo per affrontarla è mimetizzarsi, nascondersi alla vista. È come se si sentisse di non avere il diritto di essere come o migliore degli altri, sotto nessun aspetto. In un certo senso, lascia intravedere un sentimento di vergogna nei propri confronti.

Essere troppo modesti rappresentato da donna che si copre il viso

L’orgoglio non è presunzione

In genere confondiamo l’orgoglio con la presunzione, quando in realtà sono due realtà diverse. L’orgoglio ci parla di amor proprio, la presunzione è più un amor proprio ferito. L’amor proprio è il risultato dell’auto-accettazione e dell’autostima. Quando raggiungiamo un buon risultato, l’orgoglio cresce e ci sentiamo a nostro agio con la nostra persona.

La presunzione, al contrario, è un’impostura. Cerca l’approvazione, l’applauso altrui. Crea una distanza che permette di sentirsi superiori e, grazie a questo, migliorare l’opinione che si ha di se stessi. La presunzione grida il successo, non vuole condividerlo. C’è qualcosa di amaro nella sua essenza, e non si colma mai.

Questa arroganza, quindi, è un tentativo per compensare la mancanza di amor proprio. Di solito è artificiosa e aggressiva. Quando la persona superba non viene approvata, si sente profondamente frustrata. Questo perché non è capace di dare il giusto valore a se stessa, indipendentemente da quello che pensano gli altri.

Donna angosciata con gli occhi chiusi

L’orgoglio che manca

La modestia e l’orgoglio non sono così distanti. Queste due dimensioni non si escludono a vicenda, ma si completano. Una persona può sentirsi orgogliosa di sé, dei propri successi e, allo stesso tempo, mantenere un profilo modesto. Si tratta, insomma, di non vantarsi, non cercare l’ammirazione o il riconoscimento altrui, ma neanche sminuirsi o rendersi invisibili.

Essere troppo modesti o, all’opposto, arroganti significa attribuire troppa importanza allo sguardo degli altri. Nel primo caso perché lo si teme e perché prevale un sentimento di vergogna, di incapacità di affrontare questo sguardo. Nel secondo caso si vuole prevalere sugli altri. L’arroganza ha bisogno di competizione, vuole vincere e vuole che la vittoria sia visibile a tutti.

Sentirsi orgogliosi di se stessi e delle proprie capacità è positivo e sano. Tutto quello comporta fatica, lavoro, merita il nostro riconoscimento. È anche bello condividerlo con gli altri, così come fa bene condividere una sconfitta, un momento di tristezza.

L’opinione altrui ha assunto un’importanza spropositata nelle nostre  vite. L’atteggiamento migliore è non lasciarci sopraffare e imparare a misurarci anche con il nostro metro di valutazione.


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  • Nakano, K. (1996). La felicidad de la pobreza noble: vivir con modestia, pensar con grandeza. Maeva.

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