Evoluzione culturale: di cosa si tratta?

Evoluzione culturale: di cosa si tratta?
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Abbiamo sentito parlare tutti di evoluzione, termine che ci fa pensare subito a Charles Darwin e alla sua teoria. Nella sua opera L’origine delle specie, il naturalista inglese teorizzava un’evoluzione biologica che avveniva attraverso un meccanismo di selezione naturale. Gli esemplari con caratteristiche più adatte alla sopravvivenza si sono evoluti a dispetto degli altri. Tuttavia, non esiste soltanto questo tipo di evoluzione. Gli esseri umani cambiano anche seguendo l’evoluzione culturale.

L’uomo è l’unica specie dotata di cultura e questo lo rende speciale. Siamo in grado di creare e trasmettere cultura. Ma cos’è esattamente l’evoluzione culturale? Può essere definita come lo sviluppo di usi, costumi, religioni, valori, organizzazioni sociali, tecnologie, leggi, linguaggio, artefatti, strumenti, mezzi di trasporto; l’insieme di questi elementi si è evoluto grazie alla conservazione e alla trasmissione della conoscenza. Lo scopo è quello di poterci adattare meglio all’ambiente. L’evoluzione culturale, d’altra parte, è la trasformazione nel tempo degli elementi culturali di una società ed è in grado di cambiare anche gli esseri umani.

Bambini giocano nella foresta

Adattamento culturale

La cultura è, quindi, una strategia di sopravvivenza. Con essa si è sviluppata la capacità di trasmettere conoscenze e abilità, fatto che ha reso possibile l’emergere di una tecnologia più raffinata. Grazie all’evoluzione culturale, il processo evolutivo ha subito un’accelerazione. Ma l’evoluzione culturale ha bisogno di due elementi per poter evolvere: apprendimento sociale e teoria della mente.

Sebbene alcuni animali sembrino avere tradizioni culturali, non si evolvono o migliorano nel tempo. Ciò non accadrà mai, a meno che questi animali non acquisiscano la teoria della mente e l’apprendimento sociale. Al contrario, le società umane, si sviluppano e si evolvono gradualmente attraverso l’adattamento culturale cumulativo. Gli esseri umani si imitano, scelgono e modificano le tecnologie esistenti e allo stesso tempo conservano conoscenze e abilità. Il risultato di questi processi è una cultura varia e complessa.

Evoluzione culturale - India

Teoria della mente e apprendimento sociale

La teoria della mente è la capacità di attribuire pensieri e intenzioni ad altre persone. Questa facoltà si acquisisce a partire dai sei anni di età ed è comune in tutti gli esseri umani. La teoria della mente, in altre parole, ci fa sapere che anche le altre persone pensano e, quindi, sono dotate di intenzioni. Questo ci permette di sviluppare credenze comuni e cultura.

Allo stesso tempo, gli esseri umani trasmettono la cultura. Quando parliamo della nostra religione e dei suoi riti sacri, ad esempio, trasmettiamo la nostra cultura. Attraverso l’apprendimento sociale, invece, imitiamo e impariamo da ciò che vediamo. Un esempio di apprendimento sociale è quello della storia dei granchi samurai. Carl Sagan osservò che in Giappone i granchi hanno la forma del volto di un samurai. Questo perché per generazioni i granchi con questo disegno sul guscio non venivano pescati. Una cultura con il culto dei samurai ha favorito questa selezione, inducendo i giapponesi, attraverso l’apprendimento sociale, a lasciare liberi questi granchi e a catturare gli altri.

Teorie del cambiamento culturale

Le teorie che cercano di prevedere l’evoluzione culturale introducono una classificazione proposta da Karl Marx. Essa divide tutti gli aspetti della cultura in tre categorie: infrastruttura, struttura e sovrastruttura. 

L’infrastruttura comprende gli aspetti più materiali o tecnologici, i mezzi di produzione e le risorse naturali o umane che la società utilizza nella sua attività economica e sociale. I cambiamenti infrastrutturali sono difficili da prevedere. Dipendono dal progresso tecnologico, dallo sviluppo e dai mutamenti economici. L’infrastruttura è anche condizionata dalle trasformazioni che avvengono negli altri livelli.

Bambini tibetani

Nella struttura troviamo la suddivisione dei compiti e le funzioni sociali. A questo livello abbiamo anche il sistema gerarchico e di potere, oltre alle norme che regolano i rapporti interpersonali. I cambiamenti di questo livello hanno un grande impatto sull’infrastruttura e viceversa. Pensiamo, ad esempio, in occidente all’inserimento massivo delle donne nel mondo del lavoro e alla comparsa di un alto numero di posti di lavoro nel settore dei servizi. Il cambiamento nell’infrastruttura ha portato a un cambiamento nei rapporti sociali.

La sovrastruttura racchiude gli aspetti non materiali e gli ideali. Tra questi troviamo le credenze religiose, i valori morali e “l’alta cultura”, come la pittura, l’architettura, la musica, la letteratura o il cinema. I cambiamenti a questo livello coinvolgono i valori e le credenze e di solito servono a giustificare l’ordine sociale stabilito. Tornando all’esempio di prima, l’integrazione delle donne nel mondo del lavoro è andato di pari passo con un aumento del prestigio della figura femminile che lavora fuori casa e contribuisce al reddito familiare.

Agricoltori cambogiani

Un esempio di evoluzione culturale

Secondo questa teoria, le culture sono adattive, ovvero cercano di adattarsi al contesto in cui vivono. Secondo il materialismo culturale, oggetto di indagine dell’antropologo americano Marvin Harris, i cambiamenti nelle infrastrutture, in particolare il modo di produzione o la tecnologia, fanno apparire nuovi elementi culturali in grado di modificare la struttura e la sovrastruttura. Nonostante ciò, i tre livelli sono interrelati e i cambiamenti in uno di essi possono influenzare gli altri livelli, anche se in modo minore.

Uno dei cambiamenti avvenuti nella cultura umana spiegabile con l’evoluzione culturale è l’abbandono della pratica del cannibalismo. Il cannibalismo è una pratica culturale emersa in alcune società come sottoprodotto della guerra. Con lo sviluppo degli stati e degli imperi, l’obiettivo della guerra cessa di essere la distruzione del nemico. I prigionieri di guerra possono contribuire all’espansione dello stato, quindi il cannibalismo scompare. I cambiamenti nell’infrastruttura, il passaggio da tribù a stato, hanno modificato la struttura e il risultato è l’abbandono del cannibalismo.


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  • Butler, J. (2000). El marxismo y lo meramente cultural. New left review2, 109-121.
  • Harris, M., & Catalina, G. G. (1982). El materialismo cultural. Madrid: Alianza Editorial.
  • Jameson, F. (2016). Los estudios culturales (Vol. 58). Ediciones Godot.

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