Gli orari più produttivi della giornata?

Gli orari e la produttività sono due concetti che vanno di pari passo. Ognuno di noi ha degli orari in cui rende meglio rispetto ad altri. Indicare gli orari a livello collettivo è più difficile: il dibattito è molto acceso.
Gli orari più produttivi della giornata?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

L’ora della giornata influisce in modo diretto sulla nostra produttività. Lavorare alle 8 del mattino o 12 ore dopo non è la stessa cosa. Allo stesso modo, l’essere umano presenta un diverso rendimento quando si ritrova a lavorare per giorni senza pausa. Ma quali sono gli orari più produttivi della giornata?

Non possiamo fare delle generalizzazioni. Gli orari che per alcune persone sono i più produttivi potrebbero non esserlo per altri. Sebbene ci siano modelli più o meno comuni per tutti gli esseri umani, la verità è questi schemi prendono forma anche attraverso l’istruzione e le abitudini.

È importante tenere in considerazione il fattore orari per poter lavorare in maniera più intelligente, ossia in modo tale da poter fare di più, investendo meno tempo e fatica. Vediamo cosa si conosce al riguardo.

“Mi piacerebbe stare all’angolo di una strada molto frequentata, con il cappello in mano, e pregare la gente di buttarmi tutte le ore che hanno sprecato.”

-Bernard Berenson-

Uomo in ufficio.

Orari e cicli

Il corpo umano funziona per mezzo di processi ciclici. Uno di questi, che può essere considerato l’unità di base, è il ciclo circadiano, che è caratterizzato da una durata di 24 ore. Questo ciclo determina una certa regolarità tra il momento del sonno e quello della veglia, e stabilisce picchi e cali nell’attività, ogni giorno, più o meno alla stessa ora.

Questi cicli possono variare da persona a persona, ma mantengono la stessa logica. Un “giorno circadiano” è composta da blocchi di 90 minuti, nei quali si ha una maggiore capacità di concentrazione. Si può dire quindi che sono blocchi in cui si raggiunge la massima produttività.

Questi blocchi sono noti come “ritmi ultradiani” e coincidono con i tempi in cui il cervello ha più energia. Alla termine di ognuno di questi blocchi vi è un momento di calo in cui il nostro livello di produttività diminuisce. Marcano il momento in cui il cervello ha bisogno di un periodo di inattività.

Gli orari più produttivi della giornata

In base a quanto detto, la cosa ideale per tutti sarebbe riuscire a sincronizzare i propri ritmi ultradiani con quelle attività più complesse o che necessitano di maggiore concentrazione. Allo stesso modo, far coincidere i cali o i momenti meno produttivi con quei compiti più di routine o che richiedono un minore impegno intellettuale.

Come identificare i propri ritmi ultradiani? L’unica cosa da fare consiste nel monitoraggio costante e nella raccolta dei dati. Abbiamo tutti un’idea più o meno chiara di quali siano le ore per noi più produttive. Tuttavia, non è sufficiente saperlo: bisogna dettagliarlo in modo più preciso.

Una buona tecnica per farlo è compilare una tabella. Si può tracciare una linea per ogni orario da verificare e valutarlo su una scala da 1 a 5 a seconda della concentrazione che si è riusciti a mantenere durante quell’orario. Dopo aver annotato questi dati per un paio di settimane, avrete un’idea molto chiara di come funzionano i vostri ritmi ultradiani.

Successivamente sarà necessario fare un’analisi dei dati ottenuti. Organizzate le attività in modo da sfruttare al meglio sia i “picchi” di concentrazione che i “cali”. Questo vi aiuterà ad aumentare la produttività.

 

Donna al lavoro caffè.

Lavorare meno ore e in modo più flessibile

Una ricerca condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e pubblicata sulla rivista The Economist, ha rivelato un dato sconvolgente. Hanno concluso che più a lungo una persona lavora, più la sua produttività diminuisce.

Si tratta di una brutta notizia per gli amanti degli schemi classici. Rivela una verità che molti probabilmente hanno già intuito: si ottengono risultati migliori dedicando meno tempo alle attività. Tuttavia, può verificarsi anche un altro fenomeno: se si lavora per meno ore, è possibile che aumenti lo stress al pensiero di svolgere lo stesso compito in meno tempo.

Dopo un lungo dibattito in materia, si è in parte concluso che rispetto alle ore stesse, ciò che più influisce sulla produttività sono i metodi di lavoro. Una persona può diventare molto produttiva se ha il giusto incentivo per esserlo. È possibile che avere un’ora di lavoro in meno al giorno non la alletti, ma un giorno libero in più alla settimana sì.

Attualmente, la maggior parte degli stati e delle convenzioni si stanno dirigendo verso la riduzione dell’orario di lavoro, cercando di rendere questa mossa un incentivo per la produttività. D’altra parte, molte aziende lavorano già per obiettivi piuttosto che per tempo. Pertanto, il lavoratore può andarsene nel momento in cui ha completato la sua lista di obiettivi. Il dibattito è aperto con un’idea chiara sullo sfondo: lavorare troppo, senza sosta, non è una buona idea per nessuno.


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  • Eguiarte, D. M. (2017). Horarios flexibles como estrategia para mejorar la productividad y reducir la rotación. ACADEMO Revista de Investigación en Ciencias Sociales y Humanidades, 4(2).


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