I capricci possono aiutare a crescere?

I capricci consentono a genitori e figli di fare pratica per diventare sempre più tolleranti verso le proprie frustrazioni, errori, sbagli, delusioni e perdite
I capricci possono aiutare a crescere?
Anet Diner Gutverg

Scritto e verificato la psicologa Anet Diner Gutverg.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

I capricci dei nostri figli possono indicare un senso di frustrazione o un sovraccarico emotivo. Riconoscere quando e perché si producono ci può suggerire il miglior modo per aiutarli e gestirli nel modo giusto.

Quando la sfuriata si conclude, si profila l’opportunità di apprendere e di riflettere insieme a loro su quanto è accaduto. In questo senso, possiamo invitarli a riflettere su quali sono le possibili risposte positive a ciò che ha scatenato i capricci, così come insegnare loro a conoscere e comunicare meglio le emozioni.

“Quello che viene fatto ai bambini, loro lo faranno alla società”

-Karl A. Menninger-

In quest’articolo vi spieghiamo varie strategie da usare dopo i capricci per trasformarli in occasioni di apprendimento, rendendoli anche molto più sopportabili.

Come comportarsi durante i capricci

Mantenere la calma

Perdere i nervi quando il bambino fa i capricci complicherà ancora di più la situazione, alzare la voce può stressare ulteriormente il piccolo. Inoltre, daremo un cattivo esempio. Il compito dell’adulto è mostrare al figlio dei modi alternativi per gestire la frustrazione ed esprimere i suoi sentimenti e desideri.

È importante mantenere la calma e concentrare i nostri sforzi sul bambino. Così facendo, ci trasformeremo in una figura di riferimento alla quale ricorrere quando non sarà in grado di controllare le sue emozioni.

“Non risparmiate ai vostri figli le difficoltà della vita; piuttosto insegnate loro a superarle.”

-Louis Pasteur-

Mamma e figlio sul divano

Non prendere la situazione sul personale

Di norma, quando i nostri figli fanno i capricci, non lo fanno per richiamare la nostra attenzione, né per provocarci o farci arrabbiare. Accade che si sentono emotivamente sopraffatti da una determinata situazione e non sanno agire in modo diverso. Provano frustrazione o rabbia e la esprimono attraverso una sfuriata.

L’importante è non prendere sul personale la loro rabbia, considerandola invece una reazione a quanto successo che possono imparare a gestire.

Il modo in cui gestiamo le emozioni da adulti è legato a quanto i nostri genitori ci hanno insegnato da bambini. Per questo, è importante diventare il principale esempio per i nostri figli.

Se i nostri genitori tendevano a prendere i nostri capricci come un affronto personale e non ci hanno insegnato un altro modo per esprimere le nostre emozioni, è normale che ci sentiamo frustrati quando i nostri figli fanno i capricci e che non sappiamo gestirli.

“Dai a tuo figlio un’idea costruttiva e lo arricchirai per sempre.”

-Montaper-

Essere empatici durante i capricci

È fondamentale essere empatici con i nostri figli e con i loro sentimenti, e cercare di spiegare a parole semplici quello che crediamo stiano provando. Tutto questo usando un tono di voce tranquillo e rassicurante, mettendoci alla loro altezza e rivolgendoci a loro direttamente. Così si sentiranno ascoltati e compresi.

Teniamo a mente che i capricci non sono un attacco personale verso di noi. I bambini sono i primi a soffrire per la loro incapacità di canalizzare i sentimenti negativi. In quel momento non trovano altro modo di esprimersi se non attraverso grida e pianti, che sta a noi tradurre per poi insegnare a loro a farlo.

D’altra parte, l’empatia non significa dover cedere ai capricci. Se lo facessimo, anziché dare loro uno strumento per imparare a gestire le emozioni, passerebbe il messaggio che fare i capricci è un metodo efficace per ottenere le cose.

Essere empatici significa dunque cercare di tradurre quello che succede. Per esempio, “credo che ti sia arrabbiato perché ti stavi divertendo a giocare, ma siamo dovuti andare via” o “volevi metterti le scarpe da solo, ma ti ho aiutato io e ti sei sentito frustrato”. Così facendo, il bambino sentirà che ci stiamo mettendo nei suoi panni e si calmerà e ascolterà più facilmente.

Un altro modo per evitare che si generi un circolo vizioso consiste nell’offrire un’alternativa per cambiare il centro dell’attenzione. Questo metodo funziona meglio quando si sono ormai calmati e si sentono compresi. Se cerchiamo di distrarli quando sono nel clou del capriccio, potremmo generare in loro maggiore frustrazione.

“Educare non significa dare il lavoro della vita, ma temprare l’anima per le difficoltà della vita.”

-Pitagora-

Mamma parla con il figlio

Cosa fare quando il capriccio è finito?

Offrire una fonte di contenimento

Quando il capriccio è finito o il bambino si è calmato un po’, potremo offrirgli un abbraccio o una carezza. Possiamo invitarlo a lavarsi il viso o a bere un bicchiere d’acqua. Se non lo accetta, possiamo accompagnarlo, respirare con lui o spiegargli che può chiedere un abbraccio quando ne ha bisogno.

Se durante il capriccio il bambino si colpisce, è importante tenerlo in maniera ferma e fargli capire che non va bene. Se cerca di colpire noi, dovremo prenderlo in modo deciso (senza fargli male) e dirgli in modo chiaro che non è permesso.

Non cedere

È importante non cedere di fronte alle richieste del bambino, anche se ha smesso di gridare o piangere. Se lo facessimo, potrebbe imparare che il capriccio è utile per ottenere quello che desidera o come metodo di espressione. Tuttavia, potremo offrirgli un’altra forma di attenzione positiva, come carezze o abbracci. Questo gli confermerà che lo amiamo in ogni caso.

D’altra parte, possiamo anche negoziare e offrire un’alternativa, mostrando così al bambino che lo abbiamo ascoltato e lo teniamo in considerazione.

“Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali.”

-Hodding Carter-

Bambina imbronciata che fa i capricci

I capricci come opportunità di crescita

Quando il bambino si è calmato, possiamo parlargli di quello che è successo. Lasciamo che provi a spiegarci cosa ha provato e cerchiamo di spiegargli come l’abbiamo vissuta noi e come ci siamo sentiti. Potremo sfruttare questo momento anche per pensare a metodi alternativi per affrontare queste situazioni quando si ripresenteranno.

Ebbene, se i nostri figli sono piccoli, saremo noi a dover cercare di dare un significato a quanto accaduto, così come suggerire dei metodi per gestire tali situazioni in futuro.

Cosa non fare durante un capriccio?

  • Non è opportuno usare grida né castighi fisici.
  • Qualsiasi strategia che sia causa di ulteriore stress può avere conseguenze a lungo termine. Cerchiamo di evitarle.
  • Non dare lunghe spiegazioni durante il capriccio, perché il bambino non sta ascoltando.
  • Non è opportuno lasciarlo da solo o in punizione. Così facendo peggioreremmo la sua capacità di gestire le emozioni.
  • Se succede in un luogo pubblico, non dovremo spingerlo né obbligarlo ad abbandonare il posto. La situazione dovrà essere gestita lì il prima possibile, senza badare alla gente che guarda o a cosa potrà pensare.

La fase dei capricci è normale nello sviluppo dei bambini, purché non si superino certi limiti. I capricci, di fatto, possono trasformarsi in un’opportunità per imparare a tollerare la frustrazione ed esprimere le emozioni negative. Questo è di vitale importanza per vivere in una società fatta di limiti e norme.

Famiglia sorridente

I capricci consentono a genitori e figli di fare pratica per diventare sempre più tolleranti verso le proprie frustrazioni, errori, sbagli, delusioni e perdite. Sono dunque anche un’occasione per insegnare loro abilità emotive che li aiuteranno a essere adolescenti e adulti più maturi. 


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.