I tre setacci di Socrate per filtrare le dicerie

I tre setacci di Socrate per filtrare le dicerie
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 04 dicembre, 2023

I tre setacci di Socrate è un aneddoto che ci invita a non permettere che informazioni o messaggi falsi, inutili o che possano danneggiarci, arrivino a noi. Viene applicato ai pettegolezzi, ma può essere esteso anche a tutte le informazioni che circolano in rete o attraverso i mezzi di comunicazione.

L’aneddoto del grande filosofo greco giunto fino ai nostri giorni viene considerato ancora una grande lezione di vita, particolarmente adatta per situazioni in cui a farla da padrone sono pettegolezzi e voci di corridoio.

I tre setacci di Socrate racconta di come una volta uno dei suoi discepoli si presentò a Socrate in stato di grande agitazione raccontando di aver appena incontrato un amico del filosofo e che questi era intento a parlarne male.

“Per trovare te stesso, pensa a te stesso”.

-Socrate-

Nel sentire quelle parole, Socrate chiese al suo discepolo di calmarsi. In seguito, gli chiese di attendere un minuto. Prima di ascoltare ciò che egli aveva da dirgli, decise che il messaggio doveva passare attraverso tre setacci. Se non li avesse superati, il messaggio non sarebbe stato degno di essere ascoltato.

I tre setacci di Socrate

Come da sua abitudine, il saggio filosofo pose la seguente domanda al suo ansioso discepolo: “Sei assolutamente certo che quello che stai per dirmi corrisponde a verità?”. Il discepolo ci rifletté un momento. In realtà, non poteva essere sicuro che quel che aveva sentito potesse essere classificato come maldicenza. Si trattava in fondo di una questione di prospettiva. “Quindi non sai se è tutto vero oppure no”, concluse Socrate mentre al discepolo non restava che annuire.

Socrate con discepoli

Il maestro insistette ponendo una seconda domanda: “Quello che stai per dirmi è positivo o no?”. Il discepolo ammise che non era un’informazione positiva, tutto il contrario. Doveva riportargli parole che, a suo giudizio, gli avrebbero causato malessere e dolore. Allora Socrate sentenziò: “Mi stai dunque per riportare una notizia spiacevole, ma non sei sicuro che corrisponda a verità”. E il discepolo ammise che era così.

Infine, Socrate pose al discepolo un terzo e ultimo interrogativo. “Quello che mi stai per dire sul mio amico mi sarà utile in qualche modo?”. Il discepolo tentennò. In realtà non era convinto che l’episodio avrebbe avuto un’utilità per il filosofo. La notizia avrebbe allontanato Socrate dal suo amico, ma poiché non era sicuro della veridicità di quanto sentito, forse raccontarla non sarebbe stato di alcuna utilità.

La verità, la bontà e l’utilità

L’aneddoto dei tre setacci di Socrate racconta che, alla fine, il filosofo non volle ascoltare quello che il discepolo aveva da dirgli. “Se quello che mi vuoi dire non è vero, né positivo né utile, perché dovrei volerlo ascoltare?”.

La verità, la bontà e l’utilità sono i tre setacci di Socrate. Secondo il filosofo greco, sono queste le domande che tutti dovrebbero porsi prima di dire qualcosa. La prima: sono sicuro della veridicità di quanto sto per raccontare? La seconda: quello che sto per dire è un’informazione positiva? E la terza: è davvero necessario dirlo?

Albero con profilo umano

Questo triplo filtro è un’eccellente guida per quello che vogliamo e per quello che vogliamo ascoltare. Rappresenta un parametro costruito attorno a ciò che una comunicazione salutare e costruttiva dovrebbe essere. Sono questi i motivi che rendono questo aneddoto ancora così popolare.

Come applicare i tre setacci di Socrate

Nella vita di tutti i giorni non è facile definire ciò che è vero, buono e necessario. Si tratta di concetti astratti che a volte risultano difficili da applicare. Per questo esistono alcune domande aggiuntive che aiutano ad applicare i tre setacci di Socrate.

  • Davanti al fatto vero: ne sono sicuro? Posso provarlo? Sarei in grado di sostenerlo davanti a chiunque? Sarei disposto a giocarmi la reputazione per questo fatto?
  • Di fronte al fatto positivo: fa sentire meglio l’altra persona o me stesso? Susciterà emozioni positive? Migliorerà la condizione delle persone coinvolte?
  • Davanti al fatto necessario o utile: a conoscenza della notizia, la mia vita o quella della persona interessata miglioreranno? Potrà quella persona mettere in pratica una qualche azione grazie a questo fatto? L’eventualità di non venirne a conoscenza, quanto potrebbe incidere sulla persona interessata?
facce

Come detto all’inizio dell’articolo, i tre setacci di Socrate sono indirizzati soprattutto a pettegolezzi e voci di corridoio. Applicandoli si riuscirà a mettere a tacere queste voci anzitempo. Eppure, si tratta di un processo valido anche per altri tipi di messaggi: quelli che riceviamo attraverso i mezzi di comunicazione o i social network. Buona parte delle informazioni che ci circondano al giorno d’oggi sono spesso malevoli e sbagliate.

Prima di concludere, è necessario ricordare che, sebbene si tratti di una storia piuttosto bella che porta con sé un messaggio potente per la nostra vita quotidiana, non esistono informazioni storiche o bibliografiche che mettano in relazione l’aneddoto con il filosofo greco.


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  • Di Castro, E. (2000). Racionalidad y emociones. Racionalidad: lenguaje, argumentación y acción, 1, 267.

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