Il dolore: un'opportunità per crescere come persona

Anche se istintivamente fuggiamo dalle esperienze dolorose, esse possono essere una grande opportunità per imparare lezioni che ci porteranno lontano.
Il dolore: un'opportunità per crescere come persona
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 08 ottobre, 2024

A volte la vita ci ferisce… e a volte colpisce così forte che risollevarsi sembra difficile. Ed è proprio quando viviamo un’ esperienza dolorosa che ci sentiamo in qualche modo spinti verso intensi processi emozionali. Processi nei quali siamo finiti a causa dell’inerzia della situazione, ma che richiedono molta forza per uscirne. Altrimenti si finisce per essere consumati dall’amarezza e dal dolore.

Rimanere bloccato nel dolore, infatti, è una scelta personale. E in questo modo, incastrati nella sofferenza, si evita di intraprendere il viaggio interiore che culmina con l’accettazione, con la serenità della comprensione e con l’evoluzione personale.

“Il dolore non ha lo scopo di farci soffrire. Il dolore serve a renderci coscienti. E quando si è coscienti la sfortuna sparisce”

-Osho-

Il dolore è inevitabile, la sofferenza no…

Sia il dolore sia la sofferenza fanno parte della vita. Bisogna notare che molte volte usiamo questi due termini come sinonimi. Tuttavia, per gestirli correttamente, è importante capirne la differenza.

Il dolore, nella sua dimensione psicologica, è una emozione che può nascere in presenza di determinate situazioni o problemi. Si ripercuote a livello fisico, emotivo e mentale, e dura finché la persona che ne soffre non riesce a recuperarsi. In questo senso, il dolore implica accettazione e contatto con ciò che proviamo. Va detto anche che la durata del dolore è proporzionale all’importanza che ha per noi l’evento che lo ha provocato.

“Una volta passato, tendiamo a dimenticare il dolore. In ogni caso i progressi della scienza, grazie agli anestetici e agli analgesici, ci hanno reso meno abituati al dolore rispetto ai nostri antenati. Questo giustifica il fatto che lo temiamo sempre di più”.

La sofferenza, dal canto suo, va un po’ oltre. Quando non siamo in grado di accettare la realtà e di continuare normalmente la nostra vita, ecco che compare la sofferenza. Questo stato ci porterà ripetutamente verso pensieri ed emozioni che ci renderanno sbilanciati e potranno farci ammalare. La sofferenza, quindi, diventa un’inutile conseguenza del dolore.

“Nel mezzo dell’inverno, appresi finalmente che dentro di me avevo un’estate invincibile”

-Albert Camus-

Va detto che la sofferenza acquisisce molta più intensità e dura molto di più rispetto al dolore emotivo, in quanto può continuare all’infinito. Per esempio, il dolore è inevitabile quando si perde una persona cara. Se questa ferita non guarisce e non si chiude, subentra la sofferenza, impedendo l’accettazione e la crescita.

Crescita attraverso il dolore

La crescita post-traumatica avviene quando la persona accetta l’accaduto e ricostruisce le sue credenze. Si tratta di un processo simile alla ricostruzione di una casa dopo un terremoto. A seguito di un avvenimento doloroso, abbiamo la possibilità di pensare a come vogliamo ricostruire la nostra vita.

D’altro canto, queste nuove credenze che aggiungiamo ai nostri schemi mentali, promuovono lo sviluppo della resilienza. Allo stesso modo, durante questo processo di ricostruzione, generalmente scopriamo la nostra forza e aspetti di noi stessi che prima ci erano sconosciuti.

“Cerca un luogo dentro di te dove ci sia allegria e questa allegria cancellerà il dolore”

-Joseph Campbell-

La verità è che l’unica cosa che ha il potere di renderci sfortunati è il nostro stesso atteggiamento. Secondo lo psicoterapeuta Joan Garriga, qualsiasi perdita può essere trasformata in una opportunità per crescere come persone, per alleggerirci e per slegarci da affetti e identificazioni.

Il grande rischio che si corre durante i processi dolorosi è quello di non superarli e stabilizzarsi in posizioni esistenziali che alimentano la sofferenza: la lamentela, il vittimismo, la vendetta, la rigidità, l’orgoglio… In questo senso bisogna notare che il dolore è un processo inerente all’esistenza ed è importante per crescere, per comprendere ciò che viviamo in modo da trarne maggiore arricchimento.

“Ho avuto fortuna nella vita, niente per me è stato facile”

-Sigmund Freud-

E durante il percorso si impara…

Si impara in modo particolare da ciò che è doloroso e che in ultima analisi può causare sofferenza. Quando ci troviamo a contatto con il dolore più straziante , prendiamo coscienza della nostra fragilità, ma allo stesso tempo ci troviamo in una posizione che ci permette, più di ogni altra, di conoscere la nostra grandezza. Il nostro valore.

Ed è durante il percorso che si impara che tutto cambia, che torna sempre a splendere il sole dopo che il cielo si è annuvolato, con la bellezza e la forza delle nuove albe. È adesso che scopriamo la forza che abbiamo dentro di noi, superando un percorso doloroso e l’inerzia che ci ha portato a percorrerlo.

Nel sentiero del dolore si osserva anche che dal caos emerge sempre un nuovo ordine. Un nuovo ordine che ha in sé un insegnamento e un’esperienza per continuare a progredire, con maggiore leggerezza, con più saggezza, con più serenità e coscienza del fatto che i periodi dolorosi hanno in sé il potenziale di essere periodi di grande trasformazione… e perché no, di grandi opportunità.

“Le persone più belle che ho incontrato sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta , la sofferenza, la lotta, la perdita, e hanno trovato il loro personale modo di risalire dagli abissi”

-Elisabeth Kübler Ross-


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