Lutto migratorio: come contrastarlo

È frequente soffrire di lutto migratorio, causato dall'abbandono della casa, della famiglia e degli amici.
Lutto migratorio: come contrastarlo
Sergio De Dios González

Scritto e verificato lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2019

Che sia per lavoro o per motivi di studio, per un periodo temporaneo o prolungato, capita a molti a un certo punto della propria vita di dover emigrare in un altro paese. In questi casi è frequente soffrire di lutto migratorio, causato dall’abbandono della casa, della famiglia e degli amici.

Cosa succederebbe se foste costretti a partire oggi stesso e a separarvi per sempre dai vostri familiari e amici? Se domani vi svegliaste in un paese diverso dal vostro, dove costumi e abitudini sono totalmente diversi? E se voleste esprimere a parole ciò che provate, ma vi trovaste davanti a lingua, accento e vocaboli diversi da quelli a cui siete abituati? Sono tutte situazioni in grado di scatenare questo disturbo chiamato lutto migratorio.

Il dolore causato da una perdita

Quando esiste una situazione di perdita, il nostro cervello comincia a realizzare una serie di adattamenti emotivi e cognitivi. Questi adattamenti sono necessari per poter elaborare la situazione e potersi abituare alla nuova realtà che ci si trova a dover affrontare.

Stiamo parlando di quello che viene chiamato “lutto”, e che porta in seno manifestazioni e sintomi figli di questo processo di adattamento. Per esempio, la perdita di appetito, disturbi di ansia o del sonno. A loro volta, emergono emozioni negative come la tristezza o la rabbia.

Ragazza che guarda dalla finestra perché soffre di lutto migratorio

Nel caso del lutto migratorio, questo malessere non compare subito. Quando ci siamo appena trasferiti e ci troviamo immersi in pratiche e situazioni per noi totalmente nuove, spesso non soffriamo di questo problema. Questo perché quando la nostra attenzione è inevitabilmente concentrata su questioni urgenti e immediate, la nostra mente non ha tempo per “distrazioni”.

A mano a mano che il tempo passa, cominciamo a concentrarci su noi stessi. Ecco perché il lutto migratorio è anche chiamato il male dei 6 mesi, considerando questo lasso di tempo come periodo di adattamento. Questo disturbo si trascina dietro anche altri nomi legati alla cultura popolare, come nostalgia di casa o malinconia.

Lutto migratorio e le sue diverse manifestazioni

Emigrare causa la perdita di più elementi, è pertanto opportuno parlare in realtà di dolori multipli. Ci riferiamo alla perdita della casa, delle persone care e dell’identità. Molte volte, inoltre, l’emigrazione è motivata da precarietà economica, situazioni di violenza nel paese di origine, guerre o persecuzioni e altro ancora. Motivi già abbastanza validi per l’attivazione di una condizione di malessere.

Per tutti questi motivi, se avete intenzione di trasferirvi in un paese a voi sconosciuto, se vi siete appena trasferiti in quella che sarà la vostra nuova nazione o se conoscete qualcuno che è da poco emigrato nel vostro paese, a seguire trovate consigli per favorire il più possibile un corretto adattamento.

Come favorire un adattamento positivo e prevenire il lutto migratorio

Non bisogna idealizzare né il paese d’accoglienza né il ritorno in patria

Creare false aspettative sul paese di destinazione può portare più facilmente a una delusione nei confronti dello stesso. La cosa migliore è non crearsi grandi aspettative per poter analizzare nel  modo più obiettivo possibile i pro e i contro del paese che ci accoglierà. Allo stesso tempo non è consigliabile idealizzare nemmeno il ritorno in patria, pensando che le cose possano essere meglio di prima.

A volte si pecca di eccesso di idealizzazione nei confronti di altri paesi. Ovunque ci sono cose che funzionano meglio e altre meno. È sbagliato aspettarsi solo cose belle o, al contrario, solo cose brutte.

Partenza in aeroporto

Normalizzare la situazione

Bisogna essere consapevoli del fatto che la vita è un processo in continuo cambiamento. L’emigrazione è un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità e se siete obbligati, per un qualsiasi motivo, a emigrare verso un altro paese, non significa che un giorno non possiate tornare a casa o spostarvi verso un altro paese ancora. Scoprirete che conoscere culture diverse non è affatto negativo.

Grazie a questi consigli, sarà più semplice controllare i livelli di stress generati dal cambiamento e dal processo di integrazione e adattamento a un altro paese. In questo modo, il lutto migratorio non sarà così intenso come temiamo.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.