La disperazione appresa, come superarla

Il pensiero che non si possa fare nulla di fronte a un'avversità è noto come disperazione appresa, uno stato psichico di impotenza che può arrivare a essere molto invalidante.
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Scritto María Hoyos

Ultimo aggiornamento: 29 dicembre, 2022

La disperazione appresa, chiamata anche impotenza appresa, è la condizione di chi mette in atto comportamenti di tipo passivo e appresi. La persona che ne soffre pensa di non poter far nulla di fronte alle avversità, mentre invece la maggior parte di esse potrebbero essere risolte.

Questo stato di difficoltà è stato collegato alla depressione e ad altri disturbi psicologici che confermano nel paziente l’idea che non esista soluzione al proprio problema, a dispetto del contesto reale.

Che cos’è la disperazione appresa?

La disperazione o impotenza appresa è il risultato di stimoli negativi o avversi, in genere incontrollabili, che porta a una mancanza di spirito di iniziativa.

Non è lo stress in sé a scatenare la disperazione, ma l’impossibilità di controllare il motore che causa tale stato emotivo. Questa dinamica sorge, spesso, all’interno di famiglie con genitori molto autoritari, i cui figli finiscono per accettare ogni tipo di situazione (anche fuori casa) perché ritengono che sia inutile cercare di controllarle.

Tale resistenza alle situazioni negative non solo genera incapacità di iniziativa. Spesso non si è in grado di apprendere nuovi comportamenti. Chi ne soffre si sente demotivato e rassegnato, sebbene mentalmente irrequieto.

Disperazione appresa, donna triste

Cosa provoca la disperazione appresa?

Come indica il nome, è uno stato che si “apprende”. Gli esseri umani tendono a valutare con cura le conseguenze delle proprie azioni, scartando comportamenti che sfociano in conseguenze negative e mettendo in atto quelli che portano a conseguenze positive.

Si tratta di un meccanismo vantaggioso, ma non sempre. Ad esempio, quando un bambino non prende la sufficienza in un compito di matematica, sa già che a casa lo attende un rimprovero, ma non è detto che per questo comincerà a prendere buoni voti. Al contrario, tenterà di saltare la scuola quando ci sono i compiti in classe, pensando di essere negato in quella materia.

Se la situazione si protrae, il bambino potrebbe andare incontro a un ciclo continuo di ansia e tristezza, un quadro strettamente correlato alla (e forse causa di) depressione.

Come controllare i sintomi?

Per imparare a gestire i sintomi e curare questo disturbo, è molto importante affidarsi a uno specialista. Non bisognerebbe mai fare un’autodiagnosi, anche se pensiamo che i sintomi  siano chiari.

A completamento di un trattamento o di un ciclo di esercizi consigliati dallo psicologo o dallo psichiatra, può essere utile seguire queste linee guida:

  • Coinvolgete i familiari. Se sospettate in voi o in un vostro caro una condizione di disperazione appresa, non nascondetelo. Potrebbero essere i familiari la radice del problema e in questo caso sarà necessario affrontare una terapia di gruppo. Se non lo sono, rappresenteranno un valido sostegno lungo il percorso di cura.
  • Mettete le vostre emozioni per iscritto. Potete tenere un diario o semplicemente appuntare sul cellulare cosa avete provato in una situazione specifica. Rileggere queste righe può aiutare a distinguere i motivi razionali di stress da quelli irrazionali.
  •  Affrontate sfide risolvibili. Se alcune situazioni portano a conseguenze incontrollabili, prendete in considerazione sfide che vi sembrano possibili. Potrebbe sembrare ridicolo, ma aiuta a migliorare l’autostima e lo spirito di iniziativa.
  • Fatevi tre domande di fronte a un problema: come posso evitarlo? Cosa ho imparato da questa situazione? Esistono altre vie di  uscita che non ho considerato? Se l’evento negativo, invece, è già successo e si è concluso, è utile immaginare uno scenario in cui non è ancora terminato e pensare, a mente fredda, a possibili situazioni.
  • Pensate a voi stessi. Spesso le persone che sono in modalità impotenza appresa, si sono disconnesse da se stesse e si sono deluse da sole. Forse hanno pensato più alle conseguenze dei propri atti e a compiacere gli altri. Vale la pena riflettere su se stessi e riservare un momento della giornata per restare soli.
Ragazza con gli occhiali felice

È essenziale essere pazienti

Si può guarire dall’impotenza appresa sebbene sia complesso o sembri non avere soluzione. Bisogna, tuttavia, cercare aiuto. Che sia un professionista, il sostegno di un familiare o di un amico, non siamo mai soli.

È importante avere pazienza e capire che un comportamento appreso, probabilmente nell’infanzia, è difficile da abbandonare o superare. Non siate troppo severi con voi stessi e datevi il tempo necessario.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.