La filosofia del dubbio: breve rassegna storica
Non è stato scritto molto sulla filosofia del dubbio. La storia del pensiero e del dubbio, di fatto, è contemporanea. Dal momento in cui l’essere umano ha iniziato a ragionare sistematicamente su se stesso e sulla propria realtà sono sorti i primi dubbi esistenziali.
I grandi testi epici indicano che dilemmi, domande, pericoli e incertezze sono stati affrontati per diversi secoli con un approccio puramente eroico, di cui emblema sono l’Iliade e l’Odissea.
La filosofia del dubbio
Nell’antico mondo greco la retorica divenne l’arte di ragionare sull’esistenza. Questo non escludeva, tuttavia, la sua natura di strumento di persuasione. In Sul non essere o sulla natura, di Gorgias (Diels & Kranz, 1923), i dubbi sono il perno centrale di un pensiero libero.
Per dirlo con le parole di Protagora: “L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che sono”. Una tale posizione filosofica si concentra sullo sviluppo delle capacità dell’individuo di gestire la realtà, gli altri e se stesso.
Anche Socrate parlò della filosofia del dubbio. E lo fece attraverso la grande opera di Platone. Ecco come si trasformò in un pensatore virtuoso. A partire da quel momento storico, il mondo delle idee e del pensiero diventa l’Olimpo dell’uomo.
Agire in modo funzionale non è più l’obiettivo del pensare, il pensiero filosofico inizia a nutrirsi di se stesso. La ricerca della verità si trasforma nell’obiettivo ultimo e più importante della ricerca filosofica. Si serve del dubbio come principale strumento di quella ricerca, ma ha come obiettivo l’autoannullamento allo scopo di giungere alla suprema conoscenza.
Platone e il dubbio
Analizzando il dubbio socratico e la maieutica emerge un aspetto chiaro: procedendo con domande mirate è possibile portare alla luce la verità interiore dell’uomo. Così, una volta raggiunta la verità, il dubbio si annulla (dando spazio a ulteriori dubbi).
Eppure, è con l’opera di Platone che il mondo delle idee supera la dimensione pratica. L’intera opera di Platone, discepolo di Socrate, è indirizzata verso la dimostrazione del valore supremo della verità. Il mondo delle idee assolute determina tutto.
Il dubbio non ha più spazio in quanto stimolo liberatore dalle gabbie di una conoscenza controllata da idee indiscutibili in quanto assolute. Ne La repubblica, Platone sosteneva l’esigenza di una rieducazione dell’intelletto, che dovrebbe espletarsi in strutture che prefigurano in un certo qual modo i campi di concentramento moderni, costruiti lontano dalla città.
Per Platone la conoscenza proveniva da Dio (una divinità molto particolare), come la luce. Chiunque si trovasse lontano da quella fonte era ignorante e primitivo. Chiunque si avvicinasse a essa attraverso la conoscenza e la fede nel mondo delle idee assolute si elevava dalla condizione di bestia per diventare un filosofo.
Il dubbio secondo Sant’Agostino
La filosofia del dubbio è osservabile anche in Sant’Agostino. Il dubbio è, secondo Sant’Agostino, un passaggio obbligato per raggiungere la verità. Rifacendosi a Socrate, egli affermava che il dubbio stesso era l’espressione della verità. Non potremmo dubitare se non esistesse una verità in grado di sottrarsi al dubbio.
La verità, di conseguenza, non può essere di per sé conosciuta. Può essere raggiunta solo sotto forma di confutazione dell’errore. La prova della sua esistenza risiede nella capacità di dubitare delle false illusioni che oscurano il cammino verso la stessa.
Proprio in questo periodo nascono le università, culla del sapere accademico. Non sono nate per caso, ma sono state fondate dai maestri della scolastica. Tra i rappresentanti più importanti troviamo San Tommaso d’Aquino e il padre Abelardo.
La filosofia del dubbio nel XIX secolo
La filosofia del dubbio non può essere separata dalla scienza. A partire dalla seconda metà del XIX secolo emerge un altro grande movimento che promette la vittoria sul dubbio e sui dilemmi umani: la scienza.
La fiducia positivista nella conoscenza scientifica si trasforma ben presto in una sorta di fede. Stiamo parlando di una specie di promessa di liberazione da qualsiasi male e di miglioramento della condizione umana.
Solo all’inizio del XX secolo crolla anche la fiducia estrema nella scienza e nelle sue possibilità di condurci a una conoscenza obiettiva. E si sgretola in virtù delle riflessioni metodologiche e delle scoperte scientifiche più avanzate.
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F. Martínez Marzoa (2005). Historia de la filosofía. Ediciones Istmo, Madrid.