La linea della vita per conoscerci meglio

Dopo aver tracciato la linea della vita, bisogna approfondire il significato di ciascun elemento. Ciò richiede un'analisi riflessiva
La linea della vita per conoscerci meglio
Julia Marquez Arrico

Scritto e verificato la psicologa Julia Marquez Arrico.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Durante il processo terapeutico si fa uso di una grande varietà di tecniche e strumenti per migliorare la conoscenza e la comprensioni di sé; fra queste una è la linea della vita. Sebbene si tratti di una tecnica dalla prospettiva umanista e sistemica, viene impiegata dagli psicologi appartenenti a diverse correnti per la sua importanza nell’ottenere informazioni sul paziente/cliente.

Ognuno di noi è storia, è presente e futuro, e tutto fluisce nella nostra individualità. Siamo anche il racconto di quello che ci è successo e saperlo ordinare e dargli un senso è fondamentale per crescere, acquisire fiducia in noi stessi e accettarci senza indugi.

In quest’articolo vedremo in cosa consiste la tecnica della linea della vita e quando va bene utilizzarla.

La linea della vita, come funziona?

Questa tecnica si basa sull’analisi e sulla riflessione; non basta infatti metterla disegnare la linea della propria vita per ottenere un risultato, al contrario è necessario uno sforzo analitico e riflessivo. In primo luogo, analizzare tutta o parte della storia della nostra vita (linea della vita) ci permette di canalizzare e gestire le diverse emozioni a essa associate: le stesse con le quali spesso conviviamo, ma anche quelle più inconsapevoli.

Dopo aver tracciato la linea della vita, bisogna approfondire il significato di ciascun elemento. Ciò richiede un’analisi riflessiva che parta da domande quali: cosa è cambiato in me in seguito a quest’evento? Cosa ho perso e cosa ho guadagnato in quel momento? Ho superato quest’esperienza?

In questo modo, è possibile elaborare le esperienze in modo sano e adattativo, così da conoscersi e comprendersi meglio unendo il proprio passato con il proprio presente in maniera costruttiva.

“Siamo anche il racconto fatto di quello che ci è successo, e saperlo ordinare e dargli un senso è fondamentale per crescere.”

Ragazza che scrive

Quando tracciare la linea della vita

La linea della vita può essere tracciata in (quasi) qualsiasi momento; tuttavia, è più indicato farlo all’inizio di un processo terapeutico o quando si desidera chiudere una fase caotica della propria vita. Si tratta inoltre di una tecnica perfetta per conoscersi meglio, poiché capire tutto quello che si è vissuto ci permette di dare senso alle nostre azioni e ai nostri sentimenti.

D’altra parte, non è indicato realizzare tale tecnica subito dopo aver vissuto esperienze dolorose e traumatiche. Secondo uno studio realizzato presso l‘Università dell’Arizona, durante un periodo di lutto o di reazione a una perdita potremmo osservare fasi depressive. La nostra analisi potrebbe pertanto vedersi alterata dalla connotazione negativa tipica dei periodi traumatici e di perdita.

I passaggi da seguire

Occorre stabilire due fasi di lavoro: tracciare la linea della vita e fare un’analisi critico-riflessiva. Come prima cosa bisognerà dunque munirsi di carta e penna, disegnare una linea retta e iniziare a indicare in ordine cronologico i seguenti punti:

1- Eventi vitali come la data nascita, la data di nascita di fratelli, cugini e figli, la morte di persone care, l’inizio della vita di coppia, il matrimonio… Per questa parte possiamo usare una penna blu.

2- Eventi significativi o più importanti che hanno rappresentato un cambiamento. Ad esempio un trasloco, l’inizio o la fine degli studi, un viaggio significativo. Per questa fase potete usare una penna verde.

“La linea della vita è una tecnica perfetta per conoscerci meglio, poiché capire tutto quello che si è vissuto permette di dare senso alle nostre azioni e ai nostri sentimenti.”

Ragazzo pensieroso

3- Momenti di inflessione. Questi vanno intesi come chiavi per l’apertura di fasi o situazioni critiche accettate ed elaborate adeguatamente. Possiamo usare il colore rosso per i momenti di inflessione, sottolineando quelli che riteniamo ci abbiano reso più forti.

4- Situazioni o momenti di “stacco”. Ci riferiamo agli eventi che hanno segnato un prima e un dopo nella nostra vita, percepiti come momenti di rottura e che possono essere stati difficili o traumatici da elaborare. Per questi eventi possiamo usare il nero o un altro colore scuro che contrasti con tutti gli altri.

Dopo aver tracciato la linea della vita, possiamo dedicare del tempo ad analizzare l’impatto che ogni evento segnato ha avuto nella nostra vita. È importante andare oltre il tracciato della linea, approfondendo tutte le varie conseguenze. Ricordate: conoscere se stessi è necessario per lo sviluppo e il superamento dei propri limiti personali.


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  • Beyebach, M. (2010). 200 tareas en terapia breve. Barcelona: Herder.


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