La maternità cambia il cervello della donna

Essere madre ti cambia la vita e anche il cervello. Ti mostriamo come la plasticità cerebrale aiuta le donne a far fronte alla maternità.
La maternità cambia il cervello della donna

Ultimo aggiornamento: 24 marzo, 2022

Le donne spesso descrivono la maternità come una delle esperienze più speciali della loro vita. Ma questo, più che una percezione soggettiva, è un dato di fatto.

Dall’inizio della gravidanza, il corpo della donna inizia a subire molteplici cambiamenti, e questo è noto e atteso da tutti. Ciò che non sempre viene preso in considerazione è il modo in cui la maternità cambia il cervello e quale impatto hanno questi cambiamenti sulla vita quotidiana delle donne.

Molte donne in gravidanza e neo mamme riferiscono perdita di memoria, difficoltà di concentrazione e distrazione, oltre a maggiore sensibilità e intensità emotiva.

Queste lamentele non vengono sempre ascoltate e trattate correttamente e possono persino preoccupare la donna. Tuttavia, si tratta di processi naturali e utili per affrontare la sfida della maternità.

Donna incinta stanca.

In che modo la maternità cambia il cervello?

Gli ormoni sono i principali responsabili dei numerosi cambiamenti che il corpo e il cervello sperimentano con la maternità. Estrogeni, progesterone e prolattina generano alterano le dimensioni e la struttura del cervello, provocando deficit cognitivi e i disturbi emotivi sopra menzionati.

Diversi studi indicano che con la maternità si verifica una perdita di materia grigia in varie aree cerebrali. Le dimensioni del cervello possono diminuire fino al 7% durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino.

Tuttavia, ciò non indica una perdita di facoltà o intelligenza; al contrario, implica una riorganizzazione che consente di ottimizzare le funzioni cerebrali per la maternità.

L’affascinante plasticità cerebrale

Il cervello è un organo plastico con una grande capacità di adattamento. Per esempio, con l’arrivo dell’adolescenza avviene la potatura sinaptica che elimina le connessioni neuronali superflue aumentando così l’efficienza di quelle più utilizzate.

Accade un fenomeno simile anche durante la maternità. Il cervello della donna viene modificato per permetterle di svolgere il suo lavoro in modo ottimale. Le principali alterazioni sono le seguenti:

  • Migliora il funzionamento delle aree legate all’empatia, alla socializzazione e alla teoria della mente. Ciò consente alla madre di essere più ricettiva ai bisogni e alle richieste del suo bambino e di rispondere a essi in modo migliore.
  • Si verificano perdita di memoria e difficoltà di concentrazione perché tutta l’attenzione è focalizzata sul bambino e tutte le risorse sono dedicate all’elaborazione delle informazioni sul bambino.
  • Nei mesi successivi al parto si verifica una maggiore attivazione dell’amigdala quando il bambino piange. Ciò genera uno stato di allarme che guida la madre a rispondere al disagio del bambino. Tuttavia, in seguito, saranno altre aree, come l’ippocampo, ad attivarsi poiché l’apprendimento è già avvenuto e il pianto non genera più tanta ansia, al contrario è più facile da interpretare per la donna.
  • Una maggiore attivazione della corteccia orbitofrontale si verifica in risposta alle espressioni facciali del bambino, in particolare quelle di gioia o felicità. Questi agiscono come rinforzi per la madre e promuovono il legame tra lei e il suo bambino.
Madre che tiene il suo bambino.

Cos’altro sapere su come la maternità cambia il cervello?

Le ricerche che hanno analizzato il modo in cui la maternità influenza il cervello della donna offrono altri dati interessanti.

Per esempio, è stato riscontrato che nelle donne che hanno difficoltà a connettersi con il proprio bambino, questi cambiamenti cerebrali si verificano in misura minore. È il caso, ad esempio, delle donne che soffrono di depressione postpartum o che mostrano comportamenti negligenti o disattenti nei confronti del neonato.

D’altra parte, alcune di queste modificazioni cerebrali scompaiono dopo i sei mesi di vita del bambino; altre perdurano dopo due anni o addirittura coprono l’intera prima infanzia del bambino.

Oltre a ciò, gli studi condotti sugli uomini dimostrano che questi non vivono i suddetti cambiamenti in relazione alla loro paternità.

Conclusioni

Sebbene cause fisiologiche e naturali spiegano molti dei disturbi cognitivi espressi dalle madri, anche la mancanza di sonno e il sovraccarico di compiti svolgono un ruolo importante.

Questi due fattori contribuiscono ad aumentare le difficoltà di memoria, è dunque fondamentale cercare di riposare e farsi aiutare dalla rete di supporto sociale.


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