Quando la solitudine diventa insopportabile, bisogna agire

Quando la solitudine diventa insopportabile, bisogna agire
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Accompagniamo spesso la solitudine a pensieri negativi, molti dei quali influenzati da esperienze sgradevoli e credenze irrazionali sul “rimanere soli”. La questione è che se non cambiamo questa nostra percezione della solitudine, potremmo persino percepirla come insopportabile.

In caso contrario, quando ci sentiamo soli o notiamo che la solitudine sarà nostra compagna di vita, il malessere ci invaderàCi sentiremo sotto pressione e cominceremo a provare sensazioni asfissianti che ci faranno prendere decisioni scorrette. Per evitarlo, la soluzione migliore è agire.

“Un giorno la solitudine mi abbracciò così forte che mi trasmise affetto, piansi come un bambino e le raccontai la mia storia, parlammo per lunghe ore come due grandi amici, poi ci salutammo e ognuno proseguì il suo cammino. Tuttavia, ci ritroviamo di tanto in tanto e la sua allegria mi fa visita, perché continua ad essere sempre la stessa, sempre saggia, sempre onesta, sempre sveglia”

-Kelbin Torres-

La solitudine: identificare quello che proviamo

Quali sentimenti scaturiscono quando proviamo la solitudine? Rabbia o forse tristezza? Identificare le nostre emozioni e i nostri sentimenti quando ci sentiamo soli è molto importante per liberarli ed impedire che ci facciano male. Se gli ignoriamo, non svaniranno, si depositeranno dentro di noi diventando tossici e creando un vuoto ancora maggiore.

Per identificare quello che proviamo e il modo in cui lo facciamo, possiamo tenere un diario emotivo nel quale appunteremo le sensazioni, i sentimenti e le emozioni che avvertiamo quando stiamo soli. Un’altra opzione è scrivere una lettera a qualcuno spiegando come ci sentiamo e, addirittura, disegnarlo, oppure parlare con una persona di fiducia o, ancora, chiedere l’aiuto di un professionista.

Donna che scopre le sue emozioni con la solitudine

In un primo momento utilizzeremo la scusa del “non ho tempo”, perché guardare in faccia ciò che ci fa male è difficile e, dunque, lo evitiamo. Tuttavia, sarà proprio questo a permetterci di lasciar andare ciò che ci causa tanto dolore e, infine, accettarlo. Un passo importante, per non dire cruciale.

“E quando la mattina non ti sveglia nessuno. E quando la sera non ti aspetta nessuno. E quando puoi fare quello che vuoi. Come la chiamiLibertà o solitudine?”

-Anonimo-

Una volta che avremo identificato i sentimenti scaturiti dalla solitudine, è necessario bloccare tutti gli atteggiamenti che la alimentano. Ad esempio, potremmo provare il desiderio di allontanarci dalla nostra famiglia o dai nostri amici più stretti a causa del malessere che proviamo… Tuttavia, stare soli è una cosa, contribuire affinché la solitudine non ci abbandoni è un’altra, ben diversa.  

Dobbiamo fare uno sforzo per aprirci e conoscere nuovi amici, abbandonando le relazioni che accrescono questo sentimento di solitudine e dire “sì” agli inviti che rifiutiamo sempre perché non ci sentiamo del tutto felici. Domandatevi: “Se non mi sentissi così, ci andrei?”. Se la risposta è sì, fate uno sforzo.

Modifichiamo le nostre credenze sulla solitudine

Quali credenze agiscono in noi per aver reso la solitudine un sentimento insopportabile? Forse pensiamo che non avere un partner sia un fallimento, che sia troppo tardi, che non siamo stati capaci di tenere nessuno al nostro fianco, che fare le cose da soli è motivo di vergogna

L’unico modo che abbiamo per combattere tutto ciò è accettarlo e, poi, fare il contrario. Crediamo che sia una vergogna andare a prendere un caffè o al cinema da soli? Facciamolo. Scopriremo che non siamo gli unici a farlo, inoltre ci renderemo conto di quanto ci sentiremo bene.

Donna felice grazie alla solitudine

Perché non iniziare anche a dedicarci a qualcosa di specifico? Forse lavorate 8 ore al giorno e credete di essere troppo occupati, ma quando arrivate a casa e vi sentite soli e privi di programmi, potreste sentirvi tormentati dai fastidiosi pensieri ruminativi sulla solitudine. Per questo, dedicatevi a quell’hobby che avreste sempre voluto praticare o iscrivetevi in palestra, per praticare un po’ di zumba dopo il lavoro.

Tenersi occupati ci aiuterà a realizzarci e a crescere come persone. Ci permetterà anche di conoscere persone nuove e di renderci conto che, in realtà, non siamo soli come crediamo! Dobbiamo attivarci per affrontare la tristezza e renderci conto che non dipendiamo da nessuno per essere felici.

“Perché, in generale, fuggiamo dalla solitudine? Perché sono pochi coloro che trovano in se stessi una buona compagnia”.

-Carlo Dossi-

Iniziamo a mettere in discussione le nostre credenze, smettiamo di paragonarci agli altri e facciamo ciò che vogliamo senza dipendere dalla partecipazione o meno degli altri ai nostri programmi. Ci sono in gioco la nostra felicità e allegria. Ci meritiamo il meglio, ci meritiamo di sentirci bene e felici con noi stessi, non solo quando ci sono altre persone intorno a noi o quando abbiamo un partner.

La solitudine e la felicità

Immagini per gentile concessione di Jiwoon Pak


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