La soluzione migliore non sempre è la più facile

Un percorso sicuro e noto non sempre rappresenta la soluzione migliore. Certo, può ridurre al minimo i rischi, ma può anche limitare le nostre possibilità di apprendere cose nuove e di fare dei passi avanti che ci permetteranno di raggiungere il nostro benessere.
La soluzione migliore non sempre è la più facile
Alicia Escaño Hidalgo

Scritto e verificato lo psicologa Alicia Escaño Hidalgo.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Molte volte cercando di trovare la soluzione migliore ai nostri problemi, assumiamo dei comportamenti che possono crearne di nuovi. Ci ancoriamo al nostro comodo stile di vita e rifiutiamo l’opportunità di esplorare nuove strade. A volte osservare la vita da nuove prospettive genera in noi una sorta di terrore.

Il problema è che, in molti casi, le persone si accontentano di modelli di vita confortevoli, ma privi di gratificazione. È possibile che la vita che viviamo non sia esattamente come quella che avevamo progettato in base ai nostri obiettivi e ai nostri valori. Nonostante questo, c’è qualcosa che ci impedisce di evitare quella pietra che ci fa inciampare durante il nostro cammino.

La paura del fallimento ci impedisce di uscire dalla nostra zona di comfort e suscita in noi delle emozioni negative. Pur essendo coscienti della necessità di un cambiamento, rimaniamo ancorati a delle situazioni “sicure” che, però, non ci permettono di progredire.

Ad esempio, continuiamo ad avere una relazione con il nostro partner o con dei familiari o parenti che non ci danno più nulla o causano addirittura continui problemi. Oppure continuiamo a fare un lavoro che è al di sotto delle nostre capacità perché abbiamo paura di occupare un posto con maggiori responsabilità. In genere, siamo portati a pensare che rimanere nella situazione attuale sia la soluzione migliore. Per dirla in breve, ci accontentiamo di quello che conosciamo e pensiamo di avere tutto sotto controllo.

Le situazioni che ci sono familiari, di solito, sono le più confortevoli. Spesso tendiamo a sopravvalutare queste comodità, anche se in fondo sappiamo che non sempre le situazioni facili offrono dei vantaggi. La paura di abbandonare la nostra zona di comfortè così grande che preferiamo scegliere un dolore superficiale, ma continuo, che un dolore intenso, ma limitato nel tempo.

Donna preoccupata

La comodità come soluzione migliore

La comodità sembra essere un aspetto molto apprezzato dagli essere umani. In effetti, vivere comodamente ci dà un senso di controllo che riduce di molto i nostri livelli di ansia.

Se dovessimo affrontare ogni giorno nuove situazioni senza sapere se sono positive o dannose per noi, potremmo morire di stress. Cercare un po’ di comodità, dunque, non è di per sé controproducente.

Quando nasce il problema? Il problema compare nel momento in cui optiamo per il comfort quando, in realtà, non siamo davvero a nostro agio come pensiamo. Nelle situazioni che viviamo ogni giorno, sappiamo muoverci come un pesce nell’acqua e siamo sicuri di poter controllare le cose che ci capitano. La realtà è ben diversa. Possiamo controllare ben pochi elementi al di fuori di noi stessi.

Quello che sembra comodo e sicuro, nei fatti non lo è. Provate a chiedervi: “Sono felice della mia vita?” oppure “Mi sto divertendo quanto dovrei?”.

Forse, a breve termine, potete essere contenti di quello che avete e sentirvi rassicurati. Ma se pensate a lungo termine o vi guardate indietro, potreste ritrovarvi nello stesso punto di sempre e sentire che qualcosa non è andato come sarebbe dovuto andare.

In questi casi è possibile che la vostra zona sicura vi abbia teso una trappola. È come salire una scala che vi porta verso un precipizio. Cadete giù e ripercorrete la stessa strada con la stessa pendenza. Conoscete questa sorta di loop e vi sentite a vostro agio. Ma è davvero il modo migliore di affrontare le cose? Come abbiamo già detto, a volte, la soluzione migliore non è la più semplice.

Uomo solo al mare

La paura di sentirsi a disagio

La paura di dover affrontare delle situazioni spiacevoli, che non controlliamo o che potrebbero suscitare delle emozioni negative, non ci permette di esplorare nuove strade.

La nostra società ci impone di essere felici e di soffrire il meno possibile. È come se provare emozioni cosiddette negative fosse un segno di debolezza. Ne facciamo un problema così grande che cerchiamo di evitarle a tutti i costi. “Meglio un male noto che una cosa nuova da conoscere” ci ripetiamo spesso. Con l’idea che bisogna a tutti i costi divertirsi, viviamo la nostra vita cercando di evitare ogni evento che possa causare tristezza, disagio o sensi di colpa.

Il risultato finale è una costante insoddisfazione. La sensazione che ci manchi qualcosa è forte. Questo accade perché ci uniformiamo a quello che ci fa rimanere sempre nello stesso posto, senza pensare che la vita potrebbe essere migliore. Per raggiungere l’altra sponda, a volte, è necessario attraversare un fiume pieno di rocce e con un’acqua molto fredda. Un cammino scomodo, ma necessario.

In questi casi, il segreto è fare i nostri passi con intelligenza. Il buono non sempre è così buono. Prendete una decisione, eliminate le paure senza fondamento e incamminatevi. Vi accorgerete che quei “mostri” che avreste dovuto incontrare, raramente appaiono. E se lo fanno, non sono così terrificanti. Ricordate che è la vostra mente ad amplificare le cose.

Talvolta la cosa migliore da fare non è rimanere fermi sulle nostre sicurezze, ma affrontare l’incerto, il nuovo. Potete dire a voi stessi: “Eccomi io sono qui, qualunque cosa accada affronterò la situazione nel miglior modo possibile. Piangerò se il caso lo richiede o se ho voglia di farlo. E riderò quando sarà il momento”. Accettando apertamente e con coraggio quello che la vita ha in serbo per voi, farete nuove esperienze e imparerete cose che non conoscevate. Lasciate un po’ di spazio alle sorprese!


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  • Barraca, J. (2005). La mente o la vida. Una aproximación a la terapia de aceptación y compromiso. 2º edición. Desclee de brouwer.

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