L'autolesionismo o il desiderio di farsi del male

L'autolesionismo o il desiderio di farsi del male

Ultimo aggiornamento: 23 giugno, 2016

L’autolesionismo è un modo “malato” – l’unico che la persona trova – di affrontare i problemi; tramite ferite autoinferte, il soggetto tenta di esprimere i sentimenti che non è in grado di spiegare a parole e di liberare il dolore emotivo. Tuttavia, per la persona che pratica l’autolesionismo, i sentimenti dolorosi tornano sempre, e si sente la necessità di farsi nuovamente del male, per questo è necessario trovare altri modi per sentirsi meglio e non ferire se stessi.

Si tratta di un comportamento, una valvola di sfogo, per esprimersi e sentirsi meglio, dove le lesioni personali sono l’unico modo di far fronte a sentimenti come la tristezza, l’odio, la colpa o l’ira. Indubbiamente questo sollievo non dura a lungo. Il segreto e la colpa generate dall’autolesionismo, inoltre, influiscono in modo negativo anche sulle relazioni familiari e personali.

L’autolesionismo e le sue diverse forme

L’impulso di farsi del male intenzionalmente può essere portato a termine in diversi modi, alcuni dei più comuni sono bruciare o graffiare la pelle, darsi colpi in testa o in qualsiasi parte del corpo, perforarsi o attaccare oggetti sulla pelle, evitare che le ferite guariscano, ingerire sostanze tossiche o altri oggetti, e in maniera meno ovvia, la persona può mettersi in pericolo bevendo in eccesso, guidando in modo imprudente o prendendo un qualsiasi tipo di farmaco senza precauzione.

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Quali sono i segnali dell’autolesionismo

I segnali di avviso che un familiare o un amico pratica l’autolesionismo possono essere i seguenti:

Ferite inspiegabili, lividi o bruciature (in generale sui polsi, il petto, le braccia e cosce), macchie di sangue sui vestiti o sul letto, trovare tra i suoi oggetti personali spille da balia, aghi, pezzi di vetro e oggetti appuntiti o taglienti, soffrire di incidenti frequenti, usare spesso la scusa di essere sbadati o distratti, usare camicie a manica lunga o pantaloni lunghi anche se fa caldo. 

In genere si tratta di persone a cui piace trascorrere molto tempo sole chiuse in bagno o nella propria camera, e persone che soffrono di isolamento e irritabilità.

Come agire davanti a delle ferite auto-inflitte

-Il primo passo da fare davanti alle ferite auto-inflitte è fidarsi di qualcuno e parlare di ciò che sta succedendo. All’inizio si può provare timore nel parlarne, ma sarà un grande sollievo condividere con qualcuno quello che sta succedendo. Per questo motivo, per parlare di autolesionismo, le persone dovrebbero concentrarsi sui loro sentimenti e comunicare nel modo che le faccia sentire più a proprio agio.

-Il secondo passo è cercare un aiuto professionale e abbandonare il comportamento autolesionista. Con l’aiuto di un terapeuta, la persona potrà capire perché si fa del male. Per questo motivo, è molto importante saper riconoscere i fattori scatenanti delle autolesioni e, per riuscirci, si dovrà lavorare sulla propria coscienza emotiva.

-Il terzo passo è trovare nuove tecniche per affrontare i problemi, per esempio, esprimere il dolore e le emozioni intense, calmarsi, imparare a distaccarsi e soprattutto trovare delle strategie che aiutino a liberare le tensione.

Trattamento professionale

Trovare il giusto terapeuta può richiedere del tempo, ma è molto importante che questi venga scelto dalla persona interessata, che abbia esperienza nel trattamento dei traumi e delle lesioni auto-inflitte e, soprattutto, che si instauri fiducia e cordialità tra paziente e terapeuta.

Immagine per gentile concessione di Toni Blay


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