Dati i suoi contesti di applicazione, è possibile che spesso si viva questa prova con un certo fastidio, come quel nemico ormai noto che ha costituito una sfida in diversi momenti della nostra vita. Tuttavia, vi è anche chi vede il test delle matrici di Raven con profondo interesse, poiché si diverte a risolvere questi piccoli enigmi nei quali identificare dei modelli, risolvere delle serie, inferire, affinare percezioni e astrazioni…
Ad ogni modo, una cosa è chiara: la misurazione del QI (quoziente intellettivo) continua ad avere una chiara validità nella nostra attualità e nella maggior parte dei nostri contesti. Nel nostro quotidiano diamo la priorità a questa visione unitaria dell’intelligenza, secondo la quale nell’essere umano si misurano le sue capacità di ragionamento logico, di risoluzione di problemi o il pensiero critico.
Il test delle matrici di Raven è un esempio di quest’ultimo, si misura il ragionamento astratto e l’intelligenza fluida di cui ci parlava Cattell e che ci permette di risolvere i problemi quotidiani. Chissà se in futuro le cose cambieranno e le prove psicotecniche si articoleranno in un modo diverso.
Questo strumento non smette di destare interesse e di essere, prima di tutto, utile. Vediamolo nel dettaglio.
Test delle matrici di Raven: a cosa serve?
Il test delle matrici progressive è stato creato da J. C. Raven nel 1938 per misurare il fattore “g” dell’intelligenza . Questa prova psicometrica aveva un obiettivo : valutare gli ufficiali dell’esercito statunitense. Non si tardò, tuttavia, a comprenderne l’utilità e la validità anche nella valutazione dell’intelligenza in generale, indipendentemente dalle conoscenze acquisite.
Benefici del test delle matrici di Raven a confronto con altre prove
Può essere utilizzato con i bambini e con gli adulti, a prescindere dal loro livello culturale o da eventuali problemi comunicativi o motori.
È una prova molto economica in quanto a svolgimento e gestione.
In linea generale, risulta interessante e coinvolgente per la persona (vi è implicazione e motivazione).
Richiede un’attenzione “gestaltica” e un ragionamento analogico con il quale la persona deve applicare una condotta esplorativa, un’altra comparativa e utilizzare varie fonti di informazione per completare le matrici.
Uno dei maggiori vantaggi del test delle matrici di Raven è la rapidità con cui otteniamo un’informazione valida sul funzionamento cognitivo dell’adulto o del bambino .
Occorre aggiungere un dato importante. Lo stesso creatore del test, John Raven, rese chiaro che tale prova non doveva essere utilizzata in via esclusiva per misurare l’intelligenza della persona. Devono essere apportate altre fonti di informazione, in modo che la valutazione possa essere molto più potente e i suoi risultati più solidi.
Come si realizza il test delle matrici di Raven
La prova è composta da 60 domande a risposta multipla, organizzate sulla base della difficoltà. Come già sappiamo, vengono utilizzate alcune figure geometriche astratte e incomplete che la persona deve risolvere, cercando di dare significato a un materiale, a una prima occhiata, confuso e disorganizzato.
Di solito si hanno 45 minuti a disposizione, tempo sufficiente affinché il bambino o l’adulto mettano in pratica la cosiddetta capacità di eduzione. Si tratta di un processo che si delinea nel modo seguente:
Trovare delle relazioni e dei legami quando ciò abbiamo davanti è un’informazione, a prima vista, disorganizzata.
Questa abilità intellettiva richiede che si facciano paragoni, deduzioni, rappresentazioni mentali, che si applichi il ragionamento analogico e il principio della logica .
Tutto questo dà forma al fattore “g” definito a suo tempo da Charles Spearman e che viene considerato un indicatore valido dell’intelligenza in generale.
Per concludere, il test delle matrici progressive di Raven non è uno strumento verbale né manipolativo, i cui punteggi non dipendono dal livello educativo, né dall’esperienza della persona che li totalizza. Tutto questo lo rende molto interessante, oltre che utile nei contesti nei quali si desidera ottenere un’informazione previa sull’intelligenza “in generale” di alunni o candidati a una determinata categoria professionale.
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