Si nasce destrimani? Si diventa mancini per caso?

Si nasce destrimani? Si diventa mancini per caso?
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Al giorno d’oggi quasi nove persone su dieci sono destrimane. Ciò permette la presenza di solo il 10% di mancini nel mondo. Da cosa dipende questa distribuzione? È frutto della sorte? Si è destrimani per caso o per genetica? Acquisiamo tale abilità con la pratica? Possiamo diventare mancini? Dipende dai nostri gusti?

La spiegazione non è così semplice. Sono state numerose le ricerche condotte al riguardo, ma nessuna sembra essere giunta ad una conclusione chiara. Tuttavia, in tanta ambiguità vi sono due ipotesi che sembrano godere di un maggiore riconoscimento scientifico.

Secondo le due spiegazioni, essere destrimano o mancino dipende da cause neurologiche, ovvero si tratta della conseguenza di un processo evolutivo del sistema nervoso. Sappiamo con certezza, dunque, che non nasciamo con tale condizione né essa è il frutto del caso, bensì diventiamo l’uno o l’altro durante l’infanzia. Come si sviluppa tale processo?   

Destrimani o  mancini: il responsabile è il cervello

La prima di queste teorie ha predominato per anni e fornisce una spiegazione neurologica di origine cerebrale, ovvero essere destrimano o mancino dipende dal cervello e dalla lateralità della persona. La lateralità è la preferenza di uso di una delle parti simmetriche del corpo: mano, occhio, piede, orecchio…

Mancino o destrimano secondo il cervello

A livello anatomico questo concetto è simmetrico, ma a livello funzionale è asimmetrico. Vi è lateralità quando uno dei lati del corpo predomina sull’altro quando il soggetto realizza un’attività (scrivere, aprire la porta, giocare a tennis…). I mancini la presentano nel lato sinistro e i destrimani in quello destro.  

La lateralità si plasma tra i tre e i sei anni e si forma totalmente a sette anni. Se a cinque anni il bambino non l’ha ancora sviluppata, bisogna rivolgersi ad uno specialista.

Lateralizzazione

Per comprendere questa prima teoria, è necessario spiegare il concetto di lateralizzazione, un processo che dipende dalla dominanza emisferica del soggetto. A grandi linee, si può dire che l’emisfero cerebrale destro “dirige” i movimenti del lato sinistro del corpo e, viceversa, l’emisfero sinistro regge quelli del lato destro. Da ciò, si può dedurre che:

  • Persone destrimane: dominanza emisferica sinistra e lateralità destra.
  • Persone mancine: dominanza emisferica destra e lateralità sinistra.

Seconda teoria: midollo spinale e lateralità

Uno studio realizzato di recente dai ricercatori dell’Università Rurh di Bochum (Germania) hanno assicurato che a determinare una lateralità piuttosto che l’altra non è il cervello, bensì il midollo spinale. Hanno scoperto che all’ottava settimana di gravidanza vi sono già profonde differenze genetiche tra mancini e destrimani.

Quando il feto si trova ancora dentro il ventre materno, i geni del suo midollo spinale incaricati di controllare il movimento degli arti sono diversi nei due gruppi. Ad esempio, i piccoli scelgono già se succhiare il pollice di una mano o dell’altra. Come può essere possibile?

Il processo è il seguente: la corteccia cerebrale invia ordini motori al midollo spinale che, a sua volta, controlla i movimenti delle gambe e delle braccia del bambino. La scoperta degli investigatori si basa sul fatto che la corteccia cerebrale e il midollo non sono uniti sin da subito, dunque i movimenti del feto in queste prime fasi possono dipendere solo dal midollo spinale.

Secondo questi studiosi, dunque, la spiegazione della lateralità (la preferenza d’uso) si troverebbe nell’epigenetica, ovvero nell’influenza dell’ambiente sui geni, la quale influisce in modo diverso sulla parte destra o sinistra del midollo spinale.

Bambina che cerca qualcosa nel secchio

E le persone come Rafa Nadal? Sono destrimane, mancine o ambidestre?

Se non vi siete ancora identificati come destrimani o mancini, forse la vostra lateralità non si è sviluppata in modo del tutto corretto. Quando succede, la persona può essere ambidestra, ovvero presentare lateralità crociata o contrariata.

  • Essere ambidestro vuol dire presentare una lateralità indefinita, ovvero non vi è dominanza emisferica e, dunque, vi è un uso diverso di entrambe le parti simmetriche del corpo. Si tratta di persone che possono svolgere le loro attività indistintamente con la mano destra o con quella sinistra.
  • Si parla di lateralità crociata o mista quando vi è uno scambio di lateralità. Ad esempio, è il caso di Rafael Nadal, il cui occhio dominante è il destro (è destrimano), ma la sua mano dominante è la sinistra.
  • La lateralità contrariata si presenta in soggetti che per influenza esterna hanno dovuto cambiare la propria lateralità (il caso più comune è quello di un bambino mancino che viene obbligato a scrivere con la destra). Per realizzare le attività che non rientrano nell’ambito culturale, dunque, useranno la loro mano “naturale”, ad esempio per lavarsi i denti, salutare o spingere qualcosa.

Questa lateralità contrariata riguarda soprattutto l’associazione negativa che si dà alla sinistra. È possibile notarlo anche nel linguaggio, ad esempio “essere il braccio destro” di qualcuno vuol dire essere un collaboratore fidato oppure “essere destro” vuole dire essere abile, accorto, sagace. L’evoluzione della parola latina sinister in “sinistro”, ovvero infausto e sfavorevole, non è stata altrettanto positiva. In molti paesi, come la Cina, si continua a vedere di mal occhio chi usa la mano sinistra e i bambini mancini vengono corretti.

Restano ancora molte incognite da risolvere su questo argomento, ma siamo sempre più vicini alla spiegazione scientifica inconfutabile. 


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