Nocicettori: i recettori del dolore

I nocicettori sono i recettori del dolore. La pelle è come un campo minato che reagisce a ogni stimolo che la colpisce.
Nocicettori: i recettori del dolore
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

I nocicettori sono in grado di riconoscere la sensazione di dolore e reagire a essa. A volte è proprio il nostro organismo che, per difesa, causa sofferenza.

Tutti gli esseri viventi dotati di un sistema nervoso centrale sperimentano dolore grazie ai nocicettori. Pur trattandosi di una sensazione sgradevole che vorremmo evitare, il dolore compie una funzione primordiale per l’organismo.

Immaginate di non provare dolore: né le bruciature, né gli urti né le ferite provocano alcuna sensazione. Sembra piacevole, ma in realtà accorcerebbe la nostra vita in maniera drastica. Le persone che soffrono di analgesia congenita (insensibilità al dolore), infatti, vivono un’esistenza drammatica e breve.

“Il dolore è più appariscente della felicità.”

-Ana Maria Matute-

Il dolore informa, rivela lo stato dell’organismo e aiuta a reagire di fronte a stimoli pericolosi o nocivi. Potremmo dunque affermare che i nocicettori garantiscono la nostra sopravvivenza. Infatti, ci migliorano la vita e il rapporto con noi stessi e con l’ambiente esterno.

I nocicettori garantiscono la sopravvivenza

Che cosa sono i nocicettori?

Non possiamo vivere senza dolore, questa è una delle poche certezze della vita. Ma quali sono i responsabili biologici di ciò che proviamo? Ovviamente, il primo fra tutti è il cervello. Ma anche il cervello ha bisogno di alleati in grado di identificare gli stimoli dolorosi, e di una rete capace di trasmettere l’informazione. Fanno parte di questa rete il talamo e le terminazioni sensoriali.

Responsabili dell’individuazione del dolore, i nocicettori sono terminazioni nervose presenti al termine di un assone. Sono distribuiti in tutto il corpo, infatti si trovano sia nei tessuti esterni che in ogni altra zona dell’organismo interno (muscoli, intestino, vescica, ovaie…). Grazie ai nocicettori, il corpo è in grado di valutare il danno subito nel momento in cui si manifesta il dolore. Trasmettottono questa informazione al sistema nervoso centrale.

Non solo gli esseri umani e gli animali dispongono di recettori sensoriali. Anche organismi semplici come i procordati (un tipo di invertebrato marino) sono dotati di funzione nocicettiva. La struttura del sistema nervoso è un meccanismo indispensabile di difesa e conservazione.

Trasmissione del dolore

Tipi di nocicettori

I nocicettori compongono un mosaico molto eterogeneo. È importante evidenziare che ognuno reagisce a uno stimolo e possono stabilirsi diverse tipologie. È questo il motivo per cui il lavoro degli scienziati per differenziarli è tuttora molto difficile. La ricerca avanza verso un obiettivo farmacologico che permetta di creare bersagli chimici effettivi per il trattamento del dolore. Si tratta di una sfida ardua, ma in continuo progresso.

In ogni caso, è possibile definire alcuni tipi specifici di nocicettori:

  • Chemiorecettori. Reagiscono quando i tessuti infiammati o infettati liberano un certo tipo di liquidi, tra cui la bradichinina o la istamina. Queste sostanze si immettono nel flusso sanguigno in caso di lesione, infezione di una ferita o colpo.
  • Termocettori. Si tratta di recettori del dolore che si attivano al contatto con una superficie o elemento ad alta temperatura. Una curiosità su questo aspetto: spesso sperimentiamo la sensazione dolorosa prima ancora di sapere cosa è successo o cosa abbiamo toccato.
  • Meccanocettori. Qualsiasi pressione meccanica più intensa di un semplice sfregamento può provocare una lesione, un impatto o la deformazione di un tessuto dell’organismo. Tale stimolo mette in azione i meccanocettori. Si tratta del tipo di dolore più rapido e comune, che si manifesta grazie la passaggio dell’informazione lungo le fibre A delta (nervi mielinizzati).
  • Nocicettori silenziosi. A differenza degli anteriori, questi nocicettori si attivano con maggiore ritardo. Perché? Perché rispondono a tutti i tipi di stimoli segnalati in precedenza.
I vari tipi di nocicettori

La percezione del dolore: perché alcuni dolori diventano cronici

I nocicettori sono strutture presenti al termine degli assoni che reagiscono davanti a stimoli nocivi termici, meccanici o chimici. Ma sappiamo anche che alcune sensazioni dolorose sono più sopportabili di altre. Esistono poi condizioni che, senza motivo apparente, evolvono fino a diventare persistenti e, infine, trasformarsi in dolore cronico.

Gli esperti concordano nel dire che il dolore rispecchia la gravità della lesione o della disfunzione. Il dolore di una ferita al dito, ad esempio, dura circa due o tre giorni, purché la ferita venga disinfettata correttamente. Ma le cose cambiano nel caso di una scottatura. Questo perché un’ustione danneggia diversi tessuti, e di conseguenza prevede un processo di cura più complicato.

Dolore nocirecettivo e dolore neuropatico

È importante differenziare anche il dolore nocirecettivo dal dolore neuropatico. Per quanto riguarda il primo, abbiamo visto che è provocato da stimoli meccanici, termici e chimici. Invece il secondo implica un danno al sistema nervoso.

Un piccola alterazione neurologica potrebbe essere la causa di una reazione più intensa e duratura degli assoni a qualsiasi tipo di stimolo. Tale alterazione potrebbe quindi essere relazionata a condizioni logoranti come la fibromialgia.

Dolore cronico

La scienza si dedica a creare farmaci più sofisticati e personalizzati. L’obiettivo è trovare agenti chimici che agiscano sui nocirecettori specifici che scatenano il dolore, una sofferenza che spesso limita la qualità di vita di molte persone.


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