Pensiero critico: internet lo indebolisce?

Pensiero critico: internet lo indebolisce?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

È confermato: l’uso continuato di internet diminuisce il nostro pensiero critico. Non si tratta di un’ipotesi temuta, ma di una conclusione che emerge dalle analisi. La rete opera all’interno di logiche che, naturalmente, hanno delle conseguenze.

Il pensiero critico, in questo caso, corrisponde alla facoltà di valutare, soppesare le informazioni secondo i nostri criteri. Permette di stabilirne la validità, la rilevanza. A quanto pare, alcuni aspetti di internet non aiuterebbero a sviluppare questa abilità, al contrario la indebolirebbero.

“Quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas. Quello che succede su Twitter rimane per sempre su Google.”

-Jure Klepic-

In che modo succede? Molte funzioni, servizi o spazi sul web, dai motori di ricerca alle reti sociali, lavorano con algoritmi. Il principio sarebbe “andare incontro” agli interessi e alle preferenze dell’utente. Con il tempo, però, finiscono per limitare le esperienze dei navigatori in rete. Ne consegue l’indebolimento del pensiero critico. Sono tre i modi principali in cui agisce internet in tal senso.

3 modi in cui internet indebolisce il pensiero critico

1. Le informazioni trovate su internet confermano le nostre opinioni

Quando cerchiamo una parola su internet, il motore di ricerca attiva una serie di parametri in base alle informazioni che ha raccolto precedentemente su di noi. In questo modo, i primi siti a comparire nella lista sono quelli che visitiamo più spesso o che contengono informazioni consultate abitualmente.

È inutile dire che resta al di fuori della ricerca una quantità importante di materiale.

Dito su motore di ricerca

Avviene qualcosa di simile nei social network. Appena entriamo, vedremo in primo piano i post delle persone con cui interagiamo abitualmente e che, in linea di massima, pensano in modo simile a noi. Senza rendercene conto, la nostra cerchia si è già ridotta notevolmente.

Gli algoritmi ci catapultano, in modo impercettibile, in un mondo ideologico che conferma le nostre opinioni. Evitano di metterci in contatto con informazioni e idee in contrasto con le nostre, dandoci un’idea limitata della realtà circostante.

Siamo convinti di conoscere la realtà senza renderci conto che ci stanno incoraggiando a vederne solo una fetta.Questo è il primo motivo per cui Internet riduce il nostro pensiero critico.

2. Internet incoraggia il narcisismo e diminuisce la capacità critica 

I social network hanno creato un nuovo tipo di dipendenza, quella dai Mi piace. Non lo facciamo in modo consapevole, ma ogni volta che postiamo, in un modo o nell’altro aspettiamo le reazioni degli amici, l’approvazione di quanto abbiamo pubblicato. Se nessuno lo fa, ci sentiamo frustrati e arriviamo perfino a dubitare della validità del nostro pensiero.

La scienza dice che i  Mi piace  attivano la secrezione di dopamina e agiscono come meccanismi di ricompensa. Fanno sentire bene perché implicano un’accettazione da parte della comunità. Questo può diventare un problema quando tale dipendenza modella le nostre idee o parole, senza che ce ne rendiamo conto.

Mani tese verso i like a rappresentare la diminuzione della capacità critica

Un altro modo con cui internet diminuisce il nostro pensiero critico è proprio questo: convertire il nostro ego in un prodotto di consumo sociale e alla continua ricerca di approvazione. Essere in disaccordo può significare uscire da un gruppo, dover affrontare il rifiuto o le critiche. Il timore delle conseguenze può condizionare in modo potente il nostro pensiero.

3. Incoraggia relazioni sociali irrilevanti

Ci sono diverse modalità per interagire in rete: social network, ma anche forum, chat, etc. Il web ci dà la falsa sensazione di non essere soli, in una conversazione che sembra non avere né capo né coda. Questo dialogo interminabile ruota su argomenti che diventano “comuni”. Che ci piacciano o meno, di questi argomenti si deve parlare.

In maniera graduale, internet rende superfluo il contatto fisico. Le interazioni in rete comportano sempre la stessa postura: seduti e davanti a uno schermo. Entrambe le situazioni hanno un effetto sul corpo e sul cervello.

Il movimento stimola l’intelligenza, il contatto fisico aumenta la capacità di provare empatia, lo scambio e l’affetto. 

Uomo con il viso assorbito dallo schermo del portatile

Internet ci induce ad adattarci, volontariamente e docilmente, a nuovi modi di entrare in relazione con gli altri, allontanandoci dall’esperienza diretta della vita reale. Il rischio è di cominciare a vedere il mondo attraverso un riquadro ristretto e limitato: lo schermo del nostro computer.


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