Questa distanza visiva ci permette di riposarci. Allo stesso modo, prendere le distanze da noi stessi, in un determinato momento, ci infonde anche benessere psicologico ed emotivo . Tuttavia, come distanziarci dal nostro stesso essere? Ovunque si vada, i nostri pensieri, la nostra essenza e il peso di tutta la nostra esistenza continuano a seguirci, come un enorme bagaglio soffocante, come un rumore instancabile che ci impedisce di pensare con chiarezza.
Non occorre scappare in Tibet, né ritirarsi una settimana nel silenzio assoluto per creare nuove prospettive, per distaccarsi dal proprio Io e intrattenere una conversazione con lui…
Prendere le distanze per ritrovarsi
Vi è chi pensa che prendere le distanze significhi andare in vacanza. Che i problemi perdano importanza e intensità con una settimana alle terme, con qualche giorno sulla riva di una spiaggia dalle acque turchesi. Usiamo questi intervalli di placido riposo per scappare, ma non serve a niente mettere in pausa la vita in uno scenario paradisiaco dove ci limitiamo a non pensare.
Prendere le distanze non significa fuggire, né mettere dei chilometri fra noi e quello che non ci piace o che ci priva della nostra calma. No, se alla fine torniamo nello stesso punto. Laozi era solito dire che, in realtà, non vi è maggiore distanza di quella che noi stessi stabiliamo nella nostra testa e nel nostro cuore . In altre parole, fra ciò che la nostra mente si ostina a farci credere e ciò che ci chiede il cuore.
Molto spesso, dunque, ci impegniamo a prolungare situazioni che, lungi dall’arricchirci a livello personale, ci sottraggono l’opportunità di essere felici. Un lavoro, una relazione, un contesto familiare, sono tutte dimensioni alle quali ci attacchiamo; restiamo incagliati nelle dinamiche negative. Abbiamo interposto tanta distanza fra noi e le nostre vere necessità che ciò di cui abbiamo bisogno con urgenza non è un viaggio o una fuga momentanea. Abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi .
Imparare a guardarci in prospettiva
Dobbiamo imparare a prendere le distanze per ritrovarci, per vedere la vita in prospettiva. Vicktor Frankl, padre della logoterapia e sopravvissuto a diversi campi di concentramento tedeschi, ce lo spiega nel suo libro The Doctor and the soul. A volte è necessario dare forma a una specie di distacco rispetto a quello che ci circonda per recuperare il nostro senso di libertà, il nostro potenziale e ricordarci quali sono i nostri propositi .
La maggior parte del tempo siamo prigionieri dei nostri pensieri . Questo scenario è quasi come una prigione senza finestre, un ambiente ostile dove risulta molto complicato sapere cosa c’è fuori. Occorre stabilire un contatto con le nostre emozioni per trovare un impulso sufficiente a generare un cambiamento.
Vi presentiamo alcuni passaggi per riuscirci, per dare forma a questo distacco personale grazie al quale trovare una maggiore chiarezza interiore.
Prendere le distanze da se stessi per prendere delle decisioni
Ergersi a una posizione di osservazione al di sopra di se stessi è una strategia terapeutica che può essere di grande utilità. Consiste nel salire qualche gradino rispetto a noi stessi per guardarci dall’alto in modo amorevole, affettuoso e semplice . È come un gioco dove diventiamo auto-osservatori per riflettere su dove ci troviamo e cosa vogliamo fare con la nostra vita.
Salite sul balcone della vostra coscienza per guardarvi da sopra, da una certa distanza. Valutate se ciò che vedete vi piace, chiedetevi se nel giro di un anno vi piacerebbe vedervi allo stesso modo.