L’aggressività è uno degli istinti meno compresi e peggio gestiti, in generale ha una connotazione negativa. Tuttavia, fa parte del nostro kit di sopravvivenza, dunque è fondamentale. Ci chiediamo, quindi, se è opportuno farne uso nelle occasioni in cui siamo costretti a reclamare.
Molte volte veniamo assaliti dal dubbio se il reclamo è la conseguenza della nostra ipersensibilità nei confronti di un fatto di scarsa importanza o se è effettivamente ne vale la pena. Non è facile chiarirlo, poiché dipende da una valutazione soggettiva che, per la stessa ragione, dipende molte volte dal nostro stato d’animo e non dalla realtà oggettiva.
Il dilemma che sorge quando dobbiamo scegliere se reclamare o no può essere molto più rilevante di quanto possa sembrare a prima vista. Quando è necessario formulare un reclamo e non lo si fa, è come se permettessimo tacitamente agli altri di metterci i piedi in testa. E quando reclamiamo qualcosa che in realtà non lo merita, possiamo generare un conflitto inutile. Entrambi gli atteggiamenti potrebbero avere serie ripercussioni nel caso in cui riguardino una situazione importante.
Indizi per sapere quando reclamare
La domanda è: quali sono i criteri che dobbiamo applicare per sapere se è giusto reclamare di fronte a una situazione che ci provoca fastidio, disagio o un danno? Non è sempre giusto presentare un reclamo, che sia personale ocorporativo.
Possiamo affermare, però, che reclamare è inappellabile quando:
Viene violato un diritto fondamentale. Non si deve mai restare in silenzio in questo caso. Non reclamare in circostanze di questo genere apre la porta alla mancanza di rispetto e di considerazione.
Il danno causato ha effetti immediati che condizionano il proprio benessere nel medio e lungo termine. In questo caso, non reclamare significa prolungare un effetto avverso.
Viene deliberatamente violato un accordo o un patto. Infrangere un accordo costituisce un valido motivo per reclamare. Presuppone un cambiamento nelle regole del gioco. Se non si espone alcun reclamo, si accetteranno le nuove norme, anche se pregiudicano qualcuno.
Viene minacciata la dignità della persona. Questo può verificarsi sotto forma verbale, fisica o simbolica. Nessuno di questi casi deve essere accettato. Stare in silenzio o non fare niente equivale a legittimare quest’azione.
Quando non reclamare?
Così come vi sono dei criteri che orientano su quando è giusto e necessario reclamare, ve ne sono anche altri che ci indicano che non ne vale la pena. Prima di tutto, quando qualcuno ci provoca un danno o ci infastidisce in modo involontario. In questo caso, non vi è alcuna intenzione di danneggiare l’altra persona, ma a causa di una qualche circostanza, si finisce per danneggiarla senza volere. Perché reclamare allora?
Non adeguato reclamare nemmeno quando è stato colpito il nostro ego o la nostra vanità. Per esempio, quando non ci invitano a un’attività di gruppo alla quale speravamo di partecipare o quando non ci accudiscono come dei re, ma comunque non veniamo trattati male. In questi casi, il fastidio è provocato da una ferita narcisista che dobbiamo superare, invece che rivendicare.
Uno dei casi in cui non dovremmo mai reclamare, infine, è costituito da quelle occasioni in cui abbiamo fatto un favore a qualcuno e speriamo che ce lorestituisca. Se non vi è un accordo precedente, si ha tutto il diritto di scegliere se ricambiare o meno il favore.
Reclamare è anche un’arte
Quando si decide che la cosa giusta da fare è reclamare, questo non vuol dire iniziare un conflitto adirato. Il conflitto è la naturale conseguenza di un’ingiustizia subita, ma deve essere privo di aggressione o mancanza di volontà di risolvere il problema.
È sempre meglio discutere quando si è calmi. Un’ingiustizia subita causa frustrazione e rabbia, che può essere anche giusta, ma che molte volte non ci permette di ridimensionare né gestire la situazione nel modo adeguato. Per questo motivo, la cosa migliore da fare è cercare di calmarci prima di reclamare.
Dopodiché, dobbiamo esporre chiaramente il nostro reclamo. Indicare quale aspetto ci crea disagio e perché. Indicare in che modo viola i nostridiritti, i nostri patti o il nostro intimo. Possiamo poi chiedere o pretendere una spiegazione e, se è il caso, delle scuse o una rivendicazione per il male causatoci. Tutto ciò può essere fatto senza arrabbiarsi. La serenità è lo strumento migliore per risolvere questo genere di difficoltà.
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