Smettere di lottare contro ciò che ferisce è un’astuzia, non un atto di codardia

Smettere di lottare contro ciò che ferisce è un’astuzia, non un atto di codardia

Ultimo aggiornamento: 28 gennaio, 2017

Scegliere di essere forti e di affrontare il dolore è la cosa migliore che possiamo fare, e spesso questa strategia non implica rivivere la sofferenza o sbattervi contro. Evitare una cosa che richiede uno sforzo da parte nostra e che rappresenta una sfida per ottenere ciò che vogliamo significa fuggire. Evitare di scontrarci sempre con ciò che inquieta il nostro stato d’animo e che ci sta impedendo di vivere tranquillamente, invece, significa essere dotati di intelligenza emotiva.

La libertà e la forza radicano anche nella capacità di non inciampare costantemente su ciò che ci turba o ci ferisce. Essere forti significa affrontare i propri fantasmi e le proprie paure, come quella di mostrarci per come siamo. E siamo sia quello che ci piace sia quello che non ci piace. Per questo motivo, smettere di lottare contro ciò che ci ferisce è un’astuzia, non un atto di codardia.

Smettere di lottare con il dolore inutile che ci impedisce di evolvere

Alcuni psicologi umanisti, come Carl Rogers, avevano già sottolineato che la tendenza di tutti gli esseri umani è quella di auto-realizzarsi. Altri esperti sul tema, come Kelly, Royce e Powell, hanno trattato la capacità dell’essere umano di essere un agente attivo, che costruisce la propria realtà con il fine di adattarsi al mondo e di fondare una propria individualità.

Questo processo di ricerca e di sperimentazione è particolarmente appassionante se, poco a poco, troviamo ciò che ci fa crescere come persone e non stagniamo in un prototipo più simile ad un automa che ad una persona originale e dinamica, che cambia con il tempo e le circostanze.

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A volte l’ansia e la depressione hanno origine nell’immobilità. Un’immobilità che deriva dalla credenza imposta che, per essere persone di valore, dobbiamo ostentare una forza straordinaria davanti ai fatti da sopportare. In seguito a questo convincimento, inoltre, partoriamo l’idea che la base del nostro successo stia nel superamento di questi ostacoli e nella nostra vittoria.

Molti disturbi psicologici si palesano quando non siamo capaci di dire “basta” in tempo, cosa apparentemente facile in certi contesti, ma estremamente difficile per le persone che preferiscono sedersi in un punto scomodo e pericoloso, piuttosto che fare lo sforzo di rimediare al problema.

Dire “basta” è necessario

In questo mondo, lo stato di felicità non è più uno stato d’animo, ma un’imposizione costante: bisogna essere felici, essere forti e, soprattutto, dimostrarlo. Questa necessità creata si trasforma in un carcere emotivo che non permette al complesso dinamismo psichico di cui disponiamo di scorrere fluidamente.

Una delle componenti di questo dinamismo è il dispiacere e il dolore prodotti da certe persone e situazioni. Gli esseri umani provano dolore e lo proveranno sempre, ma evitarlo quando possono è una sana strategia emotiva. Ciò non determina una maggiore o minore forza, ma la nostra intelligenza di scansare ciò che sappiamo averci sempre indebolito.

“Sii forte e quel bambino non ti darà fastidio se lo affronti”. “Sii forte davanti ad una rottura, devi accettare di vedere il tuo ex con un’altra”. “Sii forte e sopporta anche se il lavoro non ti piace: riceverai lo stipendio”. “Relazionati con persone di ogni tipo, anche se alcune sono dannose, la vita è fatta così”. “Non prendere così sul serio i disprezzi della tua famiglia, il sangue è sangue”. Chi non si è mai sentito dire queste frasi?

È vero che la vita è anche così, costellata di momenti duri, ma non dobbiamo definire in questi termini la forza e la codardia. La forza è più legata ad affermazioni come “Prima o poi devo imparare a parlare in pubblico perché è importante per il mio lavoro”; “Oggi ho voglia di stare bene e non devo trovarmi per forza nello stesso posto in cui si trova il mio ex finché non ho superato la rottura”; “Non starò zitto davanti ai disprezzi di mia madre in pubblico”; “Lascerò questo lavoro perché mi sfinisce e non è quello che voglio fare nella vita”.

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Per la maggior parte delle persone queste ultime affermazioni sono utopistiche, immature o egoiste. Tuttavia, le prime prolungano molto di più le situazioni di dolore e ingiustizia rispetto alle seconde. Creano persone infelici per via del lavoro, del loro partner o degli amici. Creano persone incapaci di auto-realizzarsi per non saper distinguere il dolore inutile da quello importante.

Fraintendere il concetto di forza dà vita a persone codarde nei confronti dei loro sentimenti. Le porta a sprecare talento e passioni per portarle in posti sbagliati assieme a persone tossiche.  Se siete intelligenti, capirete che non è necessario sviluppare tanta forza per affrontare le situazioni complesse. Non sentitevi vigliacchi, sentitevi individui che lottano per ciò che li rende forti e che non sprecano energie a lottare contro ciò che li indebolisce.


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