Star male va bene perché aiuta a crescere

Star male va bene. L'alternanza degli stati d'animo fa parte della nostra natura umana. Se accettiamo questo fatto come parte del cammino della vita, senza censure, la tempesta emotiva si placherà.
Star male va bene perché aiuta a crescere
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Spesso ci sentiamo in colpa per l’angoscia che proviamo. Non ci rendiamo conto, però, che in alcuni casi, di fatto la maggior parte delle volte, star male va bene.

Vi siete mai chiesti cosa nascondano certe espressioni, quali: «sei brutta quando piangi», «un uomo non piange mai», «su col morale!»… Queste frasi, apparentemente innocue, sono tanto dirette quanto dannose. Sono censorie come macabri strumenti di tortura.

In qualche modo, indicano che c’è qualcosa di sbagliato in ciò che proviamo… che non dovremmo sentirci così. Che non dovremmo provare tristezza per una perdita o rabbia per un tradimento. Davvero non dovremmo provare questi sentimenti? Star male è così sbagliato?

Riconoscere le proprie emozioni è un primo grande passo verso la conoscenza di sé.

Donna triste che guarda fuori dalla finestra

Perché star male va bene?

Tutti attraversiamo momenti belli e momenti brutti. Fa parte della natura umana; l’alternanza è coerente al dinamismo delle circostanze che viviamo. In linea di principio, non vi è nulla di deleterio nell’oscillazione tra gli stati d’animo, contrariamente a quanto possano indicare certe culture.

È dunque normale in diverse occasioni arrivare a stare molto male, non solo a causa di una perdita o di un tradimento, ma anche a causa dell’impotenza che si prova nel non riuscire a superare tale stato d’animo. È in questi momenti che dirigiamo tutta la rabbia verso noi stessi, rendendo la ferita più profonda, più dolorosa. Star male va bene quando:

  • Vogliamo esprimere ciò che sentiamo.
  • Si desidera comunicare i propri sentimenti.
  • Quando accade qualcosa di spiacevole.
  • Quando succede qualcosa a una persona cara.
  • Nei momenti in cui ci sentiamo demotivati.

Questi sono solo alcuni esempi. In realtà, l’aspetto più importante è accettare e ascoltare le emozioni negative, quando si dà esse valore. Coglierne il messaggio e non vederle solo come la causa di una brutta notizia.

Star male, al di là della sofferenza

Quando cambiamo prospettiva e riconosciamo nello star male un’occasione di apprendimento, l’intensità della sofferenza si attenua. Questo non significa che smettiamo automaticamente di provare dolore, ma ci allontaniamo dalla sofferenza. Ricordiamo che la sofferenza può essere, o in gran parte è, facoltativa.

Possiamo dunque approfittarne per fare della resilienza una delle nostre più grandi virtù. In che modo? Superando il malessere, dando un senso alla nostra vita e imparando da ogni esperienza.

Donna che guarda una mongolfiera

Come gestire il malessere?

Esistono diversi modi per farlo. Potremmo iniziare con un viaggio nella parte più profonda della nostra essenza. L’autoconoscenza è uno strumento potente che ci permette di scoprire chi siamo e dove vogliamo andare.

Un altro modo è quello di definire quello che proviamo sul piano emotivo e, una volta fatto, fissare degli obiettivi per essere più assertivi nella scelta delle strategie di coping. Ad esempio, se ci irritiamo facilmente di fronte agli errori, possiamo iniziare a lavorarci su. Possiamo esprimere la nostra rabbia in modo più controllato, ma anche evitare che raggiunga picchi troppo alti.

Potremmo anche chiedere aiuto, ovvero consultare un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra. Tutti possiamo aver bisogno di sostegno; inoltre questi professionisti non solo possono aiutarci nei momenti di malessere, ma ci aiutano anche a valorizzare il meglio in noi.

D’altro canto, possiamo dedicarci ad attività che migliorano il nostro stato d’animo. Ad esempio, lo sport, la pittura, la danza, le attività sociali, ecc.

L’importante è trovare un significato nel percorso che tracciamo lungo la nostra esistenza, così da iniziare a prendere le distanze dalla sofferenza. È quanto ci racconta Viktor Frankl nel suo libro L’uomo in cerca di senso, un meraviglioso, ma anche scioccante, racconto della sua esperienza di vita.

In sintesi, star male va bene quando viviamo tale stato dal punto di vista dall’accettazione emotiva. Quando lasciamo spazio alle emozioni affinché possano respirare e comunicare il loro messaggio. Forse qualcuno ci ha feriti, abbiamo perso qualcosa o qualcuno di importante. Dopo, queste emozioni non avranno nient’altro da dirci, ci lasceranno la loro energia da utilizzare per riflettere o agire e se ne andranno.


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  • Frankl, V. (2015). El hombre en búsqueda de sentido. Barcelona: Herder.


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