Validità del contenuto nella ricerca

In termini psicometrici, la validità è un concetto che ha attraversato un lungo processo evolutivo. Inizialmente, Muñiz (1996) ha adottato la validità con una posizione specifica.
Validità del contenuto nella ricerca
Paula Villasante

Scritto e verificato la psicologa Paula Villasante.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

In termini statistici, la validità del contenuto è definita come la proporzione della varianza reale che è rilevante ai fini dell’esame.

Con il termine ‘rilevante’ si fa riferimento a ciò che è attribuibile alla variabile, le caratteristiche misurate dal test. Sappiamo anche che esistono diversi tipi di validità. In genere, la validità di un test viene definita mediante:

  • La relazione tra i punteggi con una certa misura di criteri esterni;
  • La misura in cui il test misura un ipotetico tratto sottostante specifico o “costrutto”.

La validità in termini psicometrici

In termini psicometrici, la validità è un concetto che ha attraversato un lungo processo evolutivo. Inizialmente, Muñiz (1996) ha adottato una posizione specifica sostenendo che “un test è valido per ciò a cui è correlato”.

La validità è intesa come un giudizio di valutazione globale. In questo giudizio, l’evidenza empirica e le assunzioni teoriche supportano la sufficienza e l’appropriatezza delle interpretazioni non solo degli elementi, ma anche del modo in cui le persone rispondono e del contesto della valutazione.

Quindi ciò che viene convalidato non è la prova, bensì le inferenze che ne derivano. Ciò ha due conseguenze:

  • La persona responsabile della validità di un test non è più solo il suo costruttore, ma anche l’utente.
  • La validità di un test non è definita una volta per tutte: è il risultato della raccolta di prove e ipotesi teoriche durante un processo evolutivo e continuo. Ciò include tutte le questioni sperimentali, statistiche e filosofiche mediante le quali vengono valutate le ipotesi e le teorie scientifiche.

In questo contesto, il concetto di validità si riferisce all’adeguatezza, al significato e all’utilità delle inferenze specifiche fatte con i punteggi dei test.

La convalida di un test è il processo di raccolta delle prove a supporto di tali teorie. Quindi, la validità è un processo unitario.

Sebbene le prove possano essere accumulate in molti modi, la validità si riferisce sempre al grado in cui tale evidenza supporta le inferenze dei punteggi.

Grafici su un tablet.


Tipi di prove

Un comitato presieduto nel 1954 da L. J. Cronbach stabiliva per conto dell’American Psychological Association (APA) che esistevano quattro tipi di validità:

  • Dei contenuti.
  • Predittiva.
  • Concorrente.
  • Del costrutto.

Da un punto di vista scientifico, si concorda sul fatto che l’unica validità ammissibile è la validità del costrutto (Messick, 1995).

La validità e suoi aspetti

All’interno dello studio sulla validità, l’evidenza è relazionata con cinque aspetti:

  • Il contenuto (la rilevanza e la rappresentatività del test).
  • Il sostantivo (le ragioni teoriche della coerenza osservata delle risposte).
  • La struttura (configurazione interna del test e dimensionalità).
  • Generalizzazione (il grado in cui le inferenze fatte dal test possono essere generalizzate ad altre popolazioni, situazioni o compiti).
  • Esterno (relazioni del test con altri test e costrutti).
  • Conseguenza (conseguenze etiche e sociali del test).

All’interno di questa validità possiamo comprendere altri tipi o strategie, come indicato nel precedente paragrafo.

Tipi di validità: contenuto

Questo tipo di validità dà risposta alla seguente domanda: siamo sicuri che gli elementi che compongono il test siano un campione rappresentativo del dominio dei contenuti o del dominio comportamentale che ci interessa?

Per comprendere questo punto di vista, un dominio o un campo comportamentale è un raggruppamento ipotetico di tutti i possibili elementi che coprono una particolare area psicologica.

Per esempio, un test di lessico dovrebbe essere un campione adeguato della padronanza di possibili elementi in quest’area.

In questo senso, la validità del contenuto è una “misura” dell’adeguatezza delle prove. Usiamo le virgolette, poiché questo tipo di validità consiste in una serie di stime o opinioni. Queste stime non forniscono un indice quantitativo di validità.

Illustrazione sui calcoli.

Questo tipo di validità è principalmente associata ai test per valutare le prestazioni (test di matematica, storia, etc). Per determinarla, le domande del test vengono confrontate sistematicamente con il dominio comportamentale del contenuto postulato.

Ad esempio, abbiamo un elenco di 500 parole che ci aspettiamo che gli studenti di un corso siano in grado di scrivere correttamente. Quindi la performance su queste parole sarà importante esclusivamente per testare la capacità dello studente di scrivere correttamente tutte le 500 parole.

Tuttavia, avrà validità di contenuto solo nella misura in cui fornisce un campione adeguato delle 500 parole che rappresenta.

Se selezioniamo solo le parole facili o difficili, o le parole che rappresentano alcuni tipi di errori di ortografia, saremmo inclini a una validità del contenuto molto bassa.

Conclusioni: a cosa serve la validità del contenuto?

L’aspetto chiave nella validità del contenuto è la prova degli elementi. In altre parole, la validità del contenuto è in grado di determinare se il campione dei suoi elementi è rappresentativo dell’universo o del dominio comportamentale dell’elemento che presumibilmente rappresenta.

Pertanto, la validità del contenuto è quel tipo di validità che è collegato al test stesso e a ciò che intende misurare.

Per esempio, ci permetterà di sapere se il campione degli elementi del test è rappresentativo del dominio in matematica che vogliamo valutare. Quindi, è un concetto importante sia nella statistica che nell’uso di test psicologici o di performance.

Lo studio della validità è un’analisi su un test metrico, nel nostro caso, trattandosi di psicologia, psicometrico, le cui conclusioni si riferiscono al grado in cui detto test misura ciò che vogliamo che misuri. Logicamente, l’ideale è che il test sia valido in assenza di altre analisi come l’affidabilità.


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  • Tovar, J. A. (2007). Psicometría: tests psicométricos, confiabilidad y validez. Psicología: Tópicos de actualidad, 85-108.
  • Muñiz, J. (Ed.). (1996). Psicometría.
  • Messick, S. (1995). Standards of validity and the validity of standards in performance asessment. Educational measurement: Issues and practice, 14(4), 5-8.
  • Gómez Benito, J., & Hidalgo, M. La validez en los tests, escalas y cuestionarios. La sociología en los escenarios 8 (revista electrónica). Centro de Estudios de Opinión 2002.(Consulta febrero 2011).

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