Accettare il dolore per stare meglio

Tutto ciò che proviamo (stress, ansia e depressione) ha una causa. Pertanto, è importante convalidare tutte le emozioni per imparare a gestirle.
Accettare il dolore per stare meglio
Lorena Vara González

Scritto e verificato la psicologa Lorena Vara González.

Ultimo aggiornamento: 08 ottobre, 2024

A volte quando si soffre, non fare nulla è la cosa più difficile che possano chiederci. Siamo convinti che accettare il dolore sia inutile se non c’è l’intenzione di trovare una soluzione. D’altro canto, ci comportiamo come se il dolore, invece che essere ascoltato, riconosciuto e accettato, dovesse essere nascosto o messo da parte perché le emozioni dolorose e dannose sono inaccettabili.

Ci scordiamo di considerare che in noi esistono emozioni riservate, la cui presenza fa appena rumore, ma che sono cariche di informazioni; ascoltarle ci permette di riconoscerle e imparare a conoscerci meglio. Ricordate che non esistono emozioni buone o cattive, anzi ciascuna di esse è necessaria per imparare ad accettare il nostro mondo e mostrarci per come siamo.

Imparare ad accettare il dolore vuol dire accoglierlo senza giudicare e, in definitiva, vivere il presente. Tutto questo non è per nulla facile, e a tal proposito in questo articolo vi insegneremo ad accettare il dolore e a usare la mindfulness come strumento per vivere il presente.

Le circostanze che siamo costretti a vivere, per quanto dure possano essere, hanno come unico scopo quello di mettere alla prova le nostre capacità di affrontarle.

Ascoltare e accettare il dolore, fa parte di noi

Ascoltare e accettare il dolore, e le emozioni in generale, non vuol dire rassegnarsi alla realtà. Rassegnarsi o arrendersi vuol dire lasciarsi sconfiggere dall’idea che non ci si possa in alcun modo opporre a ciò che succede. Ascoltare e accettare quello che proviamo, invece, ci aiuta a capire cosa sta succedendo, a comprenderlo e ad assimilarlo come fosse una delle tante parti del nostro universo emotivo.

Ragazza che pensa a occhi chiusi

Fare ciò ci renderà coscienti del potere a disposizione dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e del nostro linguaggio interno. Ricordate che tutto quello che  diciamo o che pensiamo (senza necessariamente comunicarlo a qualcuno), può arrecarci più danno di quello che succede nella realtà. Tale danno può moltiplicarsi quando ci costringiamo a non ascoltare il dolore che proviamo.

Vi sorprenderà scoprire quanto faccia bene ascoltare il dolore. In fase terapeutica, quando viene chiesto ai pazienti di ascoltare le proprie emozioni, si raggiungono spesso risultati importanti. Per esempio, una volta un paziente rinunciò a cercare di evitare le crisi di ansia quando le sentiva arrivare, e nel farlo si rese conto di come quell’ansia frutto del dolore fosse originata dalla morte del figlio. Una volta individuata la causa, le crisi diminuirono d’intensità fino a scomparire del tutto.

La saggezza nascosta dietro alle emozioni apparirà nel momento in cui le si ascolta

Lo stesso concetto che applichiamo all’ansia ci serve per altre emozioni negative, come la tristezza o la rabbia. Lasciarle al vostro fianco è difficile, ma è il primo passo affinché parlino e mettervi in condizione di ascoltare il loro messaggio. Proprio per questo motivo vi diamo un semplice spunto: permettete alle vostre emozioni dolorose di stare con voi, ascoltate il loro messaggio senza cercare di cancellarlo prima del tempo, e se vi sentite destabilizzati da esse, cercate l’aiuto di un professionista.

La mindfulness come strumento per accettare il dolore

Uno dei modi più semplici per cominciare ad ascoltare e accettare la nostra sofferenza è quello dettato dalla mindfulness. Tenete in considerazione che l’ascolto delle nostre emozioni risulta più semplice se osserviamo la nostra mente. Renderci conto di quello che pensiamo in ogni momento ci permette di cogliere dettagli della nostra vita emotiva che altrimenti ignoreremmo.

Ragazza che medita

È questo il potere dell’osservazione: siamo in grado di riparare gli strappi delle nostre esperienze solo quando li osserviamo con attenzione, utilizzando le nostre capacità di ascolto. Per ottenere il massimo beneficio da questa osservazione, inoltre, dobbiamo metterla in pratica senza lasciarci scoraggiare dalle esperienze che si stagliano davanti a noi. Per farlo, si possono seguire le seguenti tecniche:

  • La respirazione come punto di partenza e incontro: la respirazione è uno dei modi più semplici di attualizzare il momento vissuto. Concentrarsi su di essa è fondamentale per cominciare a praticare la mindfulness. Quando si perde la concentrazione tornando ai pensieri dolorosi, praticare la corretta respirazione vi riporterà al momento presente.
  • Tutto peggiora prima di migliorare: quando cominciamo ad ascoltare quello che proviamo, quello che ci succede, spesso il dolore aumenta. Eppure, ricordatevi che questo peggioramento dura poco, e se farete tutto nel modo corretto, ci vorrà poco per stare di nuovo meglio.
  • Scansionate il vostro corpo per conoscerlo veramente: il nostro corpo conserva una grande moltitudine di informazioni. Essere coscienti delle sue sensazioni e tensioni ci permetterà di conoscerci meglio liberandoci dalle vostre emozioni.
  • Siate gentili con voi stessi e l’esperienza vissuta: molte volte siamo i nostri peggiori giudici. Giudicando le nostre esperienze negative, le condanniamo e moltiplichiamo così i nostri sentimenti negativi. Quello che succede non è né positivo né negativo, semplicemente succede senza che lo vogliamo e non c’è modo di evitarlo. Accettate questo giudizio e consideratelo parte dell’esperienza, perché dargli un’accezione negativa non vi aiuterà.

Adesso avete a disposizione una serie di armi per non evitare i pensieri, le sensazioni e le emozioni che vi disturbano. Ora potete vivere senza alimentare il dolore nel tentativo di evitarlo. Bisogna accettare il dolore e imparate da esso, perché darà gli indizi necessari per essere superato.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.