Accettazione e rifiuto da parte degli altri

Il nostro valore relazionale è una variabile di cui teniamo conto in molte delle nostre azioni. Di solito avere la sensazione di aumentarlo per noi costituisce un rinforzo e in molte occasioni tendiamo anche ad elaborare dei piani per realizzarlo.
Accettazione e rifiuto da parte degli altri
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Accettazione e rifiuto da parte degli altri sono esperienze che fanno parte del nostro sviluppo personale. Questa idea si basa sul fatto che gli esseri umani sono per natura esseri sociali.

Ne consegue che tendiamo a stabilire delle interazioni con i nostri simili e desideriamo anche che gli altri vogliano legarsi a noi. Il desiderio che proviamo di accettazione e di appartenenza è alla base di molti dei nostri comportamenti.

Per questo motivo, cerchiamo di adattare la nostra condotta a modelli che incoraggiano gli altri ad accettarci. Allo stesso modo, di regola, ci impegniamo a evitare che le relazioni che instauriamo finiscano, anche se ciò significa che dobbiamo pagare un prezzo piuttosto alto per mantenerle.

Nonostante ciò, in numerose occasioni veniamo respinti o sentiamo che è così. Perché succede? Come possiamo risalire all’origine di queste esperienze? Approfondiamo l’argomento nelle righe che seguono.

Accettazione e rifiuto da parte degli altri

Forse il modo migliore per spiegare queste esperienze estremamente soggettive è vederle come parti di un “valore relazionale percepito”. Questo concetto esprime il grado in cui una persona crede che gli altri la considerino preziosa o importante in base alla relazione che ha instaurato con loro.

In altre parole, se percepiamo che il nostro valore relazionale per un’altra persona o gruppo è alto, avremo la sensazione di essere accettati. Al contrario, appare una sensazione di rifiuto quando percepiamo che gli altri non apprezzano la relazione che hanno con noi.

Si tratta, pertanto, di una esperienza soggettiva, interna e personale, che poco ha a che fare con il grado di accettazione o di rifiuto reale. Quindi, essere valutati a livello relazionale aumenta la probabilità di accettazione. E molti dei nostri comportamenti hanno lo scopo di promuovere e mantenere il nostro valore relazionale.

Misurare il valore relazionale

È possibile misurare il valore relazionale attraverso la cosiddetta teoria del sociometro. Secondo questa teoria, le persone dispongono di un sistema psicologico che tiene traccia dei segnali provenienti dall’ambiente sociale rilevanti per il valore relazionale. Ovvero interpreta i segnali che riguardano l’accettazione e il rifiuto.

Inoltre, in qualche modo mette in guardia la persona quando vengono rilevati dei segnali di valore relazionale basso o in declino. Questi sintomi causerebbero uno stato d’animo negativo, di conseguenza una diminuzione dell’autostima. Ma non finisce qui.

Una branca della teoria del sociometro sostiene che le persone abbiano a disposizione anche un sistema di monitoraggio sociale. Questo sistema entra in gioco quando siamo preoccupati per il nostro livello di accettazione e integrazione.

Un maggiore bisogno di appartenenza aumenta la sensibilità delle persone all’informazione sociale, aiutandole ad affrontare con successo i contesti sociali. Sembrerebbe che questo sistema si attivi nei momenti in cui le persone sono preoccupate per il rifiuto sociale. In sintesi, si potrebbe dire che questi sistemi:

  • Cercano degli indizi rilevanti per l’accettazione e il rifiuto.
  • Avvertono l’individuo quando vengono rilevate delle potenziali minacce al loro valore relazionale.
  • Motivano i comportamenti che proteggono o ripristinano quel valore.
  • Aumentano la sensibilità delle persone alle informazioni sociali che le renderanno più propense ad essere accettate.

Tuttavia, l’intenzione di voler interagire con gli altri, e di essere da loro stimati e accettati, non si manifesta con la stessa intensità nei confronti di tutte le persone: si manifesta in misura maggiore nei confronti di coloro da cui siamo attratti.

Uomo che abbraccia la sua partner.


Accettazione e rifiuto: l’attrazione interpersonale

L’attrazione si traduce in valutazione positiva nei confronti di un’altra persona e il desiderio di avvicinarsi. Ma non esiste una definizione ben precisa del termine.

Una delle teorie più influenti considera l’attrazione interpersonale come una tendenza o predisposizione individuale a valutare un’altra persona in modo positivo o negativo. Più la valutazione è positiva, maggiore è l’attrazione che proviamo nei suoi confronti.

L’attrazione è considerata un atteggiamento con componenti cognitive, affettive e comportamentali. Nel tempo si accentuano gli aspetti emotivi, soprattutto considerando che l’attrazione implica, non solo la valutazione, ma anche il desiderio di iniziare un contatto o stabilire un’intimità.


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  • Psicología Social, Baron Robert A.
  • Fundamentos de Psicología Social, M. M. Miguel Carlos.

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