Aggiustare gli altri: quando è un'esigenza

Ci sono persone che hanno bisogno di "aggiustare" gli altri. Sono come cavalieri in sella al cavallo bianco che cercano di salvare persino chi non vuole né ne ha bisogno, facendo sentire, oltretutto, in debito dal punto di vista morale.
Aggiustare gli altri: quando è un'esigenza
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Ci sono persone che sentono l’esigenza di aggiustare gli altri, di essere i primi a salvare, a risolvere, a offrire aiuto. A volte dietro questa dedizione può celarsi una sorta di invadenza e persino di egoismo, perché alcune cose che si rompono nella nostra vita privata possono essere aggiustate solo dal diretto interessato. E questo perché c’è chi vede in questo aiuto ricevuto un debito morale che poi andrà saldato.

In un modo o nell’altro, conosciamo tutti quei profili che hanno bisogno di essere sempre i salvatori di tutte le cause. La maggior parte di queste persone lo fa in buona fede; buona parte di questi profili si sente felice offrendo una spalla e offrendo appoggio totale. Tuttavia, così come è bene capire quando è il momento di prestare il proprio aiuto, è altrettanto importante capire quando è meglio farsi da parte.

Al tempo stesso, c’è un aspetto che non possiamo tralasciare. A volte la questione può essere pericolosa oppure molto delicata. Può darsi che abbia spine e persino crepe che se toccate potrebbero peggiorare. Ci sono momenti, quindi, in cui la migliore risposta è non fare nulla. Limitarsi a essere quella figura presente pronta a dare il suo aiuto, ma in silenzio e con saggezza.

Le persone ‘spezzate’ hanno bisogno di essere aiutate da uno specialista. Le persone con il cuore spezzato e con l’autostima in frantumi hanno bisogno, inoltre, di tempo per guarire, di uno spazio idoneo e confortevole in cui ripararsi poco per volta e secondo i propri ritmi.

Ci sono, di fatto, determinati processi che non possiamo accelerare. Non possiamo nemmeno ergerci a eroi salvatori di cause che non conosciamo a fondo o che necessitano di un altro tipo di assistenza.

Aiuta i tuoi simili a portare il loro peso, ma non portarlo tu per loro.

-Pitagora-

Aggiustare gli altri piante

Persone che sentono l’esigenza di aggiustare gli altri

Le persone che sentono il bisogno di aggiustare gli altri a volte si ostinano a voler mettere cerotti dove non ci sono ferite né graffi. Proprio lì risiedono la buona volontà e persino la nobiltà d’animo, è vero, ma il loro affanno nel voler risolvere qualunque problema spesso è eccessivo. Ci riferiamo a quei profili estremamente impegnati a volerci fare un favore non richiesto o a risolvere aspetti che in realtà non richiedono assistenza né alcun tipo di aiuto.

Questo atteggiamento è tipico, ad esempio, di chi si ostina a voler cercare un partner a chi non ce l’ha o non lo vuole. O, ancora peggio, in chi ci consiglia di allontanarci da quella persona che, a suo giudizio, rappresenta un pericolo per noi. Sono anche quelle figure che ci invitano a essere più estroversi, più aperti e audaci, quando in realtà non si sono prese il disturbo di capire in che modo tutti questi aspetti combaciano con il nostro carattere.

I cosiddetti “risolutori sociali” si sentono in dovere di aggiustare tutto ciò che ai loro occhi appare difettoso, ferito o infelice. Lo fanno in modo quasi automatico perché in realtà sono loro stessi, spesso, a essere i veri sopravvissuti a un dolore passato; sono loro, in fin dei conti, a essere davvero feriti dall’infelicità o dall’insoddisfazione.

Aggiustare gli altri cuore spezzato con cerotto

La personalità salvatrice e il Cavaliere bianco

Le persone che sentono l’esigenza di salvare gli altri rientrano in un profilo che in psicologia prende il nome di sindrome del Cavaliere Bianco. Questo termine è stato coniato dalle dottoresse e docenti di psicologia a Berkeley Mary Lamia e Marilyn Krieger.

Questa fetta di popolazione racchiude tutti quegli uomini e quelle donne che spesso stabiliscono rapporti con persone che ai loro occhi sono ferite e vulnerabili. La loro idea, il loro scopo, è salvarle e guarirle. Si affannano per essere quella figura che possa offrire qualunque risorsa senza che a volte sia strettamente necessario.

Con questo atteggiamento da salvatori e guaritori, il loro obiettivo è dare un senso alla propria vita. Ecco perché le autrici della definizione di questo profilo specificano che il cavaliere Bianco si distingue per i tratti che stiamo per scoprire.

Come è un cavaliere bianco?

  • Sono persone che a un certo punto della loro vita hanno sofferto a causa di un abbandono, di un maltrattamento, per la perdita di un tutore, ecc.
  • Hanno bisogno di sentirsi utili.
  • Sono molto critici con se stessi, ma a volte sminuiscono gli altri per un motivo ben preciso: rendendo l’altro più vulnerabile giustificano il loro intervento.
  • Tendenzialmente non gioiscono dei successi altrui, degli atteggiamenti sicuri, coraggiosi o dei rischi. Preferirebbero che fossimo insicuri e al limite del fallimento, della tristezza e della paura, tanto da chiedere aiuto.

 

Pedina scacchi cavallo bianco

Coloro che sentono l’esigenza di aggiustare gli altri sono come quei cavalieri bianchi che si spostano di regno in regno prestando il loro supporto e aiutando chiunque incontrino (anche se questi ultimi non ne hanno bisogno né lo hanno chiesto). Ecco che la maggior parte delle volte le loro azioni sfociano in frustrazione, perché questi interventi possono essere percepiti come invadenti e fastidiosi.

Possiamo dunque provare a immaginare la vita di questo tipo di profilo. Sono accompagnati da delusione, sofferenza e dall’impotenza di chi non vede riconoscenza per i loro sforzi, per la loro nobile volontà. Possono essere tirannici, a tratti persino manipolatori, ma quel che dobbiamo sempre essere capaci di vedere in queste persone è un essere ferito che abita in loro.

È il cavaliere bianco, alla fine, colui che deve essere salvato. Sono loro stessi ad aprire le porte alla guarigione delle ferite del passato, così come di quell’autostima sfilacciata che li spinge a proiettare sugli altri le proprie esigenze. Dobbiamo quindi essere sensibili a qualunque tipo di realtà.

Al tempo stesso, se invece siamo noi a essere il cavaliere bianco, lasciamoci aiutare: è giunto il momento di alleggerire il peso e di combattere la sfida più difficile di tutte: la guarigione personale. 


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  • Lamia, Mary (2015) The White Knight Syndrome: Rescuing Yourself from Your Need to Rescue. Echo Point Books & Media

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