Aleksandr Lurija: le 6 migliori citazioni

Aleksandr Lurija: le 6 migliori citazioni
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Nato nel 1902 a Kazan (Russia), Aleksandr Lurija è considerato il padre della neuropsicologia moderna. Le sue ricerche sono considerate le fondamenta sulle quali si erge questa branca fondamentale della psicologia, secondo la quale il comportamento umano è il risultato di specifiche aree cerebrali.

Con le seguenti citazioni di  Aleksandr Lurija intendiamo presentarvi un quadro generico della sua vita e dei suoi contributi più significativi.

Si tratta di un autore che ha contribuito a più di 300 pubblicazioni scientifiche, tra cui “Le funzioni corticali superiori dell’uomo”, “Neuropsicologia della memoria.”, “Linguaggio e sviluppo dei processi mentali nel bambino” o “Come lavora il cervello”, solo per citarne alcuni. Lurija proveniva da una famiglia benestante di religione ebraica in cui si comprendeva l’importanza del multilinguismo: Sia lui che la sorella padroneggiavano il tedesco, il francese, l’inglese, e ovviamente il russo che era la loro lingua materna.

Aleksandr Lurija: educazione multiculturale e formazione multidisciplinare

Il percorso accademico di Lurija fu piuttosto curioso. Quando aveva sette anni, i suoi studi furono interrotti dallo scoppio della Rivoluzione Russa. Tuttavia, ben presto (a soli 16 anni) intraprese gli studi universitari per seguire le orme del padre, famoso professore e gastroenterologo.

La frase che vi proponiamo qui di seguito è tratta dalla sua autobiografia, “Uno sguardo sul passato” (1979). Si tratta di una riflessione sul precoce sviluppo del suo interesse nei confronti della psicologia e dei processi mentali in generale.

“Io stesso disconosco la ragione per cui decisi di fare della psicologia la mia professione.”

Aleksandr Lurija

La gerarchia flessibile

Secondo Lurija e il suo mentore Lev Vygotski, la mente umana era tutt’altro che frammentata. I due studiosi consideravano il cervello un tutt’uno formato da aree cerebrali connesse tra loro. Secondo tale approccio, non è possibile attribuire le varie funzioni cognitive a una specifica e delimitata area. Tuttavia, tali teorie sono in conflitto con quelle elaborate da altri importanti studiosi come Paul Broca o Karl Wernicke, i quali sostenevano l’associazione di determinate funzioni cognitive a diverse aree del cervello.

Il dibattito olismo vs localizzazionismo si è protratto per decenni. Oggigiorno, in un certo senso, si riconosce la validità di entrambe le posizioni: l’attività cognitiva si basa su una serie di interconnessioni, ma è comunque possibile distinguere varie aree a cui possono essere attribuite determinate funzioni. Per esempio, oggi sappiamo per certo che l’area di Broca è strettamente collegata alla produzione del linguaggio.

Un’altra citazione di Aleksandr Lurija riassume perfettamente il fascino che i meccanismi cerebrali esercitavano su di lui:

“Il linguaggio è un vero miracolo.”

Lurija sosteneva che il cervello umano fosse strutturato su tre livelli: primario, secondario e terziario. In ognuno di questi livelli individuò delle aree che, attraverso un sistema di connessioni neurali, permettono lo svolgimento di determinate funzioni:

  • Tronco encefalico, ipotalamo e sistema limbico: veglia, memoria primaria e omeostasi interna.
  • Lobo temporale, occipitale e parietale: immagazzinamento ed elaborazione delle informazioni.
  • Lobo frontale: movimento e programmazione dei comportamenti.

“La nostra missione non consiste nell’attribuire i processi psicologici superiori dell’uomo a specifiche aree della corteccia, ma nel verificare, attraverso un’attenta analisi, quali ‘gruppi di aree’ sono responsabili dello svolgimento della cosiddetta attività cerebrale complessa.”

I tre livelli individuati da Lurija formerebbero, nel loro insieme, un sistema di interconnessioni in cui le funzioni superiori sono affidate a diverse aree cerebrali che lavorano in maniera coordinata.

Cervello

Le lesioni in neuropsicologia

A differenza di quanto accade per la fisiologia, gli esperimenti condotti nel campo della neuropsicologia non provocano lesioni cerebrali. Al contrario, tali esperimenti sfruttano lesioni congenite o causate da interventi chirurgici con fini terapeutici.

Con la celebre citazione che presentiamo a seguire, Aleksandr Lurija sottolineava che la fonte a cui attingeva per i suoi esperimenti si limitava a un campione di pazienti già lesionati:

“Le responsabilità delle quali ci facevamo carico e l’opportunità di studiare su una tale quantità di pazienti cerebrolesi erano impressionante. Un’epoca che per il mondo fu disastrosa rappresentò per noi un’irripetibile occasione di progresso scientifico.”

Ma il contributo di Lurija non si limita agli esperimenti sui pazienti con lesioni cerebrali acquisite e al suo interesse per l’organizzazione e localizzazione dei processi mentali. Fu anche l’inventore di una delle prime “macchine della verità“. Durante i suoi primi anni da ricercatore si dedicò allo studio della psicofisiologia. In seguito, sviluppo un interesse sempre maggiore nei confronti della psicoanalisi e studiò gli stati affettivi dell’uomo per sviluppare il modello delle “risposte motorie coniugate”.

“C’è un posto in Siberia dove tutti gli orsi sono bianchi. Il tuo vicino ci è andato e ha visto un orso, di che colore era l’orso?”

Si tratta di uno dei più celebri sillogismi dello studioso russo. Questa frase è legata a un viaggio di Lurija in Asia Centrale, durante il quale propose questo ”indovinello” ad alcuni contadini con l’intento di dimostrare l’esistenza di un ragionamento logico universale.

Se ve lo state chiedendo, in linea di massima le risposte che ricevette furono “E io cosa ne so? Perché non lo chiede lei stesso al mio vicino?”, qualcuno rispose addirittura “nero” poiché in vita sua aveva visto solo orsi neri, dunque non riusciva a concepire l’idea di un orso bianco.

Donna che pensa

Il cervello, un enigma mai risolto

Nonostante i numerosi studi condotti nel corso della storia, le conoscenze in ambito neuropsicologico sono ancora tutto sommato limitate se paragonate a tutti i processi e i “misteri” del cervello che ancora non comprendiamo; ma al contempo appaiono sensazionali se si pensa a quante cose sembravano incomprensibili ora hanno una spiegazione scientifica. Aleksandr Lurija a tal proposito scriveva:

“È ancora lunga la strada per arrivare alla localizzazione dell’area cerebrale colpita partendo dai sintomi manifestati dal paziente.”

Una cosa è certa, Lurija è stato fonte di ispirazione per tantissimi studiosi, che hanno deciso di fare tesoro dell’eredità lasciata dal neuroscienziato russo approfondendo alcuni aspetti pratici, come la natura neuropsicologica della ragione. Oltre ad averci permesso di capire meglio il funzionamento del nostro cervello, il suo contributo è stato cruciale per lo sviluppo della neuropsicologia.


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