Amicizie passivo-aggressive: se fidarsi fa male
Le amicizie passivo-aggressive sono cattive compagne di viaggio. Eppure, talvolta è difficile metterle da parte, dire loro addio, spiegare che con loro nulla è facile, che la loro amicizia fa male e che ci sentiamo chiaramente feriti dal loro modo di agire. Così, nonostante risulti complicato affrontare questo genere di relazione, è qualcosa che dovremmo fare.
Sebbene esistano diverse tipologie di amicizia, convivere con una persona passivo-aggressiva significare dover sopportare quasi quotidianamente dei comportamenti in cui abbondano insicurezza, ambivalenza, risentimento e persino aggressività celata. A volte possono essere aspetti molto sottili, ma quando si condivide del tempo con un profilo del genere, queste sottigliezze si fanno sentire e finiscono per pungere come spilli.
Il modo migliore per fronteggiarle è saper reagire. Avere amicizie passivo-aggressive implica, tra l’altro, vivere continui conflitti e affrontare un progressivo logoramento, mentre ciò che ci si aspetterebbe da un’amicizia è proprio l’opposto. Ma entriamo più in dettaglio.
La paura si manifesta di solito in due modi: attraverso l’aggressività o attraverso la sottomissione
-Paulo Coelho-
Amicizie passivo-aggressive: personalità molto comuni
Oltre un secolo fa la psicologia si è occupata di descrivere per la prima volta la personalità passivo-aggressiva. È stato lo psicanalista austriaco Wilhem Reich a parlarcene per la prima volta, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Secondo lui, si tratterebbe del tipo di personalità preponderante nella popolazione.
Poco tempo dopo, questo profilo ha fatto la sua comparsa nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), venendo classificato come un disturbo della personalità. Nelle edizioni più recenti di questo manuale non viene più considerato un “disturbo”, bensì semplicemente un tipo di personalità, che in certi casi può manifestarsi in concomitanza ad altre condizioni, come i disturbi ossessivo-compulsivi, o persino in concomitanza al disturbo della personalità dipendente.
D’altra parte, come ben sappiamo, questo comportamento può manifestarsi in molte persone che fanno parte del nostro ambiente: padre, madre, partner, colleghi di lavoro, amici… Tuttavia c’è un aspetto curioso ed che è più facile individuare questo comportamento negli altri piuttosto che in noi stessi. Dobbiamo tenerlo a mente: tendiamo tutti a mettere in pratica dinamiche così dannose.
Le amicizie passivo-aggressive e relativo atteggiamento
Quando parliamo di un amico passivo-aggressivo, le cose si complicano più del previsto. Il motivo? Spesso ciò che ci lega a queste persone sono la durata dell’amicizia e l’affetto. Probabilmente abbiamo vissuto molte esperienze al loro fianco, e ci siamo persino abituati a essere pazienti, a perdonare e a dare terze o quarte possibilità.
Eppure, sappiamo che c’è qualcosa che non va, ma non sappiamo dare un nome a questo problema. Vediamo dunque quali sono le caratteristiche principali di questo profilo. Per questo compito faremo riferimento agli studi di Theodore Millon.
Sono complicate
Cosa significa esattamente che queste amicizie sono complicate? Questa caratteristica fa riferimento a un atteggiamento evidentemente contorto. Ecco alcuni esempi:
- Tendono a procrastinare. Ritardano nel dare una risposta, nel presentarsi a un appuntamento, nel reagire quando ci si aspetta qualcosa da loro.
- Sono persone che “dimenticano” sempre tutto, di quelle su cui non si può fare affidamento e che hanno sempre pronte mille scuse e giustificazioni.
- Tendono ad arrabbiarsi spesso: quando lo fanno, usano il silenzio come metodo di punizione.
Sono aggressive
Le amicizie passivo-aggressive mettono in pratica comportamenti nocivi, di quelli che fanno male e che feriscono emotivamente. Questo vuol dire che tendono a essere dannose, che a tratti fanno uso di una apparente superiorità morale, allo scopo di giudicarci e di muoverci delle critiche; poco dopo si mostrano sommesse e dipendenti.
L’instabilità come motto di vita delle amicizie passivo-aggressive
Una frase che le definisce alla perfezione è “con te, ma senza te”. Sentono il bisogno di controllarci, di essere al di sopra di noi per guidare ogni aspetto della nostra vita, ma allo stesso tempo non sopportano di sentirci esprimere un’opinione su ciò che fanno o che non fanno più.
Oltretutto, si mostrano pieni di energia e di positività dal giorno alla sera, salvo poi, qualche ora dopo, mostrarsi un pozzo di rancore e di malessere.
L’eterna insoddisfazione
Le amicizie passivo-aggressive vedono un problema in ogni situazione, un errore in ogni dettaglio, un granello di polvere su ogni lucente bicchiere di cristallo. Una situazione del genere ci impedisce, ad esempio, di condividere le nostre gioie, perché se c’è una cosa in cui sono esperti, questo è spegnere l’entusiasmo, le speranze e anche l’umore.
Oltretutto, questi individui sono molto abili nel fare uso del vittimismo, e anche di quelle lenti attraverso cui vedono solo se stessi e la propria realtà distorta.
Amicizie passivo-aggressive: cosa posso fare?
Gli amici passivo-aggressivi possono demotivarci e distorcere del tutto il nostro concetto di amicizia. Non dobbiamo abituarci a questi comportamento; al contrario, possiamo reagire servendoci di specifiche strategie.
- Non cadete nella loro trappola: se smettono di parlavi perché arrabbiati, che facciano pure. Se vi domandano qualcosa che non volete o che non vi va bene fare, non fatela; se vi allontanano per qualunque motivo, non date loro troppa importanza. L’ultima cosa da fare è dare importanza a questi comportamenti e lasciare che abbiano una qualche influenza su di noi.
- Tenete sempre a mente un aspetto: ciò che più teme il passivo-aggressivo è di essere ignorato e di perdere la vostra amicizia; non date quindi importanza ad alcun tipo di minaccia o ricatto.
- Siate calmi e decisi. Dovete mettere in chiaro che non tollererete questi comportamenti. Comunicatelo agli amici passivo-aggressivi con calma e pacatezza: l’equilibrio deve essere sempre la vostra migliore strategia.
- Se niente cambia, meglio allontanarsi. È necessario che queste persone abbiano ben chiaro che i loro comportamenti dannosi non possono ripetersi. Se dovesse essere così o se notaste che non hanno nessuna voglia di cambiare, di migliorare o di ammettere la situazione, meglio allontanarsi da loro.
Per queste persone l’ideale è affidarsi al supporto di un professionista. Visto che non sempre fanno questo passo, dobbiamo proteggere il nostro benessere psicologico, ricordandoci che ci troviamo di fronte a un comportamento dannoso.