Ammettere i propri errori: perché è difficile?

Il mondo in cui viviamo è caratterizzato da persone infallibili. Ma perchè è così difficile ammettere i propri errori e, quindi, di essere umani?
Ammettere i propri errori: perché è difficile?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Se errare è umano, ammettere l’errore e chiedere scusa dovrebbe renderci divini (parafrasando le parole di Alexander Pope). Tuttavia, viviamo in un’epoca segnata dall’apparente infallibilità, in cui abbondano le persone che faticano ad ammettere i propri errori, i politici che non si assumono le proprie responsabilità e le istituzioni che non accettano il peso dei propri sbagli.

Perché è difficile ammettere i propri errori e le proprie bugie?  È curioso notare che capita più spesso di ricevere delle scuse velate per uno specifico errore che trovare qualcuno che ammetta con coraggio e trasparenza di aver commesso un errore o un’ingiustizia. O almeno, questo è quanto evidenziato da uno studio condotto dall’Università Statale dell’Ohio.

Gli psicologi Roy Lewick e Leah Polin hanno scoperto ch e è sempre più facile sentirsi dire: “va bene, mi dispiace se ti ha dato fastidio” piuttosto che “va bene, sono sicuro di aver sbagliato, ho commesso un errore”. Con il primo esempio si cerca di riparare leggermente il fattore emotivo, ma non si dimostra un autentico sentimento di responsabilità; non ci si assume pienamente le proprie responsabilità, manifestando le scuse in modo aperto, sincero e coraggioso.

Non è facile ammettere di poter fallire. Questo tentativo affannoso di dimostrare di essere intoccabili, di non essere vulnerabili all’errore, di essere altamente produttivi crea scenari molto rigidi, complessi e malsani. Magari dimentichiamo che la felicità non consiste nell’essere divini, ma nell’essere umani. Un’occasione per ammettere i propri errori è, in fin dei conti, un’eccezionale opportunità di crescita e miglioramento.

L’uomo erra finché aspira.

-Goethe-

Uomo con testa a macchina fotografica

Ammettere i propri errori: perché alcuni non ci riescono?

Le persone che non ammettono i propri errori inizialmente ci fanno disperare. Con il passare del tempo, cerchiamo di mostrare loro con più calma le prove dei fatti e, infine, finiamo per arrenderci. Questo succede perché spesso ci troviamo davanti a personalità talmente rigide e prive di abilità sociali da farci capire che non vale la pena di perderci d’animo -o persino la salute- per nulla.

L’anno scorso il New York Times ha pubblicato un interessante articolo proprio su questo argomento. Paul Krugman, professore dell’Università di Princeton, faceva notare che il mondo è affetto oggigiorno dalla rara malattia dell’infallibilità.

Ciò significa che, a partire dai nostri politici fino ad altri agenti sociali, tutti noi ci ostiniamo a voler dare agli altri l’immagine di persone decisamente efficienti.

Ammettere i propri errori, assumersi le proprie responsabilità riguardo a menzogne o a cattive decisioni che hanno portato a serie conseguenze significa avere “una lettera scarlatta” addosso che nessuno vuole indossare.

Ciò si deve innanzitutto all’idea di fondo secondo cui ammettere uno sbaglio equivale a mostrarsi deboli. E in un mondo caratterizzato da perenne incertezza, mostrarsi deboli equivale a cedere. Ora, al di là di questo macroscenario a tutti noi ben noto (e sofferto), ci interessa anche osservare questo comportamento nella quotidianità, facendo esempi più concreti. Parliamo di quelle persone che non sanno ammettere i propri errori e che fanno parte del nostro ambiente. Cosa si nasconde dietro questi profili?

Narcisismo

L’Università di Brunel (nel Regno Unito) ha condotto un interessante studio in cui sono stati analizzati diverse personalità e il modo in cui ciascuna di esse interagiva con la propria rete sociale. Questa analisi ha messo in evidenza i narcisisti, ovvero persone che tendono a rendere pubblico ogni loro successo, ogni meta conseguita, le loro supposte qualità e le loro elevate competenze.

Questo tipo di personalità è caratterizzato da una smisurata autostima e non ammetterà mai un errore. Farlo significherebbe violare le proprie aspettative di competenza assoluta. L’individuo preferirà sottolineare gli errori altrui a dimostrazione della propria innocenza.

Ammettere i propri errori

Irresponsabilità personale

L’irresponsabilità personale è relazionata all’immaturità emotiva e alla mancanza di abilità sociali. Le persone che non ammettono i propri errori sono le stesse che manifestano gravi carenze sociali; sono coloro che fanno fatica a vivere con gli altri, a rispettarli, a creare legami importanti, a fare gioco di squadra o a pianificare il futuro.

Insomma, se non mi prendo la responsabilità dei miei errori, assumo che non esistono, ammetto di essere infallibile e che le mie azioni non hanno conseguenze. In definitiva, sto affermando di essere capace di fare tutto. Questo atteggiamento ci conduce inevitabilmente al fallimento e all’infelicità.

Meccanismi di difesa

Commettiamo tutti degli errori e quando lo facciamo, abbiamo due opzioni. La prima è la più razionale, ed è ammettere l’errore, assumercene le responsabilità. La seconda è rigettarne ogni responsabilità, negarlo e alzare intorno a noi un sofisticato muro difensivo.

L’atteggiamento più frequente è dato dalla dissonanza cognitiva, laddove sorgono due situazioni contrapposte e in uno specifico momento è possibile scegliere di non vederle o di non accettarle per proteggere la propria identità.

Un articolo pubblicato dallo European Journal of Social Psychology rivela un dato significativo: le persone che scelgono di non assumersi le proprie responsabilità credono così di dimostrarsi più forti; hanno maggiore controllo sugli altri e su se stessi.

Pur essendo coscienti di aver sbagliato -e della presenza di una dissonanza cognitiva- scelgono di mettere a tacere questa parte di sé per proteggere il proprio ego.

Donna con vestito che brucia

Le persone incapaci di ammettere i propri errori fanno uso di innumerevoli strategie psicologiche per eludere le proprie responsabilità. Insistere nell’avere ragione richiede senza dubbio raffinati meccanismi intellettivi affatto facili da gestire. Tuttavia, con questo non vogliamo dire che queste personalità non cederanno mai.

Non è mai tardi per scendere dal nostro piedistallo ed essere umani; per ammettere i nostri sbagli e dare spazio a una meravigliosa occasione di crescita personale.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Festinger, Leo (1990) Teoría de la disonancia cognitiva. Paidós (Madrid)

  • Lowen, Alexander (2000) El narcisismo, la enfermedad de nuestro tiempo. Paidós América

  • Festinger, Leo (1992) Métodos de investigación en ciencias sociales. Paidós (Madrid)


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.