Assertivi senza cadere nell'aggressività
L’assertività è un’abilità sociale che permette di comunicare idee e desideri, così come di difendere i propri diritti in modo appropriato. Come si diventa assertivi senza cadere nell’aggressività?
Una persona assertiva sa dire “no” quando è proprio quello che vuole dire oppure esprime un disaccordo, anche se politicamente scorretto. È anche qualcuno che sa formulare una domanda o una richiesta in modo franco e chiaro.
In poche parole, una persona assertiva sa come chiedere, rifiutare una richiesta o negoziare con gli altri coerentemente con ciò che vuole. Corrisponde a una persona sincera e diretta. È importante però non confondere questa abilità con l’aggressività.
“Il più grande complimento che mi sia mai stato fatto è stato quando mi è stato chiesto cosa pensassi e la mia risposta è stata ascoltata.”
-Henry David Thoreau-
Assertività, passività e aggressività
Di solito l’assertività si trova come uno dei vertici di un triangolo. Agli altri due estremi ci sono la passività e l’aggressività.
Le persone passive evitano di dire quello che pensano o si sentono inibite nel rivendicare i loro diritti. Oltre a ciò, non avanzano mai richieste perché sono convinte che significhi dare fastidio agli altri.
L’aggressività, invece, racchiude le condotte per chi non si chiede, bensì si esige. Quanto provato o pensato non viene espresso, ma viene gridato o urlato. Non c’è considerazione per l’altro, perché la persona è convinta che il suo più grande diritto sia dire tutto quello che vuole.
L’assertività non è una via di mezzo tra questi due estremi, ma un altro modo di affrontare la comunicazione. C’è abbastanza rispetto per sé stessi da non mettere a tacere ciò i propri diritti; ma c’è anche abbastanza rispetto per l’altra persona da prendere in considerazione i suoi pensieri e le sue emozioni.
Assertivi, ma non aggressivi
Esprimere ciò che si pensa, si prova o si desidera può causare uno scontro con gli altri, il che a volte risulta inevitabile. A nessuno piace veder rifiutato un invito, per esempio.
È anche comune nelle relazioni gerarchiche un certo disagio quando un subordinato esprime il suo disaccordo in merito a una direttiva.
Questo comportamento, tuttavia, non deve mai risultare aggressivo o sfociare in un conflitto. In che modo lo si può evitare? Le seguenti linee guida possono essere d’aiuto:
- Cercare di vedere le cose in termini collettivi. Quando si affronta una situazione, è meglio considerare la propria prospettiva, ma anche quella altrui. In particolare, quando c’è un problema, la domanda è: “Come lo risolveremo?”.
- Prendere in considerazione la possibile reazione degli altri. Se state per dire qualcosa che può offendere o turbare un’altra persona, anticipate la sua possibile reazione. Non affrontatelo in modo superficiale, ma comprendete che ogni persona è diversa e ciò che dite ha un impatto variabile.
- Vedere i fatti e i dati. Una valutazione o un’idea deve essere difesa citando fatti concreti o dati specifici, piuttosto che speculazioni. Questa non è solo la cosa più ragionevole da fare, ma è anche una fonte di credibilità.
- Dire quello che si pensa. Di gran lunga preferibile alla tendenza generale di provare a indovinare come si sentono gli altri, o le loro intenzioni o motivazioni. Dire come una certa azione o situazione vi fa sentire rende le cose più chiare e chiarisce la comunicazione.
- Essere gentili con chi ci contraddice. La cosa più intelligente da fare è capire che qualcuno che la pensa diversamente ha un punto di vista che può ampliare il nostro. Quindi vale la pena di ascoltarlo, piuttosto che sfidarlo o mettersi sulla difensiva
- Valutare le motivazioni. Quando si dice qualcosa che si scontra con gli altri o si difende un diritto, è importante riflettere sulla validità delle proprie motivazioni. In questo modo, non si cadrà in un automatismo reattivo, né ci sarà bisogno di attaccare nessuno.
- Usare la persuasione. Se si analizzano le cose e si raggiunge una ferma convinzione, per quanto ragionevole possa essere, è inutile se non viene comunicata in modo preciso e chiaro. Essere assertivi non significa mai essere imponenti.
Per essere assertivi, sono necessari allenamento e autostima. È quest’ultima che impedisce di cadere nella mancanza di rispetto o nell’aggressività verso gli altri o verso se stessi.
L’allenamento, a sua volta, rende sempre più facile raggiungere quella congruenza personale che, allo stesso tempo, si rivela gradevole per gli altri.
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González, L. G., & Kasparane, A. G. (2009). Asertividad: un análisis teórico-empírico. Enseñanza e investigación en psicología, 14(2), 403-425.