Assertivi senza cadere nell'aggressività

Il rispetto per sé stessi porta anche al rispetto per gli altri. Il primo ci permette di essere assertivi, il secondo ci impedisce di cadere nell'aggressività. Come raggiungere questo equilibrio?
Assertivi senza cadere nell'aggressività
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

L’assertività è un’abilità sociale che permette di comunicare idee e desideri, così come di difendere i propri diritti in modo appropriato. Come si diventa assertivi senza cadere nell’aggressività?

Una persona assertiva sa dire “no” quando è proprio quello che vuole dire oppure esprime un disaccordo, anche se politicamente scorretto. È anche qualcuno che sa formulare una domanda o una richiesta in modo franco e chiaro.

In poche parole, una persona assertiva sa come chiedere, rifiutare una richiesta o negoziare con gli altri coerentemente con ciò che vuole. Corrisponde a una persona sincera e diretta. È importante però non confondere questa abilità con l’aggressività.

“Il più grande complimento che mi sia mai stato fatto è stato quando mi è stato chiesto cosa pensassi e la mia risposta è stata ascoltata.”

-Henry David Thoreau-

Assertività, passività e aggressività

Di solito l’assertività si trova come uno dei vertici di un triangolo. Agli altri due estremi ci sono la passività e l’aggressività.

Le persone passive evitano di dire quello che pensano o si sentono inibite nel rivendicare i loro diritti. Oltre a ciò, non avanzano mai richieste perché sono convinte che significhi dare fastidio agli altri.

L’aggressività, invece, racchiude le condotte per chi non si chiede, bensì si esige. Quanto provato o pensato non viene espresso, ma viene gridato o urlato. Non c’è considerazione per l’altro, perché la persona è convinta che il suo più grande diritto sia dire tutto quello che vuole.

L’assertività non è una via di mezzo tra questi due estremi, ma un altro modo di affrontare la comunicazione. C’è abbastanza rispetto per sé stessi da non mettere a tacere ciò i propri diritti; ma c’è anche abbastanza rispetto per l’altra persona da prendere in considerazione i suoi pensieri e le sue emozioni.

Assertivi, ma non aggressivi

Esprimere ciò che si pensa, si prova o si desidera può causare uno scontro con gli altri, il che a volte risulta inevitabile. A nessuno piace veder rifiutato un invito, per esempio.

È anche comune nelle relazioni gerarchiche un certo disagio quando un subordinato esprime il suo disaccordo in merito a una direttiva.

Amici che discutono e non sono assertivi.

Questo comportamento, tuttavia, non deve mai risultare aggressivo o sfociare in un conflitto. In che modo lo si può evitare? Le seguenti linee guida possono essere d’aiuto:

  • Cercare di vedere le cose in termini collettivi. Quando si affronta una situazione, è meglio considerare la propria prospettiva, ma anche quella altrui. In particolare, quando c’è un problema, la domanda è: “Come lo risolveremo?”.
  • Prendere in considerazione la possibile reazione degli altri. Se state per dire qualcosa che può offendere o turbare un’altra persona, anticipate la sua possibile reazione. Non affrontatelo in modo superficiale, ma comprendete che ogni persona è diversa e ciò che dite ha un impatto variabile.
  • Vedere i fatti e i dati. Una valutazione o un’idea deve essere difesa citando fatti concreti o dati specifici, piuttosto che speculazioni. Questa non è solo la cosa più ragionevole da fare, ma è anche una fonte di credibilità.
  • Dire quello che si pensa. Di gran lunga preferibile alla tendenza generale di provare a indovinare come si sentono gli altri, o le loro intenzioni o motivazioni. Dire come una certa azione o situazione vi fa sentire rende le cose più chiare e chiarisce la comunicazione.
  • Essere gentili con chi ci contraddice. La cosa più intelligente da fare è capire che qualcuno che la pensa diversamente ha un punto di vista che può ampliare il nostro. Quindi vale la pena di ascoltarlo, piuttosto che sfidarlo o mettersi sulla difensiva
  • Valutare le motivazioni. Quando si dice qualcosa che si scontra con gli altri o si difende un diritto, è importante riflettere sulla validità delle proprie motivazioni. In questo modo, non si cadrà in un automatismo reattivo, né ci sarà bisogno di attaccare nessuno.
  • Usare la persuasione. Se si analizzano le cose e si raggiunge una ferma convinzione, per quanto ragionevole possa essere, è inutile se non viene comunicata in modo preciso e chiaro. Essere assertivi non significa mai essere imponenti.

Per essere assertivi, sono necessari allenamento e autostima. È quest’ultima che impedisce di cadere nella mancanza di rispetto o nell’aggressività verso gli altri o verso se stessi.

L’allenamento, a sua volta, rende sempre più facile raggiungere quella congruenza personale che, allo stesso tempo, si rivela gradevole per gli altri.

 


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  • González, L. G., & Kasparane, A. G. (2009). Asertividad: un análisis teórico-empírico. Enseñanza e investigación en psicología, 14(2), 403-425.


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