L'autocontrollo secondo il buddismo tibetano

L'autocontrollo non ha nessun mistero. Si tratta semplicemente di applicare il buon senso e di condurre una vita in cui la mente e il cuore non siano costantemente stimolati ed eccitati.
L'autocontrollo secondo il buddismo tibetano
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2023

Sebbene a tutti noi piaccia rimanere calmi nei momenti difficili e affrontare i problemi con serenità, non sempre ci riusciamo. A volte risulta impossibile raggiungere il  necessario stato di tranquillità. Forse perché non abbiamo sviluppato gli strumenti per controllare gli impulsi o forse perché non conosciamo le strategie per rimanere calmi. In questi casi, le strategie di autocontrollo secondo il buddismo tibetano ci possono essere di grande aiuto.

Il nostro istinto ci porta a reagire impulsivamente quando ci sentiamo minacciati. In linea di principio, se aspettiamo dieci minuti prima di reagire, moltiplichiamo per dieci le possibilità di affrontare correttamente una situazione. Questo dovrebbe essere il primo principio dell’autocontrollo, ma è più occidentale che tibetano.

“Cercare di controllare le nostre reazioni senza riuscirci è il copione che porta alla schiavitù della paura.”

-Giorgio Nardone-

Il buddismo tibetano ci indica percorsi di buon senso per raggiungere il nostro equilibrio interiore. Questi percorsi necessitano di una preparazione precedente e uno stile di vita che li renda possibili. In questo articolo presentiamo cinque strategie di autocontrollo tramandate dagli orientali.

5 strategie di autocontrollo secondo il buddismo

1. La meditazione

Non si può vivere affidandosi al caso e aspettarsi che questo stile di vita ci conduca alla temperanza. Uno degli obiettivi della meditazione è proprio quello di plasmare la mente in modo che sia più resistente agli attacchi delle tempeste emotive.

Per i buddisti tibetani, la meditazione è un ottimo strumento per l’autocontrollo. Ovviamente non bisogna per forza diventare monaci buddisti.

Basta trovare cinque minuti al giorno per concentrarsi sulla respirazione e sulle sensazioni provate. Ciò aumenta la consapevolezza di sé e toglie energia agli impulsi negativi che si presentano all’improvviso.

Persona che medita di fronte ad un tramonto sul mare.

2. Mangiare

In molti saranno sorpresi nel vedere la dieta tra le strategie di autocontrollo. Eppure, lo è. Quando il cervello non ha sufficienti riserve di glucosio, è più probabile che il pensiero si offuschi. Per lo stesso motivo, mantenere il controllo è un esercizio faticoso che richiede elevate riserve di glucosio.

È stato dimostrato che chi presenta bassi livelli di zucchero nel sangue ha maggiori probabilità di manifestare condotte compulsive. La soluzione, tuttavia, non è mangiare sempre zucchero, perché ciò provocherebbe un mini-shock glicemico che potrebbe essere controproducente.

La cosa migliore da fare è introdurre nel corpo proteine attraverso la carne, il pesce o la frutta secca e non restare a lungo a digiuno.

3. Cavalcare l’onda

Le emozioni umane non sono statiche, cambiano di continuo. Se fosse possibile rappresentare graficamente il loro andamento, potremmo raffigurarle come le onde del mare. E proprio come le onde del mare si comportano: cominciano a salire, raggiungono un picco e poi diminuiscono gradualmente fino a scomparire.

È importante essere consapevoli dell’andamento delle emozioni. Nel momento in cui una forte emozione prende il sopravvento, la cosa più appropriata non è reprimerla, bensì lasciarle fare il suo corso.

L’ideale è aspettare dieci minuti in modo che l’ira, la rabbia, la paura o qualsiasi altra emozione negativa abbiano il tempo di raggiungere l’apice per poi diminuire di intensità fino a scomparire.

4. Fare sport tra le strategie di autocontrollo secondo il buddismo tibetano

Un’altra strategia di autocontrollo secondo il buddismo tibetano è fare sport. L’attività fisica è fa sempre bene perché contribuisce a mantenere in buona salute il corpo e la mente. Ci aiuta anche a combattere lo stress facendoci provare una sensazione di benessere.

L’esercizio fisico permette il rilascio di un neurotrasmettitore chiamato GABA che genera una sensazione di serenità. Pertanto, quando vi sentite arrabbiati o la mente è popolata da pensieri invasivi, non è una cattiva idea fare una passeggiata. In generale, vi consigliamo di fare almeno dieci minuti di attività fisica al giorno.

Donna che fa esercizio fisico salendo una rampa di scale.

5. Dormire

Dormire garantisce una buona salute mentale. La stanchezza, di per sé, ci rende irritabili e intolleranti. Una persona che non ha dormito bene ha molte più probabilità di provare emozioni negative che non riesce a controllare.

Oltre a ciò, dormire poco e male riduce al minimo i livelli di glucosio, motivo per cui chi dorme poco sente il bisogno di ingerire alimenti particolarmente zuccherati. Ciononostante, nulla può sostituire l’effetto di un sonno profondo e ristoratore. Possiamo dire che dormire è alla base della nostra salute mentale.

Gli strumenti di autocontrollo che vi abbiamo presentato sono inutili se non vengono messi in pratica. Perdere il controllo non è sinonimo di franchezza o di avere carattere, anzi è il contrario. La maggior parte delle volte l’unica cosa che otteniamo è dire o fare cose di cui in seguito ci pentiremo.


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  • González-Alvarez, R., Torres-Estévez, G., Armas, P. D., & Varela-Izquierdo, N. (2012). Diseño de un procedimiento para realizar el autocontrol del sistema de gestión integrado de capital humano. Ingeniería Industrial, 33(1), 41-49.

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