BDNF: la molecola che protegge il cervello
Il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) è una proteina piccola, ma potente. Stimola la produzione di nuove cellule cerebrali e rafforza quelle esistenti. Più specificamente, al rilascio di BDNF si attivano una serie di geni che sviluppano nuove cellule e percorsi cerebrali.
Avere un fattore neurotrofico cerebrale elevato ci permette di imparare più velocemente, ricordare meglio, invecchiare più lentamente e godere di eccellenti prestazioni cerebrali. Vediamo, allora, come stimolare il BDNF e favorire migliori prestazioni.
Fino a tempi relativamente recenti, si credeva erroneamente che gli esseri umani nascessero con un certo numero di cellule cerebrali e che non fosse possibile svilupparne di nuove. Ma nei primi anni ’80, i ricercatori hanno isolato una proteina in grado di stimolare la crescita di nuove: il fattore neurotrofico derivato dal cervello o BDNF.
Il fattore neurotrofico cerebrale, tuttavia, fa molto di più che stimolare la crescita di nuove cellule.
Il BDNF si occupa anche della salute delle cellule cerebrali esistenti, aumenta la plasticità cerebrale, agisce come antidepressivo naturale, contrasta i processi infiammatori e gli effetti negativi dello stress sul cervello e lo protegge dalle malattie neuro-degenerative. Alcuni studi suggeriscono che può persino controllare la durata della vita.
Quando il BDNF è basso
Un basso livello di BDNF è stato collegato a un’ampia varietà di condizioni cerebrali. Tra queste: ansia, depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, disturbi alimentari, schizofrenia, demenza, malattia di Huntington, Alzheimer, stress post-traumatico, sindrome da burnout e comportamento suicida. Ciò che non è chiaro, però, è se il BDNF è in parte causa di questi disturbi o una conseguenza degli stessi.
Tuttavia, le evidenze indicano chiaramente che i livelli di questa proteina sono influenzati negativamente da uno stile di vita non sano. In questo senso, la ricerca ha permesso di scoprire che una dieta ricca di alimenti processati, in particolare quelli che combinano alti livelli di zuccheri e grassi, diminuisce il tasso di questa molecola preziosa per il cervello.
Lo stress e il BDNF sono, allo stesso modo, strettamente correlati. Uno dei tanti modi in cui lo stress danneggia il nostro corpo è proprio riducendone il livello. La scienza ha scoperto che il cortisolo, l’ormone dello stress, arresta la produzione di questa proteina, cosa che si traduce in un minor numero di nuove cellule cerebrali.
Indipendentemente dallo stimolo che lo causa, lo stress riduce quindi la produzione di questo fattore. Si va dallo stress cronico a quello acuto occasionale, dall’insonnia cronica legata allo stress all’esaurimento a cui vanno incontro, ad esempio, gli studenti con alte prestazioni.
Come molte altri cambiamenti legati all’invecchiamento, i livelli di BDNF diminuiscono fisiologicamente con il passare degli anni.
Come aumentare il BDNF in modo naturale
L’unico modo per aumentare i livelli di questa molecola è attraverso le abitudini sane. Nei tentativi fatti a base di integratori per via orale e con iniezioni, il BDNF non è riuscito ad attraversare la barriera emato-encefalica che protegge il cervello.
Al momento, i modi più efficaci per aumentare il fattore neurotrofico cerebrale partono da un miglioramento dello stile di vita, come la pratica costante di sport e una dieta sana. È vero che alcuni alimenti e integratori aiutano, ma la strada migliore è l’esercizio fisico.
L’esercizio fisico fa bene al cervello
L’attività fisica aumenta i livelli di BDNF; di conseguenza il cervello di chi fa sport è più resistente ai danni da stress ossidativo, lesioni e malattie. Lo confermano le ricerche.
Il legame tra il fattore neurotrofico cerebrale e l’attività sportiva è noto da molto tempo. È più recente, invece, la scoperta del modo in cui avviene, ovvero del gene specifico in grado di stimolarne la produzione.
Allo stesso tempo, alcuni studi indicano che, in caso di insonnia, lo sport aiuta in parte a compensare l’impatto negativo della mancanza di sonno sui livelli di questa proteina.
Tutti i tipi di attività fisica sono utili per aumentare il BDNF, ma pare che alcuni siano più indicati di altri. John Ratey, psichiatra alla Harvard Medical School è una delle massime autorità sulla connessione tra salute del cervello e attività fisica. Assicura che solo 10 minuti di esercizio al giorno hanno effetti positivi sul cervello. Per ottenere il massimo beneficio, afferma Ratey, occorre però variare la routine di movimenti ed eseguire esercizi “esplosivi”.
Altre attività positive da questo punto di vista sono lo yoga, la danza, gli esercizi di resistenza e la corsa ad alta intensità.
Altre attività per aumentare il BDNF
- Trascorrere del tempo libero all’aria aperta e sotto il sole. L’esposizione alla luce solare aumenta i livelli di questa molecola; non ci sarebbe, invece, alcuna variazione con gli integratori di vitamina D. Ma c’è di più: si pensa che le persone che soffrono di malinconia invernale possano avere un basso livello di fattore neurotrofico cerebrale.
- Ascoltare la musica.
- Passare del tempo in buona compagnia. Le relazioni sociali aiuterebbero a migliorare la salute del cervello e il tasso di BDNF.
Aumentare il BDNF migliorando l’alimentazione
Sembra che la dieta mediterranea sia utile in questo senso. Come noto, se paragonata ad altre diete o abitudini alimentari, risulta quasi sempre il piano alimentare più sano.
Tuttavia, per ottenere i massimi vantaggi, è importante mangiare con moderazione, per quanto ci si nutra in modo sano. È stato dimostrato, infatti, che una dieta a basso apporto calorico stimola la produzione di BDNF.
Un’altra dieta utile è uella catogenica, ricca di grassi e povera di carboidrati. In linea generale, è importante tenere conto che le diete ricche di zuccheri e grassi saturi abbassano i livelli di questa molecola.
Infine, gli alimenti che ne aumentano la produzione hanno un elemento in comune: sono ricchi di flavonoidi. I flavonoidi sono contenuti nella frutta e nella verdura e sono fondamentali per la salute fisica e cognitiva. Non hanno, quindi, solo un’azione antiossidante e antinfiammatoria.
I mirtilli, il cioccolato, il tè verde, l’olio di oliva e alcune spezie come la curcuma e il pepe sono solo alcuni degli alimenti ricchi di flavonoidi. Ideali anche i cibi prebiotici, tra cui asparagi, germogli di bambù, banane, orzo, porri, cipolle, aglio, pomodori, lenticchie, senape.