
Il lavoro è una delle componenti fondamentali della nostra vita dal momento che la giornata lavorativa occupa buona parte del nostro tempo. Se vi sommiamo le ore di sonno e quelle di tempo libero, ci renderemo conto di aver occupato…
Quando guardiamo negli occhi una persona che ci piace, un secondo prima di appoggiare le nostre labbra sulle sue, il tempo si ferma, tutto sembra più lento, come se potessimo sognare senza svegliarci, e più tardi ricordare il momento con l’impressione che sia stato troppo fugace.
Tuttavia, nei giorni in cui riceviamo brutte notizie, ad esempio quando ci dicono che una persona a noi cara è morta, sembra che il tempo scorra lentissimo.
Possiamo dire che esiste un tempo cronologico e un tempo soggettivo, che è quello che percepiamo in funzione di ciò che ci trasmette ogni momento. Questo tempo suggestivo presuppone una nozione del passato, del presente e del futuro e si utilizza per capire la durata degli avvenimenti e situarli in un determinato momento.
La nostra sensibilità in relazione al tempo influisce anche sulle attività mentali, come pensare a come risolvere un problema, prendere decisioni o pianificare il futuro. Lo psicologo John Wearden sostiene che la percezione del tempo è relazionata alla memoria e alla vista.
Se soggettivamente avete la sensazione che il tempo passi lentamente, vedrete più cose e le ricorderete meglio. Lo psicologo Hudson Hoagland osservò già nel 1920 che la percezione del tempo era relazionata alla temperatura corporea.
La sposa di Hoagland era ammalata e aveva la febbre, egli uscì un attimo e, quando rientrò, la moglie gli disse che aveva tardato parecchio a tornare. Allora Hoagland le fece contare ogni giorno 60 secondi e si rese conto che quanta più febbre aveva, più velocemente contava, ovvero, quando aumentava la temperatura, il suo orologio interno scorreva più rapidamente.
Il neuroscienziato David. M Eagleman è specializzato nello studio di fenomeni relazionati alla percezione del tempo per il cervello umano. Realizzò diverse risonanze magnetiche e giunse alla conclusione che quando un’esperienza è nuova o sorprendente, aumenta l’attività dei nostri neuroni per registrarla.
Questo fenomeno si deve al fatto che prestiamo più attenzione e conserviamo i dettagli nella nostra memoria, che in caso di esperienze nuove è più solida. Quando ricordiamo un’esperienza nuova, ci sembra che questa sia durata molto più a lungo.
Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo approfittare al massimo di ogni secondo, essere consapevoli di ogni istante e sentirci vivi. Tutto quello che capita intorno a noi, positivo o negativo, ci insegna qualcosa e, se ci fermiamo un momento, potremo imparare e ricordare la lezione.
I secondi, le ore, i giorni, le settimane, i mesi e gli anni passano inesorabili e non possiamo bloccare questo ciclo. Tuttavia, possiamo aiutare il nostro cervello affinché il trascorrere del tempo sia più lento e ci permetta di sognare. Ecco alcuni modi per riuscirci:
Possiamo sognare una vita intera in un solo minuto e far sì che quel minuto si prolunghi e si estenda a milioni di istanti. È possibile ricordare un istante e farlo rimanere impresso nella nostra memoria, per sentire il suo profumo, come batteva allora il nostro cuore o chi ci accompagnava.