Conosciamo noi stessi? Ecco come scoprirlo

Non sempre conosciamo noi stessi così bene come pensiamo. A volte, basta affrontare una nuova situazione per scoprire aspetti di noi di cui eravamo totalmente all'oscuro.
Conosciamo noi stessi? Ecco come scoprirlo
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Conosciamo noi stessi così bene come crediamo? Forse no. Forse diamo per scontati aspetti che non ci definiscono davvero. È anche possibile sottovalutare il proprio potenziale.

È persino possibile essere cambiati così tanto negli ultimi anni da non essere consapevoli del proprio sviluppo o perché si reagisce in un certo modo a determinate situazioni.

Lo psichiatra Thomas Szasz ha sottolineato come le persone diventino ossessionate dal “trovare” se stesse quando in realtà è come se fossero sempre in fase di creazione. Non siamo entità stabili da decifrare come un mistero. Gli esseri umani sono creature in continuo cambiamento che conservano certe essenze, certe qualità più o meno stabili.

Quindi, anche se cerchiamo di fare un inventario di noi stessi per scoprire cosa c’è dentro di noi, probabilmente incontreremo molteplici sfide. A volte anche la nostra mente può tradirci.

Al cervello piace darci spiegazioni un po’ fuorvianti sulla nostra personalità. Può dirci, per esempio, che siamo in qualche modo fallibili e persino insicuri. A volte però quando la vita ci mette alla prova, reagiamo in modo straordinario.

Ragazza che riflette.

Conosciamo noi stessi? 5 aspetti da considerare

Tutti abbiamo dei punti ciechi, ovvero meccanismi psicologici che impediscono di vedersi come si è davvero. A volte, la nostra mente è piena di meccanismi di difesa che proteggono il nostro Io, ma ci impediscono di vedere la realtà.

Per esempio, possiamo negare di essere persone insicure dicendo a noi stessi che abbiamo una personalità cauta e prudente. Tendiamo inconsciamente a camuffare certi tratti del nostro carattere con un meccanismo di autoprotezione.

Figure come il dottor David Dunning, autore della famosa teoria dell’effetto Dunning-Kruger, sottolineano che ognuno di noi rinforza certe narrazioni sul Sé che nessuno può contraddire. Questo perché farlo metterebbe in dubbio il proprio valore e la propria autostima.

D’altra parte, lo studio condotto da Costa e McCrae ci ricorda che i tratti di personalità cominciano a stabilizzarsi intorno ai 30 anni. Da quel momento in poi, ci definiamo in base a un modello più o meno costante del nostro modo di essere. Tuttavia, come spiega l’articolo, a volte certe esperienze ed eventi possono cambiare alcuni di questi tratti.

Ma allora: come sapere se ci conosciamo davvero? Per scoprirlo, possiamo riflettere su una serie di aspetti che presentiamo nelle righe che seguono.

1. Sentirsi persi e non sapere cosa si vuole

Tutti ci siamo sentiti persi a un certo punto della nostra vita. Tuttavia, prima o poi chiariamo i nostri valori e scopi, riformuliamo i nostri obiettivi ed ecco che accade: troviamo una nuova direzione.

Se avete trascorso buona parte della vostra vita senza sapere veramente cosa volevate, cosa vi aspettavate e cosa stavate cercando, forse dovreste fare un doveroso esercizio di introspezione. Per sapere chi siamo, dobbiamo chiederci cosa vogliamo e cosa ci aspettiamo dalla vita.

2. Ancora oggi non sappiamo perché abbiamo preso certe decisioni

Per capire se conosciamo noi stessi, dobbiamo valutare le decisioni prese fino al momento attuale. Se non sappiamo bene come siamo arrivati al punto presente, se non capiamo perché ci sono capitati certi eventi, forse conviene fermarsi.

Quando una persona non conosce i propri bisogni e desideri, si lascia semplicemente andare. Gli altri decidono per noi quando non abbiamo ancora chiaro chi siamo e cosa vogliamo. La persona che sa chi è e cosa vuole prende decisioni segnano il suo destino.

3. Non conosciamo noi stessi se crediamo a quello che gli altri dicono di noi

Chiunque si lasci influenzare e dia validità a ciò che gli altri dicono non sa ancora chi è. Perché quando ci si conosce profondamente, non si presta attenzione a ciò che gli altri pensano o dicono.

La conoscenza di sé ci dà fiducia in noi stessi. Le etichette che l’ambiente circostante vuole affibbiarci non ci definiscono.

4. Cercare risposte fuori e non dentro di sé

Non essere in sintonia con i propri bisogni, non capire le proprie emozioni, incolpare gli altri per le proprie frustrazioni… Tutte queste dinamiche profilano una persona che è sempre alla ricerca di risposte perché non si conosce e non sa quello di cui ha bisogno.

A volte, per esempio, affidiamo agli altri la responsabilità di renderci felici, di risolvere i nostri problemi, quando tutto questo è chiaramente una nostra responsabilità.

Tutto quello che siete e di cui abbiamo bisogno è dentro di noi. Quando conosciamo noi stessi, ci facciamo carico delle nostre responsabilità, ci prendiamo cura di noi, capiamo le nostre emozioni, abbiamo a cuore il nostro benessere senza dipendere dagli altri.

Uomo felice.

5. Dimenticare le proprie priorità per concentrarsi su quelle altrui

Per capire se conosciamo noi stessi come crediamo, dobbiamo pensare alle nostre priorità. Una volta chiare, chiediamoci se stiamo facendo qualcosa per soddisfarle.

Quando non abbiamo ben chiaro chi siamo davvero, mettiamo il nostro cuore, i nostri occhi e la nostra attenzione su altre persone, come il partner, la famiglia e gli amici.

Ci lasciamo trasportare e diventiamo, senza saperlo, personaggi secondari nel teatro della nostra vita. Poche cose sono così pericolose.

Se vogliamo essere i protagonisti della nostra storia, dobbiamo lavorare sulla conoscenza di noi stessi. Sapere chi siamo ci permette di ricordare quali sono le nostre priorità e raggiungere le nostre mete.

Conosciamo noi stessi se…

La conoscenza di sé è una sana abitudine a cui dedicare tempo quotidiano. È un viaggio che non finisce mai perché crescere vuole dire maturare, cambiare a volte, svilupparsi in libertà per essere sempre in sintonia con la propria voce interiore.


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