Correggi il saggio e sarà più saggio, correggi l'ignorante e diverrà tuo nemico

Correggi il saggio e sarà più saggio, correggi l'ignorante e diverrà tuo nemico

Ultimo aggiornamento: 30 agosto, 2017

In realtà siamo tutti molto ignoranti, solo che non ignoriamo tutti le stesse cose e non siamo nemmeno capaci di riconoscere la nostra ignoranza allo stesso modo. Concretamente, intendiamo l’ignoranza come un concetto che indica mancanza di conoscenza o esperienza. Ed è proprio questa mancanza di conoscenza o esperienza a rendere l’ignorante veemente e perspicace, quindi nostro nemico, se abbiamo esperienze o conoscenze diverse rispetto a lui.

Le persone sagge, invece, sanno che buona parte della loro virtù risiede nel sapere di non sapere, come sosteneva Socrate. Questa consapevolezza della nostra ignoranza è ciò che ci mette a nudo di fronte alla realtà, ciò che rivela la nostra imperfezione di fronte alla perfezione e ci concilia con la nostra natura. Le persone sagge si tengono lontane dalla rivalità, quindi difficilmente hanno dei nemici, e non si fanno influenzare dall’avarizia e dalla confusione dei desideri impossibili.

Le persone che ignorano i propri limiti e i limiti delle loro conoscenze vengono annullate dal loro stesso punto di vista, data l’impossibilità di stabilire con loro una comunicazione assertiva. Tutto quello che non rientra nei loro schemi o modelli sarà motivo di conflitto, un conflitto che si potrà risolvere in qualche modo, ma non perché saranno loro a cedere.

L’ignoranza ignorata vanta conoscenza

L’ignoranza è talmente spudorata da vantare conoscenza. L’effetto Dunning-Kruger definisce le persone che credono di sapere tutto. In psicologia con tale termine ci si riferisce ad una distorsione cognitiva per cui le persone inesperte tendono a sopravvalutarsi in termini di conoscenze possedute, si mostrano sicure nel trasformare le proprie opinioni personali in fatti inconfutabili.

Questa falsa autopercezione è stata scoperta nel 1999 da Justin Kruger e David Dunning, docenti dell’Università di Cornell. I due ricercatori hanno analizzato diverse situazioni in cui sembrava che l’ignoranza offrisse più sicurezza della conoscenza. Nello specifico, si concentrarono su alcune attività come guidare una macchina o giocare a scacchi o tennis.

L’ignoranza ignorata, d’altra parte, è la causa di molti disaccordi. Una persona non diventa nemica per caso, ad esempio potrebbe essere una persona amica o neutrale che, però, si sente attaccata o disprezzata poiché ritiene di possedere conoscenze onnipotenti.

Se vi chiedono: “Cos’è la morte?”

Rispondete: “La vera morte è l’ignoranza”.

Se le cose stanno così, quanti morti ci sono tra i vivi!

La consapevolezza della propria ignoranza regala curiosità

Sapere significa anche essere consapevoli di ciò che ancora non sappiamo e aprire la porta alla motivazione. In questo senso, l’umiltà è la compagna di viaggio ideale per la saggezza. Non dovremmo vergognarci di confessare la nostra ignoranza, in questo modo aumenterebbero le nostre opportunità di imparare. I bambini lo sanno bene, infatti chiedono sempre: “Cos’è questo?”, “Cos’è quello?”, “A cosa serve?”, “Come funziona?”.

Gran parte della società non sa come funziona il proprio organismo e ne ignora i complicati processi chimici e biologici. Tuttavia, in una conversazione in pubblico su questo tema, è difficile che qualcuno si professi ignorante in materia, tutti sanno tutto. Ecco che si manifesta “l’ignoranza dell’ignoranza”, l’effetto che si produce quando nessuno vuol fare la parte dell’ignorante, come se fosse la cosa peggiore al mondo.

La consapevolezza di essere ignoranti forgia la chiave d’oro per la conoscenza e la saggezza. Riconoscere l’ignoranza ci consente di comprendere che l’uomo è un essere plastico. Quando qualcuno ci etichetta come ignoranti, dunque, non abbiamo motivo di offenderci, viceversa potremmo ringraziarlo del promemoria e invitarlo a insegnarci cose nuove o scoprirle insieme, un altro affascinante processo.


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