Curriculum a spirale: di cosa si tratta?
Il curriculum a spirale si basa sulla metodologia di insegnamento proposta dal metodo matematico di Singapore. Il suo obiettivo è che gli studenti approfondiscano le loro conoscenze in modo progressivo. Ma come si può ottenere tutto ciò?
Il metodo matematico Singapore è stato pensato dall’Istituto Nazionale di Statistica di Singapore affinché gli studenti imparassero la matematica senza doverla memorizzarla. Si concentra sul perché e sul come, con l’idea che le risposte aiutano a migliorare la comprensione della materia, facilitandone così la memorizzazione.
Questo metodo è strettamente relazionato al curriculum a spirale. Quest’ultimo è stato proposto da Jerome Bruner, psicologo a cui si devono importanti contributi nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento. Tra questi, la proposta metodologica che scopriremo a seguire.
Curriculum a spirale: dal generale al particolare
Il curriculum accademico a spirale interpreta l’insegnamento in modo tale che gli studenti possono passare dalla conoscenza generale a quella specializzata. Ciò è possibile grazie all’apprendimento continuo che impedisce ai concetti di cadere facilmente nell’oblio.
Per raggiungere questo obiettivo, si inizia con concetti molto semplici che diventeranno via via più complicati a mano a mano che lo studente progredisce nello studio. I l curriculum a spirale, infatti, si adatta alle capacità degli studenti. È così possibile per tutti andare avanti e comprendere meglio i concetti della materia.
Tuttavia, affinché il curriculum a spirale dia i suoi frutti, gli studenti devono tornare su base ricorrente sugli stessi argomenti generali visti all’inizio, ma in senso lato. Cosa si cerca di ottenere con queste ripetizioni? Quando si torna al concetto iniziale, dopo averlo approfondito, è possibile fare diverse analisi e rappresentazioni di ciò che era stato analizzato in precedenza.
Con questo approccio didattico Bruner intendeva dimostrare che gli studenti possono cibarsi della propria curiosità. Ispirarsi per ampliare le proprie conoscenze, tornando – con un altro sguardo – a quelle già acquisite. Possono dunque sviluppare la capacità critica di ragionare e rivedere le conclusioni formulate in un primo momento.
«Bisogna evitare che gli alunni si annoino a scuola.»
-Jerome Bruner-
Gli errori e vicoli ciechi
Jerome Bruner non si preoccupava molto degli errori, infatti li considerava un buon sistema attraverso cui gli studenti potevano imparare. Nel curriculum a spirale sono quindi benvenuti sia gli errori che i vicoli ciechi. Non importa cosa serve per imparare un concetto. Per Bruner prevale l’interesse e la soddisfazione di stimolare le ipotesi di ogni studente.
Capire che commettere errori non dovrebbe produrre imbarazzo, ma piuttosto essere un modo per ridefinire le ipotesi iniziali e andare avanti la ricerca: ecco un insegnamento importante che promuove il curriculum a spirale. Indubbiamente, un approccio didattico diverso, che porta a risultati molto positivi.
Esempio di curriculum a spirale
Ora che sappiamo di più sul curriculum a spirale, facciamo un breve esempio di come si svolgerebbe l’apprendimento. Possiamo iniziare con un obiettivo molto semplice per i bambini più piccoli, come riconoscere e classificare gli animali.
Il primo punto sarebbe quello di classificare gli animali ed analizzare le somiglianze o le differenze in ciascuno. Successivamente, gli studenti potrebbero iniziare a familiarizzare con gli habitat in cui si trova ogni animale e il suo comportamento. Alla fine, si arriverebbe a studiare l’anatomia o la fisiologia degli animali.
È un sistema molto semplice. Man mano che ci si addentra nel tema degli habitat, si tornerà ai concetti già appresi in modo tale che gli studenti possano mettere in relazione ciò che avevano imparato precedentemente con ciò che stanno imparando nel momento presente. In questo modo, possono capire davvero cosa stanno studiando e saranno più curiosi di saperne di più.
Alla fine, il curriculum a spirale consente di lavorare in un modo in cui lo studente può pensare da solo, trarre conclusioni e rimediare agli errori. Un sistema in cui viene promossa la ricerca e la comprensione, abbandonando la tentazione di imparare i concetti a memoria – senza capirli – per superare un’interrogazione. Pensate che sarebbe possibile adottarlo nell’attuale modello educativo?
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- Bruner, J. (2011). Aprendizaje por descubrimiento. NYE U: Iberia.
- Bruner, J. S. (2006). In Search of Pedagogy Volume I: The Selected Works of Jerome Bruner, 1957-1978. Routledge.
- Good, T. L., & Brophy, J. E. (1996). Psicología educativa contemporánea. McGraw-Hill.