I danesi sono felici grazie allo Hygge, di cosa si tratta?

I danesi sono felici grazie allo Hygge, di cosa si tratta?

Ultimo aggiornamento: 01 settembre, 2016

Gli abitanti della Danimarca sono più felici di quelli di qualsiasi altro paese. Perché? Possiamo rispondere a questa domanda con una parola: “Hygge”. Questa è una parola intraducibile nella nostra lingua, ma possiamo spiegarla: l’Hygge riguarda il benessere personale, la condivisione con le persone care e l’attaccamento alla propria casa.

A chi non piace restare in casa quando fa freddo, prendere un caffè con il partner o con i figli oppure leggere un libro mentre beviamo una bella tazza di tè caldo? Sarebbe monotono se lo facessimo tutti i giorni, ma ripetere queste azioni con una certa assiduità può senza dubbio avvicinarci alla felicità.

Forse potreste obiettare che non fa molto freddo in questo periodo. Tuttavia, potete sostituire la coperta e il divano per quel terrazzo o quella passeggiata in cui le parole e la compagnia hanno più valore dei passi percorsi. In un modo o nell’altro, sono sicura che abbiate capito l’idea e che vi vengono in mente modi di inserire nella vostra vita questa parola danese così originale.

Sentirsi bene e a proprio agio per essere felici

Quando si interrogano gli abitanti della Danimarca riguardo la definizione di “Hygge” (una parola locale che non ha traduzione in nessuna lingua) dicono che si tratta di quello che li rende feliciHygge è più un modo di essere, uno stile di vita, è cercare il luogo più accogliente della casa, passare del tempo con le persone amate e lasciare da parte i doveri. È questo il motivo per cui questo paese scandinavo è considerato il migliore in cui vivere, nonostante le avverse condizioni invernali.

Durante i mesi di grande freddo, i danesi trascorrono quasi tutto il giorno nelle loro case (hanno solo 4 ore di luce al giorno) e per questo danno molta importanza all’arredamento della propria casa, alla comodità dei mobili e agli spazi abitabili. Prestano anche molta attenzione alle attività che si svolgono all’interno della casa: leggere, vedere un film, parlare, cucinare, giocare, imparare…e soprattutto condividere in famiglia.

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Luoghi intimi, felicità assicurata

Lo stile minimalista non è “permesso” in Danimarca, perché riduce il sentimento di comodità o la sensazione di protezione e vicinanza. Per questo motivo, per gli arredi usano colori caldi come l’arancione oppure il rosso, comprano mobili di legno grezzo ed accessori o oggetti che siano di utilità.

L’intimità degli spazi o ambienti è correlata anche alla loro illuminazione. Anche la sera preferiscono usare candele o lampade dai colori tenui, così come il fuoco per scaldarsi o per illuminare la sala. Nessuna lampadina bianca o troppo potente.

candele

Un discorso a parte meritano i tessuti scelti, non solo per i vestiti, ma anche per i tappeti, le tende o i copriletto e i copridivano. Sono spessi, di colori caldi e confortevoli.

Per i danesi tutto questo è sinonimo di felicità. E non vuol dire rassegnarsi a restare in casa…piuttosto si tratta di stare bene nella propria casa quando non c’è possibilità di uscire o perfino quando il clima lo permetterebbe!

Il concetto di “Hygge” è valido per tutti?

Questo “modello di felicità” danese è stato esportato in altre parti del mondo. Perché anche in città lontane dal freddo le persone hanno iniziato a rendersi conto che passare del tempo in casa con la famiglia e gli amici, bevendo un caffè, una birra o mangiando un gelato e a fare qualcosa che ci piace, fa stare davvero bene.

Una cosa da tenere presente è che lo “Hygge” non è correlato solo all’inverno, anche se in Danimarca è una stagione molto lunga. Si può applicare anche nei caldi mesi estivi e in qualsiasi parte del mondo. Perché? Perché si tratta di uno stile di vita e di stare bene, non ha nulla a che vedere con il clima, anche se in un certo senso è da lì che nasce.

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Nel libro di Helen Russell “The Year of Living Danishly: Uncovering the Secrets of the World’s Happiest Country” (“L’anno che abbiamo vissuto alla danese: scoprendo i segreti del paese più felice del mondo”) si narra dell’esperienza di uno straniero che vive per la prima volta secondo questa parola. L’autrice afferma che Hygge vuol dire essere buoni con noi stessi, di non negarci “le cose che ci piacciono”, di non castigarci, di cercare quei momenti di felicità che si trovano nelle piccole cose: un pezzo di cioccolata, una puntata della nostra serie tv preferita, un libro che ci piaccia, un po’ di musica e il calore di un abbraccio.

Se ci fermiamo a pensare a queste “piccolezze”, ci renderemo conto di quali sono le cose che ci fanno stare bene ed essere felici. Tutto il resto è accessorio e mondano: la vera sensazione di benessere non risiede in un armadio pieno o in una macchina all’ultimo grido, piuttosto si trova nel condividere il nostro tempo con le persone che amiamo, facendo le cose che ci fanno stare bene. Questo vuol dire vivere l’Hygge!


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