Dare ascolto all'intuito: in quali casi?

Sapete in quali situazioni è un bene fidarsi dell'intuito? C'è una parte del cervello che si occupa delle cosiddette intuizioni ed è molto potente. Ma dove si trova?
Dare ascolto all'intuito: in quali casi?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 marzo, 2023

La frenesia della vita quotidiana può ostacolare l’ascolto di qualunque forma di guida spirituale. Quando pianifichiamo tutto quello che faremo nell’arco della giornata e imbocchiamo la strada di quanto scritto, è difficile dare ascolto all’intuito.

Secondo Platone, l’intuito era la più alta espressione di intelligenza, un modo per raggiungere la conoscenza che né l’osservazione né l’esperienza né l’inferenza o la ragione possono aiutarci a raggiungere.

Ma cos’è esattamente un’intuizione e come possiamo sapere quando fidarci? L’Accademia della Crusca la definisce come “L’azione con cui l’intelletto vede la verità; Azione spontanea, precedente e chiamante la riflessione”.

Il modo migliore per iniziare a lavorare sul nostro intuito è probabilmente quello di porci due domande: sono felice? Mi sento soddisfatto? Sono solo due delle innumerevoli domande che l’istinto può indurci ad approfondire, per poi attuare i necessari cambiamenti e rispondere chiaramente e con sincerità in modo affermativo a entrambe.

Il primo studio psicologico sull’intuito si deve allo psichiatra svizzero Carl Jung che propose di aggiungerlo tra i tratti della personalità.

Egli affermava che chi dispone di questa risorsa è più propenso a lasciarsi dominare dai propri pensieri, anziché adottare l’approccio “dal basso verso l’alto”, in cui sono i fatti a dare impulso alle decisioni.

Queste persone lasciano dunque che i propri pensieri e i propri sentimenti prendano le redini della situazione, mediante un approccio “dall’alto al basso”.

Per istinto o per intuito, una donna sa cosa è meglio per sé.

-Marylin Monroe-

L'intuito è naturale e farfalla sulla mano.

In quale aree del cervello risiede l’intuito?

Come indicato in uno studio condotto da un team di esperti dell’Università dell’Iowa, il cosiddetto “asse dell’intuito” del cervello è la corteccia prefrontale, o la cosiddetta vmPFC. Di certo sono tante le rappresentazioni culturali della sede dell’intuito.

Per esempio, nei fumetti e nei film di X-Men, come fa il Professor X a invocare i propri poteri psichici? Appoggiando le dita sulle tempie e chiudendo gli occhi. Quindi, dal centro della fronte, le onde energetiche si sprigionano in tutte le direzioni. Questo asse di intuizione è proprio lì, al centro della fronte.

Lo studio indica che essere molto intelligenti è la chiave per il successo. Tuttavia, molto spesso questa premessa non si concretizza, visto che le persone con un elevato coefficiente intellettivo o con un danno all’asse dell’intuizione tendono ad avere problemi o blocchi in fase decisionale.

Mettere da parte l’intuito e la sua utilità, in particolare quando la quantità di informazioni è così ingente che elaborarla in modo analitico e consapevole è impossibile, significa rinunciare al migliore strumento su cui possiamo contare in queste situazioni.

Senza l’intuizione tendiamo a diventare più creduloni, più vulnerabili alla pubblicità e impariamo meno dagli errori, come spiegato in questo studio.

Non scusarti mai per aver confidato nell’intuito: il tuo cervello può ingannarti, il cuore può essere acciecato, ma il tuo istinto ha sempre ragione.

-Anonimo-

Dare ascolto all’intuito: la meditazione è il cammino

Imparare a fidarci del nostro istinto è, in sostanza, una pratica e come tale richiede impegno e dedizione. Ma è più facile di quanto potremmo pensare, nonché molto gratificante.

In effetti, l’intuizione è una sorta di congettura emotiva (o presentimento) che possiamo affinare con l’aiuto di alcune semplici tecniche.

Secondo Allan Wallace, buddista tibetano e autore del libro La mente: dove scienza e spiritualità si incontrano, possiamo sviluppare il nostro intuito con l’aiuto della meditazione.

Si tratta di una tecnica primordiale che ci permette di concentrarci e placare la mente, mentre eliminiamo gli “agenti inquinanti” o i pensieri residui che ostacolano l’originale abilità intuitiva.

Persona che medita.

Qual è il ruolo della meditazione?

La meditazione non è altro che un allenamento per la mente, uno strumento in grado di darci maggiore libertà emotiva facendoci entrare in contatto con l’ambiente circostante e facendoci aprire all’esperienza. Una tecnica che ci aiuta a rilassarci per entrare in uno stato di chiarezza mentale, rendendoci quindi più risolutivi.

In un rapporto dei neuropsicologi della Wake Forest University si legge che i partecipanti che praticavano la meditazione erano stati in grado di aumentare notevolmente la propria attività cerebrale.

Tecnicamente parlando, avevano aumentato l’interconnettività della corteccia prefrontale, area del cervello responsabile del controllo del comportamento e del processo decisionale. Cosa significa per chi desidera dare ascolto all’intuito?

Questi risultati hanno dimostrato che la meditazione ci mette in contatto con la nostra potentissima, quanto schiva, sensazione di consapevolezza del nostro mondo interiore.

Oltre a ciò, ci permette di amplificarlo per vivere una vita con maggiori disponibilità finanziarie, rapporti di qualità, situazioni lavorative più agevoli e anche una salute migliore. Così, se chi medita raggiungono spesso il successo in tutto quello che fa, anche noi possiamo riuscirci.

L’intuito è un’abilità più potente dell’intelletto, a mio parere.

-Steve Jobs-


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  • Pilard N. C. G. Jung and intuition: from the mindscape of the paranormal to the heart of psychology. J Anal Psychol. 2018 Feb;63(1):65-84. doi: 10.1111/1468-5922.12380. PMID: 29314029.

  • International Journal of Clinical and Health Psychology: Prediction of breast cancer screening behavior among older women of Mexican descent: Applicability of theoretical models.


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