Conseguenze del disinnamoramento: cosa succede al cervello dopo una delusione?

Conseguenze del disinnamoramento: cosa succede al cervello dopo una delusione?

Ultimo aggiornamento: 07 settembre, 2016

Le rotture ci lasciano vuoti, desolati, confusi. Percepiamo il disinnamoramento come si ci avessero tolto una parte di noi stessi, e per certi versi è proprio così. Studi scientifici hanno dimostrato che le coppie coinvolte in storie di lunga durata sviluppano memorie interconnesse, trasformandosi in un sistema che dipende da entrambi i membri della coppia.

Quando la relazione finisce, questa disconnessione viene vissuta in modo traumatico. Un po’ come se ci avessero amputato un’estremità. Il corpo reagisce sentendo la necessità di questa dipendenza acquisita, in modo molto simile alla sindrome di astinenza che si prova se ci privano di una qualsiasi sostanza.

Innamorarsi di una persona è un processo affettivo emotivo che ha forti ripercussioni sul nostro cervello. Per questo motivo, inoltre, al momento della rottura della coppia, gli effetti che si attivano al suo interno possono essere vari. Durante il disinnamoramento, nel provare dolore emotivo, si attiva la stessa area del cervello che gestisce il dolore fisico.

I sentimenti sono simili alle onde. Non possiamo evitare che arrivino, ma possiamo scegliere quali cavalcare.

Il nostro cervello durante il disinnamoramento

Diversi studi mettono in luce che le stesse aree del cervello che si attivano quando una persona si innamora, le quali generano dipendenza e ansia verso l’altra persona, si attivano anche al momento della rottura. Questo significa che, al di là del dolore per le circostanze, la persona può continuare a provare dipendenza verso il partner.

Il direttore del Centro Neuroscienze Cognitive di Chicago negli Stati Uniti, John Cacioppo, sostiene che nell’uomo è innata la necessità di stabilire legami emotivi stabili. Di conseguenza la rottura è un momento complicato, in quanto è difficile accettare che la persona nella quale avevamo riposto la nostra fiducia ci abbia tradito.

I risultati di altri esperimenti realizzati in relazione alle persone che si sentono abbattute dalla rottura di un rapporto mostrano che il corpo, reagendo al dolore, può secernere gli stessi ormoni che vengono prodotti nelle situazioni di stress; ormoni che a loro volta possono intaccare la regolare attività del sistema digerente o del cuore.

Chi ha attraversato situazioni simili sa quanto possa far male, ma sa anche che la vita va avanti, che gli amici, i familiari, le proprie passioni e i ricordi si riveleranno utili per superare il momento. Il processo di rottura è un po’ come tornare a innamorarsi, ma al contrario. Le reazioni a livello neuronale provocate dalla passione romantica sono simili in entrambi i casi.

mano tatuata

La forza non è quanto potete sopportare prima di rompervi, ma è quanto potete sopportare dopo esservi rotti

Il cervello durante il superamento di una rottura

Diversi studi hanno provato che man mano che la relazione romantica si sviluppa nel tempo, l’idealizzazione della persona amata va scemando, anche se dopo la rottura torna più prepotente che mai. I sistemi di ricompensa del cervello durante il disinnamoramento aspettano di ricevere una gratificazione amorosa, e non ottenendo la risposta adeguata, la normale reazione, come succede con le droghe, è quella di aumentare il volume di questa chiamata.

Questo sistema di ricompensa cerebrale, che chiede a gran voce la sua dose, è quello che ci porta, in ultima istanza, a comportarci in modo impulsivo o stupido dopo una rottura. Quando scriviamo messaggi di addio o di sofferenza al nostro ex-partner, in realtà siamo guidati dai pasticci chimici del nostro cervello.

In conclusione, un amore che finisce fa male e comporta una sofferenza fisica reale che può arrivare a durare mesi. Tuttavia, quel dolore fa in realtà parte del processo di guarigione e di superamento della rottura. Diverse risonanze cerebrali realizzate su persone nella fase del disinnamoramento rivelano l’esistenza di un’attività speciale nelle zone della corteccia prefrontale, l’area del cervello coinvolta nell’espressione della personalità, nei processi decisionali e nella pianificazione di comportamenti cognitivi complessi.

ragazza appoggiata a un cuore

Di fatto, mentre ci lamentiamo e piangiamo, la chimica del nostro cervello è già al lavoro per ricalibrare il nostro comportamento, equilibrare le emozioni e metterci di nuovo in marcia.

Pensavi di non poter vivere senza quella persona, e invece guardati, sei ancora vivo.

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