Siete emotivamente dipendenti?

Siete emotivamente dipendenti?

Ultimo aggiornamento: 14 luglio, 2016

La dipendenza emotiva è una  cosa estremamente dannosa e che di solito si accentua con il trascorrere degli anni. Non bisogna solo spiegare che la dipendenza emotiva non è sinonimo d¡amore, ma anche che nella maggior parte dei casi le persone emotivamente dipendenti rivelano la peggior mancanza di amore possibile: la mancanza di amore per sé stessi.

Possiamo essere dipendenti da tante cose, non solo dalle persone, la dipendenza emotiva si può avere anche nei confronti di un’idea o una sostanza. La forza di questa dipendenza emotiva si basa su due fronti: sfuggire alle responsabilità ed evitare il malessere della solitudine. 

Le conseguenze dell’essere dipendenti emotivamente sono molto negative e a lungo termine: ci vediamo legati in relazioni, comportamenti e abitudini che in realtà non ci soddisfano. Lo facciamo per il solo fatto di sentirci accettati e finiamo per non accettare noi stessi né la realtà che ci circonda.

Dipendo per paura, non per piacere

Quando scoprite di dipendere da qualcosa o da qualcuno, non proverete una bella sensazione. Al contrario, vi renderete conto che molte decisioni le avete prese seguendo la direzione in cui puntavano gli altri. Di certo molti non lo fanno con cattive intenzioni e non lo avrebbero fatto se non gli fosse stata chiesta la loro opinione.

“Essere dipendenti implica decidere in base a quello che gli altri si aspettano da me e che il mio punto di vista personale è l’ultima decisione da tenere di conto.”

chiodo-con-catena

La maggior parte delle persone si permette di dire la propria sulle scelte degli altri solo quando intuisce che hanno possibilità di influenza. Se non aprirete la porta agli altri per permetterlo, raramente vedrete le vostre scelte o pensieri messi in discussione.

Apriamo la porta alle opinioni degli altri perché abbiamo dubbi sulle nostre: dipendiamo dagli altri perché dubitiamo di noi stessi.

Come si arriva alla dipendenza: il risultato di un insegnamento familiare e sociale

Spesso dipendiamo emotivamente con l’unico fine di evitare le sofferenze. Un’altra ragione molto comune e più profonda è che non si conosce il vero significato dell’amore, che non va unito alla dipendenza. Non dobbiamo sentirci ancora più colpevoli per rendercene conto, anche se guardare indietro e capire da dove deriva può essere molto doloroso.

Nell’ambiente familiare si trovano quasi sempre le origini dei nostri punti di forza, ma anche delle nostre paure più profonde. Ognuno di noi ha una storia unica ed irripetibile, eppure solo alcuni imparano da essa.

Altri si legano sempre più alle loro catene perché hanno paura della propria libertà, quella che viene determinata dalla nostra capacità di capire l’origine dei comportamenti che non ci apportano benessere.

La trappola del rafforzamento negativo nella famiglia

Molti genitori sono felici se il loro figlio piange sconsolato per la loro assenza, se richiede in ogni momento la loro presenza anche quando non è necessaria e se sono giustificati a limitare il tempo e lo spazio che i loro figli trascorrono con altre persone. Ascoltiamo frasi come “Non può vivere senza di me, mi ama troppo” o “È normale che non voglia stare con altre persone, sono sua madre“.

“L’uomo è stato forzato ad accettare il masochismo come ideale, sotto la minaccia che il sadismo sia l’unica alternativa. Questa è la più grande truffa mai perpetuata all’Umanità. Questo è l’artificio per cui la dipendenza e la sofferenza sono stati perpetuati come fondamenti della vita. La scelta non è auto-sacrificio o dominazione. La scelta è indipendenza o dipendenza. Il codice del creatore o il codice di chi vive prestandosi. Questo è il problema primordiale e si basa sull’alternativa tra la vita e la morte.”

-Ayn Rand-

bambola-con-corde

È la trappola del rafforzamento negativo nella famiglia, che non solo crea persone dipendenti, ma anche personalità caratterizzate da comportamenti antisociali: Non mettono limiti alle richieste dei figli, che siano affettive o materiali.

Riescono ad evitare il malessere nel breve termine, ma alla lunga ottengono che i loro figli siano sempre più capricciosi e dipendenti. Questi bambini non hanno un attaccamento positivo né sono amati più o meglio di altri, piuttosto li stanno semplicemente plasmando perché cerchino sempre il proprio benessere e non tollerino frustrazioni in futuro.

Essere dipendenti e che dipendano da voi

Per renderci conto di quanto possa essere stancante ed estenuante una relazione di dipendenza, dobbiamo osservare le situazioni in cui non siamo noi quelli a dipendere e a mostrarsi sicuri o indecisi; bensì quando è un’altra persona a mostrare questo atteggiamento nei nostri confronti.

“La necessità psicologica di sapere che gli altri ti prendono seriamente, tanto come tu prendi seriamente te stesso. Non c’è nulla di particolarmente negativo in questo, le necessità psicologiche sono così, ma è ovvio che dovremmo ricordarci che una profonda necessità del prossimo ci trasforma in facili prede.”

-David Foster Wallace-

donna-tiene-pallone-guarda-il-paesaggio

Persone che ci chiedono di continuo il nostro parare sulle loro decisioni, che ci rivelano le loro paure più irrazionali e che in altre occasioni si mostrano tremendamente sospettose e attente in tutte le attività che svolgiamo. Sentiamo un’attenzione e una pressione costante ed estenuante perché su di noi ricade la responsabilità implicita di non far star male l’altra persona.

In quel momento siamo coscienti di come l’energia che riponiamo nell’amore sfuma perché siamo troppo stanchi a causa di una relazione di dipendenza, nella quale uno si assume la responsabilità dell’altro perché questo non sa prendere le sue decisioni da solo.

Superare la dipendenza

Prendere decisioni senza sentirsi in colpa di afferrare le redini della nostra vita. Fare quello che ci piace e che ci va di fare senza consultarci sempre con altri è per molti il primo passo. Sapere che possiamo prendere delle decisioni, che in quanto nostre, non devono essere spiegate né tanto meno giustificate.

Solo noi stessi ci conosciamo e sappiamo perché agiamo in determinato modo. Seguire i modelli di comportamento altrui sperando che vadano bene anche per noi vuol dire agire come una marionetta che ha i fili sulle spalle sempre più aggrovigliati, lunghi e numerosi. Tagliate poco a poco questi fili e trasformatevi nell’attore primario della vostra vita senza che nessuno debba muovervi o sottotitolarvi.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.