Edek e Mala: storia di un amore tormentato

La storia di Edek e Mala è venuta alla luce solo molti decenni dopo i fatti di cui sono stati protagonisti. Erano stati prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz, da dove erano scappati per poi andare incontro a un destino comunque tragico.
Edek e Mala: storia di un amore tormentato
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

La storia di Edek e Mala è una storia d’amore nata, cresciuta e poi divenuta eterna in un inferno: il campo di concentramento di Auschwitz. Le loro vite erano state inghiottite dall’oblio fino a quando la giornalista Francesca Paci non ha deciso di riscattarle per la memoria di oggi e futura scrivendo il libro Un amore ad Auschwitz.

Edek e Mala avevano appena iniziato la loro vita quando si ritrovarono vittime, ciascuno a modo suo, del campo di concentramento. Dovettero crescere da soli e per forza. Non invecchiarono insieme, come avevano sognato, ma dimostrarono che l’amore è più forte di qualunque atrocità e che dà senso a tutto.

La storia di Edek e Mala ha visto la luce grazie a tutti coloro che li conobbero nel campo di concentramento. Anche quegli uomini e quelle donne si ispirarono al loro amore, nonostante le deplorevoli circostanze in cui si trovavano. Ciò è anche prova del fatto che i grandi amori sono in grado di cambiare la vita di chiunque li circondi.

Quando la mia voce sarà sulla via della morte, il mio cuore continuerà a parlarti.

-Rabindranath Tagore-

Due cuori di metallo che si intrecciano.

Edek e Mala, due prigionieri

I protagonisti di questa storia sono Mala Zimetbaum ed Edward Galinski, detto Edek. Edek fu condotto per primo al campo di concentramento di Auschwitz, quando aveva solo 16 anni. Era un giovane di origini polacche che frequentava le scuole superiori; durante un blitz dei nazisti venne arrestato e inviato alla prigione di Tarnow.

Alcuni mesi dopo, nel giugno 1940 venne trasferito al campo di concentramento di Auschwitz. Vi giunse con il primo gruppo di prigionieri e iniziò presto ad adattarsi, a capire: “chi e cosa bisogna evitare e a chi aggrapparsi per sopravvivere“, come era solito dire.

Due anni dopo la prigionia nel campo di concentramento, riuscì a convincere gli ufficiali ad aprire un’officina di ferramenta. Il suo spirito di iniziativa e la sua versatilità in quel progetto gli fecero guadagnare le simpatie di alcuni responsabili, per cui finì per godere di un ruolo privilegiato. Ne approfittò per portare in laboratorio i prigionieri più deboli, che non resistevano ai pesanti lavori fisici.

Un amore ad Auschwitz

Mala Zimetbaum era nata in Polonia, ma sin da piccola era vissuta in Belgio. Studentessa modello, si distingueva soprattutto nelle lingue e in matematica.

Nel 1942 venne arrestata ad Anversa e deportata nel campo di concentramento. Poiché conosceva cinque lingue, i nazisti la impiegarono sin da subito come traduttrice e messaggera.

Anche Mala si guadagnò un posto privilegiato come Edek e ne approfittò per aiutare i più bisognosi. Edek e Mala si incontrarono quando lui fu inviato a dirigere un gruppo di operai nel campo di Birkenau. Fu amore a prima vista. Iniziarono a vedersi in segreto ogni volta che potevano; tutti nel campo li chiamavano “Romeo e Giulietta”.

L’amore fece nascere in lui il profondo desiderio di riottenere la libertà. Erano consapevoli che il mondo fuori non sapeva nulla di cosa stesse accadendo nei campi di concentramento e per questo iniziarono a elaborare un piano di fuga per denunciare la situazione.

Volevano anche stare insieme per sempre. Così, prese forma un piano che sembrava una follia e che, forse proprio per questo, funzionò.

Strada con filo spinato nel campo di Auschwitz.

Un finale non così lieto

Il piano di fuga prevedeva che Edek indossasse l’uniforme di un ufficiale delle SS. Così conciato, avrebbe dovuto raggiungere Mala fino ai confini del campo.

Lei si sarebbe vestita da uomo e avrebbe indossato un lavandino in testa per nascondere i capelli. L’idea era fingere che un ufficiale stava scortando un prigioniero incaricato di installare il lavandino.

Una volta raggiunto l’ingresso principale, i due avrebbero mostrato dei pass che avevano reperito. Per quanto possa sembrare difficile da credere, riuscirono a portare a termine il piano il 24 giugno 1944. Così conquistarono la libertà e arrivarono quasi fino al confine polacco.

Un giorno, però, Mala si recò in un negozio nel tentativo di barattare un anello per del cibo. Ciò destò sospetti tra i dipendenti, che avvisarono la Gestapo. Mala venne catturata, mentre Edek la guardava da lontano. I due si erano promessi di rimanere insieme per sempre, quindi anche lui si consegnò volontariamente ai nazisti.

Vennero condotti in un’area di Auschwitz apposita per le punizioni. Vennero separati e rinchiusi, ma riuscirono sempre a inviarsi messaggi scritti su pezzi di carta strappata. Edek cantava arie in italiano dalla sua cella. Venne condannato alla forca e prima dell’esecuzione tentò lui stesso di impiccarsi, senza riuscirci. Prima di morire urlò “Viva la Polonia!”.

Mala si tagliò le vene prima di essere giustiziata, anche lei condannata all’impiccagione. Per questo suo tentativo fallito venne condannata a essere bruciata viva. Le guardie, tuttavia, provarono pena per lei e lasciarono che morisse dissanguata prima di condurla ai forni crematori. Edek e Mala morirono lo stesso giorno, ad appena un’ora di distanza l’uno dall’altra.


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  • Paci, F. (2017). Un amor en Auschwitz: una historia real. Aguilar.


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