Emozioni e maternità

Emozioni e maternità

Ultimo aggiornamento: 01 marzo, 2017

La maternità porta con sé un mare di emozioni. Quando si guarda per la prima volta negli occhi la propria creatura che si affaccia alla vita, ci si sente come travolte da un vortice di allegria, paura, nostalgia… Insomma, emozioni contrastanti. Si è appena stabilito un contatto con la persona che, da quel momento in poi, sarà al centro esatto della propria vita, ma al tempo stesso non si riesce a decifrare il proprio stato d’animo.

Viene prodotto in maggiori quantità l’ormone dell’amore, l’ossitocina. Esso è responsabile dell’amore che proviamo nei confronti dei nostri figli, così come del sentimento di responsabilità e protezione che ci avvolge ogni qualvolta li guardiamo.

Bisogna considerare che, a livello psicologico, il grande cambiamento che si crea nelle nostre vite con l’arrivo di un nuovo membro della famiglia, può far sì che il puerperio -fase detta anche di “quarantena”- non porti con sé la realizzazione delle aspettative che si avevano riguardo all’essere madri.

È il periodo necessario all’adattamento ad una situazione nuova, e non per questo bisogna colpevolizzarsi o sentirsi inadatte al ruolo di madre, e ancor meno permettere che qualcuno vi accusi di esserlo. Il supporto del partner, della famiglia e dei propri affetti è fondamentale in questo senso.

Come già detto, le future mamme -soprattutto se alle prese con la prima gravidanza- hanno generalmente aspettative irrealistiche sulla maternità e su come debba essere. Del resto, per ben nove mesi, sono state circondate da madri, nonne, zie e vicine che non hanno fatto altro che ripetere loro quanto sia meravigliosa l’avventura di essere mamma: è normale aspettare con ansia il momento in cui ognuna di noi dovrebbe sentirsi la persona più felice della terra.

Attenzione neo-mamme! Il sentimento materno non compare per magia. Chiunque vi abbia raccontato che quel momento della sua vita è stato meraviglioso, non mentiva: semplicemente ha dimenticato che ognuno ha bisogno di un periodo di adattamento alle situazioni nuove ed importanti, e che questa reazione sia del tutto normale.

Quasi automaticamente, può capitare che nascano forti sensi di colpa causati da pensieri negativi, per esempio: non sarò mai una buona madre, non ne sono capace, mio figlio avrà dei traumi in futuro a causa della mia incompetenza, la mia vita è rovinata, ecc…

La cosa più importante in questi casi è individuare i pensieri negativi alla base per poterli combattere e sostituire con pensieri reali e più positivi. In caso contrario, il senso di colpa può trasformarsi in profonda tristezza o addirittura in depressione e segnare così l’ingresso in un circolo vizioso che non fa che incrementare l’intensità dei sentimenti iniziali, e che può portare a trascurare se stesse e le esigenze del bambino.

Alle trasformazioni ormonali e psicologiche proprie del puerperio, si aggiungono i necessari cambiamenti nello stile di vita: la perdita di ore di sonno, di momenti di intimità con il partner e da dedicare a se stesse, le visite continue… Tutti aspetti che non fanno che accrescere le sensazioni non proprio positive delle prime settimane.

C’è una buona notizia. Questo stato d’animo indefinito e non proprio edificante avrà presto fine. Nonostante all’inizio essere madri possa sembrarvi un’impresa talmente impossibile da scatenare in voi un forte malessere, ci penseranno il sistema ormonale e il vostro spirito d’adattamento a fare dell’inferno un paradiso. Al di là della natura di tale processo, è necessario, però, che ci mettiate del vostro.

Tanto per cominciare, è giusto accettare il momento che state vivendo e le inevitabili emozioni ad esso associate. La vostra vita ha subito profondi cambiamenti, ed è normale provare sentimenti contrastanti, che si alternano o si verificano nello stesso istante.

Quando riuscirete ad accettare i vostri sentimenti, inizierete ad analizzare cosa succede nella vostra mente ogni volta che, svegliandovi, vi renderete conto di essere madri e di avere responsabilità che prima non avevate. Annotate i vostri pensieri su un foglio di carta e, come se si trattasse di un’altra lingua, iniziate a tradurli in positivo.

Se vi è capitato, per esempio, di pensare: “Così giovane e con un figlio, la mia vità è rovinata!” provate a tradurlo in “Essendo così giovane ho molta più energia per giocare con il mio bambino e tutta la vita davanti per realizzare i miei progetti”.

Infine, rifiutate i consigli inopportuni. A molti piace intromettersi sulla maternità: l’allattamento al seno, il fatto che il bambino dorma insieme ai genitori o nella sua cameretta, che si succhi il dito o meno…

Questi consigli, che si basano sull’esperienza altrui, non sono di certo d’aiuto e non fanno altro che generare insicurezza nella madre che non sa ancora cosa sia meglio per il suo bambino. In questi casi, seguite esclusivamente i consigli degli esperti, come pediatri e psicologi infantili, gli unici in grado di indirizzarvi con professionalità sulle decisioni da prendere durante la crescita di vostro figlio.


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